Una folla ‘festante’ ha salutato ieri il capo del Governo a Catania al grido di “Cacciamo Renzi” e “Fascisti!”

12 settembre 2016

Nella Catania di Giovanni Verga, ieri, i Celerini hanno caricato centinaia di giovani che protestavano contro il Governo Renzi. Una scena che ricorda tanto il protagonista del romanzo del grande scrittore catanese, Luciano, un minatore che, dopo aver sposato la figlia del padrone della zolfara, spara ai suoi ex compagni di lavoro. Cosa pensano, oggi, i dirigenti e i militanti del PD siciliano? Stanno con i ragazzi che criticavano Renzi e le leggi infami volute dal suo Governo, dal Jobs Act alla Buona scuola, fino alle ‘riforme’ costituzionali? Noi, comunque, gli dedichiamo la Canzone del Maggio di Fabrizio De Andrè, magari capiscono chi è Renzi…

Chissà che cosa si prova, da uomini e donne di sinistra, o che pensano di essere ancora di sinistra, nel vedere centinaia di giovani sfilare per le vie della città dove si celebra la Festa nazionale dell’Unità che definiscono “Fascisti” il capo del Governo italiano e i suoi accompagnatori (se voti il PD di Renzi qualche piccola crisi di identità ci sta, soprattutto se provieni del Pci, a meno che non sei completamente tonto, o pensi che ormai ci sei da anni, magari sei funzionario di partito, e devi comunque fare ‘carriera’, costi quel che costi: così ti turi il naso e vai avanti…).

Chissà che cosa hanno provato ieri gli uomini e le donne di sinistra, o che pensano di essere ancora tali, nel vedere il reparto ‘Celere’ – ovvero i Celerini, come si chiamavano i poliziotti in tenuta anti-sommossa ai tempi di Mario Scelba, Ministro degli Interni degli anni ’50, siciliano di Caltagirone, provincia di Catania – caricare centinaia di ragazzi scesi in piazza per protestare contro il Governo Renzi.

Tutti i giornali, con articoli e video, raccontano di questi scontri: la bomba carta che esplode, i Celerini che attaccano, i manganelli che colpiscono i corpi dei ragazzi: la violenza, gli arresti. Immagini di guerra metropolitana, quelle andate in scena ieri sera a Catania, a due passi da Villa Bellini, dove Renzi ha chiuso una grottesca Festa dell’Unità che ha solo offeso l’intelligenza dei Siciliani.

Ma noi, oggi, non vogliamo parlare degli scontri: del resto, i nostri lettori – che sono, ovviamente, tutti della rete – hanno già visto le immagini degli scontri ieri sera, quando, in tanti, postavano su facebook, in diretta, gli scontri, corpo a corpo, tra giovani che manifestavano e i poliziotti (qui  potete leggere il comunicato diffuso oggi dagli organizzatori).

A noi, oggi, interessa parlare dei Siciliani che vanno ancora dietro a Renzi. Di quelli che dicono ancora, quasi per darsi coraggio:

“Il PD è il mio partito e guai a chi me lo tocca. Certo, ci sono problemi, ma resta sempre il mio partito”.

Confessiamo che non ci vorremmo trovare nei panni dei Siciliani – per fortuna sempre di meno – che vanno ancora dietro al PD di Renzi, di Orfini, della Serracchiani, di Enzo Bianco e di tutta questa gente che, ormai, rappresenta il passato della politica e, contemporaneamente, il passato di una Sicilia che comincia a ribellarsi.

Che tristezza vedere tante persone, cresciute nell’idea di democrazia, magari ai tempi di Enrico Berlinguer, costrette, oggi, ad abbozzare, a difendere l’indifendibile.

Come può un uomo o una donna cresciuta nei valori del grande Pci riconoscersi nel Jobs Act, legge infame che ha solo precarizzato il lavoro, togliendo i diritti fondamentali ai lavoratori? Come si può definire “Buona scuola” una legge, altrettanto infame, che sta ‘deportando’ 50 mila insegnanti e docenti del Sud nel Nord, con la speranza che rifiutino l’incarico per far ‘risparmiare’ soldi al Governo? Come si può tollerare un Governo che penalizza i pensionati?

Come si può andare dietro a un personaggio – parliamo sempre di Renzi – che diceva che mai e poi mai sarebbe diventato capo del Governo senza passare dalle elezioni e poi ha fatto l’esatto contrario? Come si può essere favorevoli a una riforma della Costituzione che, come ai tempi di Mussolini, dovrebbe affidare il potere a una persona sola?

Noi vogliano dedicare queste nostre riflessioni alla povera gente di Sicilia che, ancora oggi, crede in Renzi. Che brutto vedere persone intelligenti e per bene che, pur sapendo che l’attuale capo del Governo e segretario nazionale del PD è quello che è, pensa ancora di sostenerlo.

“Non si fa politica con la morale, ma nemmeno senza”, ci ricorda André Malraux. Cari iscritti, militanti e simpatizzanti del PD della Sicilia: sappiamo che siete sempre più pochi, sempre più amareggiati, sempre più confusi.

