Rifiuti di mezza Sicilia a Castelvetrano: timori di inquinamento per Selinunte e Cave di Cusa

25 luglio 2016

Noi torniamo a ribadire la nostra tesi: trasformare l’area di Castelvetrano – zona ad alta vocazione turistica (Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa) e con un’agricoltura di qualità (olive da mensa, olio d’oliva extra vergine, ortofrutta di altissima qualità) – in una discarica per i Comuni di mezza Sicilia è una follia. Non si può governare così – con provvedimenti estemporanei che cambiano di giorno in giorno – una Regione di oltre 5 milioni di abitanti. Ah, dimenticavamo, nella discarica di Bellolampo, Palermo, hanno ‘scoperto’ che ci sono problemi…

Com’è noto, tantissimi Comuni della Sicilia, ormai da quasi due mesi, non sanno dove scaricare i rifiuti. Ma da ieri – almeno così si legge sui giornali – il problema sarebbe stato ‘risolto’. Come? Trasformando una delle poche stazioni di compostaggio – quella di Castelvetrano (Polo tecnologico Integrato di contrada Airone) – in discarica. Sì, avete letto bene: uno dei pochi centri di compostaggio funzionanti della nostra Isola – realizzato per agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti – di fatto, verrà trasformato in una discarica! Qualcuno ha avvertito gli oltre 30 mila abitanti di Castelvetrano che nel loro territorio sta per prendere forma una discarica nella quale dovrebbero confluire i rifiuti di tanti piccoli e grandi centri del Trapanese, dell’Agrigentino e del Palermitano?

Ricordiamo che, per compostaggio, o biostabilizzazione, s’intende un processo biologico aerobico (in presenza di ossigeno), controllato dall’uomo, al quale si ricorre per produrre una miscela di sostanze umificate (il compost). Durante questo trattamento le componenti organiche maggiormente biodegradabili subiscono un processo di mineralizzazione.

In base alle materie prime si ha il compostaggio verde (scarti lignocellulosici), il compostaggio di qualità (varie matrici organiche selezionate), il compostaggio da rifiuti tal quali (RU non selezionati all’origine).

Non tutti i rifiuti prodotti possono produrre compost. I materiali compostabili sono i residui vegetali (paglie, potature, sfalci), i residui di lavorazione industriale di prodotti agricoli (sanse, borlande, stocchi e via continuando), i sottoprodotti della lavorazione del legno, gli scarti alimentari domestici o originati da produzioni agro-industriali, gli scarti organici originati da Rifiuti Solidi Urbani indifferenziati (RSU), le deiezioni animali (letami e liquami) e i fanghi di depurazione.

Non solo. Il processo di compostaggio ha i suoi tempi. Nella migliore delle ipotesi, se la tecnologia utilizzata è quella di avanguardia (i tunnel), il processo di compostaggio non può durare meno di 13-14 giorni. Ciò significa che un centro di compostaggio come quello di Castelvetrano può ricevere un quantitativo di rifiuti pari a quello che occorre per avviare le operazioni di lavorazione. E un’altra parte per lo stoccaggio di materiale che verrà avviato al compostaggio dopo.

Questa precisazione è fondamentale per comprendere che, se nella stazione di compostaggio di Castelventrano arriveranno – come sta avvenendo – i rifiuti di mezza Sicilia, questo non è più compostaggio, ma stoccaggio di rifiuti, ovvero trasformazione della stazione di compostaggio in discarica!

Non siamo solo noi a manifestare dubbi su quanto sta accadendo a Castelvetrano. Giuseppe Salluzzo (come potete leggere anche qui), di Legambiente, ha dichiarato:

“Un deposito temporaneo, preliminare e transitorio di circa duemila tonnellate di rifiuti presso il Polo Tecnologico Integrato di contrada Airone, nel Comune di Castelvetrano, preoccupa, poiché in Sicilia significa spesso definitivo”.

Legambiente ricorda che l’area nella quale si trova l’impianto di compostaggio è limitrofa all’invaso del fume Modione, che per alcuni chilometri attraversa un’area agricola di pregio coltivata ad uliveti (le olive di Castelvetrano rappresentano una produzione di altissima qualità).

Il fiume Modione, ricorda sempre Legambiente, sfocia in mare, all’interno del Parco Archeologico di Selinunte a poca distanza dalle Cave di Cusa. Morale: la discarica – perché di una discarica si tratta – inquinerà il Modione che andrà ad inquinare l’area del Parco archeologico di Selinunte e le Cave di Cusa.

“Un altro aspetto da non sottovalutare – sottolinea sempre Salluzzo – è il rischio diossina, che non è sicuramente di poco conto, visto l’immane incendio che due giorni fa ha interessato l’impianto dove i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per la considerevole area interessata, quasi tutta a stoppie e terreni incolti che costeggia l’impianto e il fiume, oggi tutta bruciata”.

