Sabato Renzi all’Università di Palermo: la cultura si inginocchia al potere. Nel nome del referendum?

18 ottobre 2016

Per l’occasione il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha messo a disposizione il Teatro Massimo, così la compromissione tra cultura e potere sarà totale. Renzi terrà una lezione magistrale che avrà come tema la bugia come arte suprema della politica. Si dovrebbe parlare di finanziamenti per l’università (parenti da sistemare) e eterni appalti ferroviari da foraggiare. Tutti i maggiorenti del centrosinistra siciliano dovranno essere in prima fila a genuflettersi al ‘Duce’ del PD, pena la mancata ricandidatura. E gli studenti? Andranno scelti ad uno ad uno per evitare incidenti di percorso…

La campagna elettorale per il sì al referendum sulle ‘deforme’ costituzionali volute dal Governo Renzi – su input della Commissione Europea, della BCE e, soprattutto, della JP Morgan – entrano all’università di Palermo? Il dubbio – che forse è più di un dubbio – è giustificato dall’ultima trovata ‘intelligente’ del ‘Magnifico’ rettore dell’università del capoluogo siciliano, Fabrizio Micari, che sabato prossimo, in occasione dell’apertura del nuovo anno accademico, ha invitato il capo del Governo del nostro Paese, Matteo Renzi.

Gli studenti universitari siciliani hanno più di diciotto anni. Quindi votano: quindi bisogna indottrinarli sul referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. E chi meglio di Renzi può assolvere a questo ‘nobile’ compito?

Per l’occasione è stata scelta una sede degna di questi ‘illustri’ personaggi: il Teatro Massimo: pensiero gentile del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che per statuto è il presidente del Tempio della lirica di Palermo.

Insomma, la cultura che si genuflette al potere: una bella immagine e, soprattutto, un bell’esempio per le nuove generazioni della Sicilia…

Magari gli organizzatori di questa ‘magnifica’ giornata hanno pensato a un’interpretazione al ribasso delle tenebre descritte da Franz Kafka: “Spesso è più sicuro essere in catene che liberi”, scrive il celebre scrittore praghese che s’interrogava sui grandi misteri della vita. Mentre la ‘classe dirigente’ di Palermo – degna di Renzi (“Chi si somiglia si piglia…) – al massimo, sempre in catene, arriva alle miserie della vita: qualche finanziamento in più per la ricerca così mi sistemo l’amica, qualche altra ‘milionata’ di Euro per gli amici degli appalti ferroviari in caduta libera e via continuando.

Inutile recriminare: lì arrivano questi personaggi: oltre non riescono ad andare. Per loro l’interrogativo che si poneva il protagonista di una canzone di Fabrizio De Andrè, che non capiva perché era caduto così in basso (“Com’è che non riesco più a volare?”) non si pone nemmeno: perché questi a volare, anche basso, non hanno mai provato, perché non ne hanno proprio le capacità.

E il nostro Renzi? Dicono che terrà una lezione magistrale su “Arte, scienza e coscienza della bugia”, argomento che l’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri padroneggia come pochi.

Il Pinocchio di Pontevecchio dovrebbe ripercorrere l’irripetibile “Enrico stai sereno”: frase con la quale il nostro Matteo spodestò Letta da Palazzo Chigi con una mossa degna del Valentino di machiavellica memoria.

Agli studenti – che supponiamo lo ascolteranno estasiati – Renzi racconterà i mesi precedenti il suo arrivo sulla plancia di comando del Governo italiano, quando in Tv giurava e spergiurava che mai e poi mai avrebbe messo piede a Palazzo Chigi senza avere alle spalle il consenso degli elettori. Poi ha smentito se stesso: ma appunto per questo è degno di governare l’Italia e il PD…

In politica la verità non serve: al contrario, serve l’arte di abbindolare la gente. Questo è il grande messaggio che sabato prossimo il potere costituito di Palermo, accogliendo Renzi, lancerà ai giovani studenti universitari e all’universo mondo. La menzogna al potere e la morale nel cesso!

In quale altra città si potrà celebrare ed offrire ai giovani la mistificazione sulle tasse abbassate del Governo Renzi? Il capo del Governo dice in Tv – nelle ‘sue’ tre Tv pagate con il canone nella bolletta Enel dai cittadini – di aver abbassato le tasse. In realtà, ha ritoccato, da Roma, qualche aliquota all’ingiù, dimenticando di aver fatto quasi fallire le Regioni e costretto i Comuni ad aumentare spaventosamente la pressione fiscale. Bella la presa in giro, no, soprattutto se la televisione l’avalla?

