Palermo e la Sicilia ricordano Libero Grassi. Come? Con un Parco in suo nome bloccato dalla burocrazia

29 agosto 2016

Il 29 Agosto del 1991 i mafiosi uccidevano Libero Grassi, l’imprenditore che si rifiutava di pagare il ‘pizzo’. Non prima di averlo isolato. In suo nome il Comune di Palermo gli ha dedicato, sulla carta, un Parco cittadino che dovrebbe sorgere ad Acqua dei Corsari, dove un tempo c’era la discarica di ‘sfabbricidi’ del ‘sacco’ edilizio di Palermo. Solo che, da oltre un decennio, Stato, Regione e Comune si esibiscono in un balletto burocratico di stampo kafkiano che blocca tutto

Oggi Palermo e la Sicilia ricordano Libero Grassi, l’imprenditore ucciso il 29 Agosti del 1991 perché non ne voleva sapere di pagare il ‘pizzo’. E come viene ricordato Libero Grassi? Con una storia kafkiana, degna, in tutto e per tutto, del Comune di Palermo e della Regione siciliana. La storia è quella dell’improbabile Parco cittadino di Acqua dei Corsari, intestato a Libero Grassi. Perché improbabile? Perché da tre anni Regione e Comune del capoluogo siciliano non sono riusciti ad aprire questo Parco alla città.

Vediamo cosa sono riusciti a combinare – anzi, a non combinare – in tutti questi anni il Comune di Palermo, la Regione e lo Stato. Ripercorriamo questa incredibile storia facendoci guidare dal Comitato per l’apertura del Parco di Acqua dei Corsari.

“La vicenda dell’area di Acqua dei Corsari, per molti anni deposito degli sfabbricidi del sacco edilizio di Palermo, è emblematica dell’impotenza delle amministrazioni del Sud di impiegare bene i fondi e consegnare le opere realizzate alla fruizione dei cittadini in tempi certi”.

“Nel 2013 il Consiglio comunale di Palermo ha tributato attenzione a quest’area impegnando l’Amministrazione a intestarlo a Libero Grassi. Il progetto doveva essere finanziato dal Territorio Ambiente, ma in assenza della  caratterizzazione (un’analisi chimica approfondita su tutti i materiali presenti in un’area: passaggio necessario, visto che parliamo dell’ex discarica del ‘sacco’ edilizio di Palermo ndr), trattandosi di una ex discarica, la misura del finanziamento passò all’Emergenza Rifiuti ora Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione”.

La storia di questa discarica da recuperare è iniziata prima del 2013: ed esattamente nel 2005.

“Nel 2005 – leggiamo sempre nella nota del Comitato – è stata fatta la 1° caratterizzazione della ex discarica e i risultati dei sondaggi fatti dalla Sering e dall’Arpa (si tratta dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente), sono risultati congruenti. Dopo una conferenza di servizi nel 2006 si è stabilito di iniziare i lavori urgenti di messa in sicurezza ed emergenza e sviluppare successivamente ulteriori approfondimenti della caratterizzazione del sito. I progettisti avevano suggerito di procedere alla seconda fase della caratterizzazione durante il cantiere della messa in sicurezza. Tuttavia, sia il Comune che Sviluppo Italia hanno preferito iniziare la 2° fase della caratterizzazione a cantiere concluso”.

“L’ultimazione dei lavori di messa in sicurezza diretti dalla Sering – leggiamo sempre nella nota del Comitato per l’apertura del Parco di Acqua dei Corsari – è avvenuta il giorno 8/11/2008; lo stato finale è stato redatto il 14/01/09, il collaudo è stato effettuato nel marzo 2009. Intanto il commissario regionale, nella persona del Dirigente Generale del Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione, ha dato mandato a INVITALIA, ente pubblico ex SVILUPPO ITALIA, di continuare l’iter della caratterizzazione. Questi a loro volta hanno fatto affidato le indagini e le analisi al laboratorio AMBIENTE, il quale ha eseguito le indagini chimiche sui terreni e sulle acque”.

Come potete notare, le analisi chimiche su questo sito passano sa ente ad ente, per non arrivare mai al cuore del problema.