Avvertimento importante: se i rifiuti che, in queste ore, si stanno accumulando a Castelvetrano, nell’area del Polo tecnologico, dovessero prendere fuoco, ci sarebbe anche il problema diossina: per gli oliveti, per le aziende che lavorano le olive per produrre olio d’oliva extra vergine, per il fiume Modione e per le aree archeologiche di Selinunte e Cave di Cusa.

Insomma, è inutile che ci prendiamo in giro: un conto è l’attività di compostaggio – che come abbiamo visto ha bisogno di tecniche e di tempi precisi – altra e ben diversa cosa è un centro compostaggio che viene trasformato in discarica per ‘ospitare’, così si legge in un comunicato ufficiale di qualche giorno fa, 2 mila tonnellate di rifiuti!

“Io preferisco parlare con le carte e non con anatemi come fa il presidente della Regione siciliana”, ci dice il sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, che nella vita fa l’avvocato. Che aggiunge: “Sto studiando le ‘certe’ e mi esprimerò solo quando avrò gli elementi di giudizio. Quello che posso dire è che, nei giorni scorsi, quando il Governo regionale ha deciso di trasferire i rifiuti di mezza Sicilia nel centro di compostaggio del mio Comune, non siamo stati nemmeno avvertiti”.

Quello che pensiamo di questa incredibile storia noi l’abbiamo scritto (lo potete leggere qui per esteso): il Governo regionale ha scelto Castelvetrano per consentire a tanti Comuni della provincia di Trapani di liberare le strade dai rifiuti. E poiché Palermo e Castelvetrano sono collegati dall’autostrada Palermo-Mazara del Vallo, il Governo regionale e i sindaci di alcuni centri del Palermitano (Carini, Capaci, Cinisi, Terrasini e via continuando), attualmente con le strade sommerse dai rifiuti, hanno trovato il modo per risolvere il problema…

Lo stesso discorso vale per molti centri dell’Agrigentino che, adesso, potranno liberarsi dei propri rifiuti grazie alla strada a scorrimento veloce Agrigento-Castelvetrano.

Tutto questo avviene in piena estate, mentre i Comuni del Trapanese, del Palermitano e dell’Agrigentino sono invasi dai turisti e, di conseguenza, con una produzione di rifiuti raddoppiata, se non triplicata.

Nell’accordo c’è scritto che nell’impianto di Castelvetrano verranno trasferiti ‘temporaneamente’ 2 mila tonnellate di rifiuti. Come abbiamo fatto a individuare la quantità in modo così preciso non lo sappiamo. Quello che possiamo dire, in conclusione del nostro articolo, è che quando, tanti anni fa, cominciarono ad ammassare i rifiuti nella discarica del Catanese che dista pochi chilometri da Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, i governanti regionali dissero che si trattava di un fatto “temporaneo” e che tutto si sarebbe risolto nel giro di qualche anno.

Oggi, a Misterbianco e a Motta Sant’Anastasia la gente è costretta a scendere in strada per difendere la propria vita.

Non possiamo non avvertire gli abitanti di Castelvetrano: state attenti perché in Sicilia, come giustamente hanno osservato i dirigenti di Legambiente, nulla è più definitivo di ciò che è temporaneo…

P.S.

Guarda caso, quando il Governo regionale ha deciso di trasferire i rifiuti del Palermitano a Castelvetrano, i gestori della discarica di Bellolampo, a Palermo, hanno scoperto che la propria discarica (cioè la stessa discarica di Bellolampo) ha ‘problemi’.

La discarica di Bellolampo non ha affatto problemi. L’assurdità – come questo blog ha scritto nei giorni scorsi (articolo che potete leggere qui) – è aver pensato di trasferire in questa discarica, che opera con una sola vasca (la sesta, per la precisione) i rifiuti di tutti i Paesi della provincia di Palermo. In condizioni ordinarie Bellolampo potrà abbancare i rifiuti di Palermo e di qualche altro Comune per un altro anno: poi dovrà essere operativa la settima vasca (che è in fase di progettazione e che dovrà essere realizzata nei prossimi mesi).

Ammassare a Bellolampo tutti i rifiuti del Palermitano sarebbe stata un’altra follia, perché la sesta vasca di questa discarica si sarebbe ‘riempita nel giro di un mese-un mese e mezzo. Lasciando in emergenza Palermo già ad Ottobre.

Ovviamente, Crocetta, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e i ‘geni’ che operano negli uffici regionali e comunali non ci possono dare ragione. Però, appena hanno saputo che Castelvetrano si accinge a diventare la più grande discarica della Sicilia, hanno scoperto che a Bellolampo ci sono problemi. Ma guada che caso…  

 

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