Avete capito cos’è venuto a fare Renzi, in Sicilia, in questi due giorni? Vi rendete conto a no che è piombato nella nostra Isola per fare scena ed esibirsi nella sua demagogia da quattro soldi?

L’avete capito o no che la storia dei 3 miliardi e rotti di Euro di investimenti sbandierata ad Agrigento è una balla colossale? Pensate veramente che un Paese quasi fallito come l’Italia, con un debito pubblico di 2 mila e 300 miliardi di Euro – avete letto bene: 2 mila e 300 miliardi di Euro! – non si sia già ‘masticato’ soldi che sono, peraltro, già della Sicilia?

Questi soldi sono nostri: ed erano 8, forse 10 miliardi di Euro. Risorse che i Governi regionali della Sicilia, grosso modo dal 2008 ad oggi, non hanno utilizzato per incapacità o per ‘ascarismo’. Per utilizzare queste somme – che, lo ricordiamo, sono state più che dimezzate! – non c’è bisogno di alcun ‘Patto’ con Roma.

Credeteci: questi 3 miliardi per la Sicilia non si materializzeranno mai. Renzi e compagni metteranno in campo qualche decina di milioni di Euro appena il prossimo anno, prima del voto per le elezioni politiche e per le elezioni regionali.

Avete visto con quale dignità il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – che è del PD, come voi – ha respinto l’offerta del ‘Patto’ fatta da Renzi?

“Questi soldi sono nostri – ha detto Emiliano a Renzi -. Tra l’altro, erano molti di più”. E per spenderli, la Puglia non ha bisogno del ‘Patto’ con Renzi. Emiliano sì che è un presidente della Regione. E’ un caso che Emiliano non abbia nulla a che spartire con Renzi?

Se ci riflettete, è quello che anche il ‘vostro’ presidente della Regione siciliana avrebbe dovuto fare e non ha fatto. Perché Rosario Crocetta, anche se oggi provate a rinnegarlo, a disconoscerlo, a dire che voi siete un’altra cosa, è il ‘vostro’ presidente della Regione: quello che avete votato e che è stato appoggiato e che viene ancora sostenuto dai deputati di Sala d’Ercole che voi avete eletto!

Crocetta avrebbe dovuto rifiutare di partecipare a questa volgare messa in scena. Invece l’ha organizzata, la messa in scena. Ad Agrigento. Firmando il ‘Patto’ con Renzi così come, nel 2001, da Bruno Vespa, Berlusconi firmò il ‘Contratto con gli italiani’.

Che tristezza che proviamo per voi! Il caso ha voluto che questi fatti incresciosi – le proteste dei ragazzi presi a manganellate dai poliziotti – si siano verificati a Catania, nella città di Giovanni Verga.

Ieri – incredibile! – sembra sia andato in scena un nuovo capitolo di un romanzo del grande scrittore catanese. Il romanzo s’intitola Dal tuo al mio. E’ la storia di Luciano, capo operaio di una zolfara in cui lavora che sposa la figlia del padrone. Diventato lui il padrone della zolfara, Luciano non esita a sparare sui suoi vecchi compagni di lotta che chiedono il rispetto dei diritti.

E così sono andate le cose a Catania. Ricordate cosa diceva Enrico Berlinguer a proposito della credibilità dei Governi?

“Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora – diceva l’ex segretario del Pci – ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi”.

‘Compagni’ del PD siciliano: secondo voi Renzi ha “un grande consenso”? E se ha un “grande consenso” com’è possibile che, ovunque vada (pensiamo a quello che è successo a Taranto o a Treviso), la gente scende in piazza per contestarlo?

‘Compagni’ del PD siciliano: secondo voi Renzi ha “una grande credibilità politica”? E se ha tale credibilità politica com’è che ha paura di perdere il referendum sulle riforme costituzionali e rinvia, di giorno in giorno, la data per celebrarlo?

‘Compagni’ del PD siciliano: vi sembra che Renzi stia colpendo “gli esosi e intollerabili privilegi”? Secondo voi un Governo che ha provato a far togliere la casa alle famiglie che non sono riuscite a pagare sette rate di mutuo taglia i privilegi o tenta di favorire le banche?

Cari ‘compagni’ del PD siciliano, che vi piaccia o no, voi siete i Luciani di oggi.

Ieri il Governo appoggiato dal vostro partito ha dato disposizione di attaccare, a manganellate, i ragazzi che hanno la sola colpa di protestare contro un Governo che opera contro i lavoratori.

Metaforicamente, chi vi piaccia o no, dietro quei manganelli non ci sono i poliziotti, che alla fine hanno obbedito a un ordine e che, nel loro animo, se avessero potuto, sarebbero stati in piazza – pasolinianamente – a protestare con i ragazzi.

Dietro quei manganelli c’è il PD di Renzi: e ci siete anche voi che sostenete Renzi: che vi piaccia o no.

Vi dedichiamo una celebre canzone di Fabrizio De Andrè, tratta da Storia di un impiegato, la Canzone del Maggio (che potete ascoltare qui).

Ascoltatela, cari Luciani di oggi…

 

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