“Questa 2° caratterizzazione – prosegue la nota del Comitato – è stata supervisionata, come di norma, dall’Arpa, che ha fatto le sue analisi su una percentuale del 10% dei campioni consegnati dal laboratorio AMBIENTE. I risultati di controllo dell’Arpa sono risultati in notevole contraddizione con quelli di INVITALIA e/o AMBIENTE, molte volte con valori inferiori; in poche parole alcuni risultati sono peggiorativi da parte di INVITALIA, come quelli dei metalli che sono sovrastimati, mentre per idrocarburi e IPA vi è una sottostima”.

“Con i valori ottenuti, l’Arpa nell’ottobre 2011 ha dato parere negativoin quanto non è in condizione di validare i risultati vista la non congruenza fra quanto ottenuto da AMBIENTE e quanto verificato da ARPA. In assenza di validazione dell’Arpa, INVITALIA non ha chiuso il rapporto col laboratorio AMBIENTE”.

“Nel giugno 2012 il Commissario Regionale, nella persona del Dirigente Generale del Dipartimento Acque e Rifiuti ha indetto una riunione a seguito della quale l’Arpa ha risposto, con una lettera inviata sia al laboratorio AMBIENTE, che per conoscenza all’assessorato Energia, Comm. Delegato Bonifica, Urbanistica, Provincia, ed SG1, nella quale si suggerisce di rivedere e parametrizzare i risultati, suggerendo di adottare criteri diversi rispetto a quelli nazionali, per fare rivalutare al laboratorio AMBIENTE, tutti i dati”.

“Secondo l’autorevole parere del dott. Librici (chimico di ottimo livello), si può tranquillamente entrare nel sito per fare manutenzione e pulizia, magari usando tute e guanti nel rispetto della salute dei giardinieri, perché esso è il gestore e deve tutelare l’area anche se non ancora aperta al pubblico, a prescindere se è più o meno finito l’iter della caratterizzazione. Anzi, il Comune di Palermo ha l’obbligo di fare ciò in quanto è proprio un aspetto dei lavori di messa in sicurezza  garantire la guardiania del sito, per evitare eventuali ulteriori inquinamenti da discariche abusive”.

Che fare per venire fuori da questo ‘nuovo capitolo’ del Castello di Kafka in salsa panormita?

Per il Comitato per l’apertura del Parco di Acqua dei Corsari, la strada per sbloccare tutto esiste:

1) Esortare INVITALIA, in quanto committente delle indagini, a pretendere da AMBIENTE un prodotto che sia validabile da parte dell’Arpa (organo di controllo). Seguendo le indicazioni fornite dal dott. Librici.
2) Invitare il Commissario Regionale a sollecitare a sua volta INVITALIA a concludere il contratto.
3) Effettuare “l’analisi del rischio”, e ottenere il rilascio del certificato di avvenuta bonifica, che consente la fruizione pubblica del sito, dalla Provincia.

Il 27 luglio 2015 ARPA Palermo comunicava che era stato trovato un accordo per l’integrazione del piano di caratterizzazione e che tale accordo necessitava di una validazione da parte della Regione; validazione che è stata trasmessa ad Arpa il 17 febbraio 2016.

“Ogni passaggio di carta da una scrivania all’altra – dicono al Comutato – è espressione di assenza di incapacità nel restituire alla città un luogo da vivere e gioire dopo l’immensa discarica che l’ha penalizzata per lunghi anni Il 22 aprile Invitalia ha diffidato a sua volta il laboratorio Ambiente s.c. a ultimare il lavoro. Poi il nulla. Fidiamo sulla sua capacità di coordinamento e decisione. Restituire alla città di Palermo una grande area verde collocata in un ambito paesistico unico, reso famoso in tutto il mondo dallo skyline che ha ispirato celebri tele dell’artista Renato Guttuso, sarebbe un grande segnale per la difficile battaglia per la legalità e il recupero del territorio”.

I protagonisti del Comitato per l’apertura del parco di Acqua dei Corsari si sono rivolti al Prefetto di Palermo:

“Per quanto sopra esposto e al fine di poter illustrare un penoso e mortificante andamento dell’opera pubblica intitolata a un martire di cui si celebra la memoria il 29 agosto, Le chiediamo un urgente incontro. Sarebbe fantastico per questa città e per la memoria di Libero celebrare il 26° anniversario anche nel Parco che porta il suo nome”.

 

 

 

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