A come Agricoltura: “Stanno togliendo la terra ai contadini, mangeremo sempre più veleni”

30 novembre 2016

Pubblichiamo una riflessione di Vincenzo Allegra che racconta delle preoccupazioni degli agricoltori siciliani. Vessati dall’Unione europea, ricattati dalle banche, spesso sono costretti a svendere le loro terre ad affaristi e faccendieri. Tutto sembra parlarci di un disegno preciso: distruggere la nostra agricoltura…

Lo abbiamo incontrato a Santa Caterina Villermosa, nel nisseno, dove, domenica scorsa, è andato in scena un interessantissimo incontro dedicato al territorio e all’agricoltura, organizzato dal movimento Siciliani Liberi (sotto trovate gli articoli sulla giornata). Lui è Vincenzo Allegra, nella vita fa il veterinario ed è anche presidente del “Comitato popolare per la salvaguardia del territorio Madonita’ e presidente dell’associazione ‘I Gattopardi Sicilia’. Ci ha inviato questa riflessione che pubblichiamo molto volentieri:

A come Agricoltura

di Vincenzo Allegra

da sinistra: Paolo Guarnaccia, prof Paolo Guarnaccia agronomo dell'Università di Catania e Vincenzo Allegra al convegno di Santa Caterina Villermosa

da sinistra: Paolo Guarnaccia agronomo dell’Università di Catania e Vincenzo Allegra al convegno di Santa Caterina Villermosa

Mi sono trovato qualche sera fa a cena con alcuni agricoltori dell´entroterra Siciliana.

Ad un certo punto, uno di loro mi ha raccontato che: oggi con espedienti vari stanno togliendo la terra ai contadini. Se la prenderanno faccendieri e affaristi senza scrupoli provenienti dal nord.

Spiego il fenomeno. Un agricoltore gestisce un’azienda agricola. A causa di investimenti errati o perché l´annata è andata male per tante ragioni (comprese quelle meteo, ormai divenute bizzarre) o, meglio, perché le spese sono divenute nettamente superiori ai guadagni, il contadino si trova in una situazione fortemente debitoria.

A titolo di esempio, vi dico che un quintale di grano oggi viene venduto a 16 euro. Tolte le spese di produzione (sementi, gasolio per i trattori, costo capitale e così via) che sono 21 euro, il contadino ci rimette 5 reuro.
Da un quintale di grano macinato si ottengono 70 chili di farina, si producono 80 chili di pane, che viene venduto mediamente in Sicilia a 2, 20 euro al chilo, con un guadagno di 176 euro al quintale. Ma come è possibile che succeda questo?

Da qui nascono, debiti su debiti, che l´agricoltore non riesce più a onorare.

Arrivano le ingiunzioni di pagamento, le banche non danno più crediti, beni mobili e immobili vengono pignorati e ipotecati. Alla fine l´azienda viene messa in vendita. Ma i proprietari agricoltori non possono riacquistarla, perché le banche non fanno prestiti ai pignorati.
Quando arriva il momento, entrano in gioco faccendieri e affaristi, cavalieri, industriali, attori, costruttori, che acquistano la terra per quattro soldi, terra che rimane alla fine incoltivata.
Tra non molto in quelle terre non si produrrà cibo, ma cemento e altre diavolerie. Ma nessuno interviene. A qualcuno fa comodo distruggere ciò che in passato era stato costruito con tanto sudore e fatica.

Che succederà delle aziende che producono latte, grano, frutta, ortaggi? Saranno cancellate. E noi che mangeremo? Alimenti che vengono dalla Cina e dai Paesi Nordafricani trattati con i peggiori diserbanti e veleni di ogni tipo. E i tumori aumenteranno ancora.

Dal 2001, con l´euro, gli agricoltori sono stati annientati:
– con i guadagni azzerati;
– con il gasolio agricolo che è aumentato del 400% . Un tempo costava 400 lire, oggi circa 1 euro, cioè 2.000 lire;
– con i costi dei prodotti agricoli che sono diminuiti. Per esempio, il latte che, prima dell´euro, costava 800 lire al litro, oggi costa 37 centesimi;
– con i fertilizzanti e i mangimi che sono aumentati del 400%. Sul tema del convegno Agricoltura e Territorio
Cosi scomparirà il vero paesaggio agrario e le nostre produzioni tipiche, assieme alle nostre tradizioni millenarie
ed il pane costerà sempre di più….

Sul tema del convegno Agricoltura e Territorio:

Siciliani Liberi: “Il futuro della Sicilia è nell’agricoltura. Quando governeremo cambieremo tutto”

Dissesto idrogeologico: “Forestali indispensabili, ma alla politica e ai sindacati fa comodo tenerli al laccio”

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