Altro che Tv di Barnabei che ci tediava con Manzoni e Omero: la vera Tv è quella che celebra Renzi e le sue mirabolanti riforme, dal Jobs Act alla ‘Buona scuola, fino alla già citata riforma della Costituzione italiana scritta in una lingua che calpesta l’italiano…Olé!

Tornando a tasse e imposte comunali che aumentano di almeno quattro volte rispetto alle tasse abbassate da Renzi, ci “sovvien l’eterno” di Leoluca Orlando, che invece di chiedere al capo del Governo i soldi che ha scippato al Comune di Palermo, i soldi li vuole dai palermitani con la sua ingegnosa e pirandelliana ZTL: paghi, entri, inquini e l’Amministrazione comunale ‘ammucca’.

Sulla ZTL che dovrebbe consentire al Comune di Orlando di salvare Tram, AMAT e altre clientele manca solo la ‘benedizione’ del TAR Sicilia. Solo i giudici amministrativi dovrebbero mettersi di traverso? Andiamo! Soprattutto con la ‘slinguata’ prevista per sabato prossimo, siamo certi al Comune di Palermo hanno già pronte fanfare e parole: “Presidente, missione compiuta: abbiamo ‘pelato’ i palermitani…Servi suoi”.

E gli studenti? Saranno ammessi nel tempio della cultura di Palermo? Non è che ad ascoltare la lezione magistrale di Renzi ci saranno solo docenti! Bisognerà selezionarli accuratamente, i ragazzi. I migliori, i più tranquilli, in questi casi, sono quelli che si ‘stricano’ con l’Opus Dei e con Comunione & fatturazione. Ed è anche logico: non è che Fabrizio e Leoluca possono ‘imbarcare’ le teste calde. Ci mancherebbe!

Ci raccomandiamo a lei, Magnifico rettore: scegliamoli bene gli studenti che dovranno applaudire il Pinocchio di Firenze. Evitiamo che la presenza degli studenti si trasformi in un incidente di percorso. Anche perché tra gli ospiti c’è pure il rappresentante di quel mondo bancario che ha a cuore la riforma della Costituzione italica scritta in buona parte dagli esegeti della già citata JP Morgan. Tra i relatori ci sarà infatti anche Gaetano Micciché, direttore generale di Intesa Sanpaolo e fratello di Gianfranco Miccichè.

Anche Gianfranco Miccichè sarà tra gli ospiti? Potrebbe essere l’occasione per suggellare la candidatura di Leoluca Orlando alla presidenza della Regione siciliana appoggiata dal centrosinistra e da Forza Italia sotot il segno delle banche. I picciuli servono sempre…

Che dire di altro? Ci auguriamo che la politica isolana – quella che ha votato i ‘Patti scellerati’ con Roma, calpestando i diritti dei Siciliani e dello Statuto – sia presente al gran completo. Del resto, in una giornata mirabile quanto governativa non dovranno certo mancare i vari Rosari Crocetti, Fausti Raciti, Antonelli Cracolici, Angelini Alfani, Giovanni Ardizzoni, Giampieri D’Alii (da D’Alia, il genio politico di Messina, quello che ci ha regalato Crocetta, per capirci).

Ci hanno raccontato che Renzi li vuole tutti in prima fila.

“Io ho fatto firmare a Crocetta i ‘Patti scellerati’ che hanno tolto ai Siciliani una barca di soldi, io ho tolto alla Sicilia 10 miliardi di Euro di crediti che ho fatto passare per inesigibili, io mi tengo i soldi dell’articolo 38 (oltre 150 miliardi di Euro), Io mi tengo 600 milioni di Euro all’anno della sanità siciliana. Non solo faccio tutto questo e altro, non solo vengo qui per dimostrare che i Siciliani non sanno ribellarsi e io li tengo tutti sotto il mio tallone: vengo in Sicilia anche per farvi capire che tutti voi dipendete da me. Solo io, Crocetta, ti posso dare un posto di sottosegretario o di sottogoverno, perché i siciliani ti detestano; solo io, D’Alia e Ardizzone, vi posso dare il Comune di Messina; solo io, Raciti, ti posso riportare a Montecitorio; solo io, Alfano, ti posso fare rieleggere…”.

P.S.

Sembra che il ministro Alfano mobiliterà un esercito di celerini per bloccare sul nascere qualunque forma di protesta popolare. E ci sembra giusti: studenti e giornalisti che non si piegano ai voleri di Renzi e del PD vanno picchiati. Già a Catania docenti e studenti hanno avuto l’antipasto. E le botte a Luca Abete sono un avvertimento a tutta la categoria… 

 

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