Lo Stato deruba la Sicilia. E l’informazione? Falsa? Depistante? O semplice ignoranza?

25 giugno 2016

Oggi tante categorie sociali e alcuni soggetti istituzionali della nostra Isola sono in rivolta. Comuni, ex Province, precari, forestali, per citarne solo alcune. Però quando si tratta di difendere la Regione dagli scippi dello Stato, tacciono. Anche perché alla ‘grande informazione siciliana’ interessa poco informare la gente sul fatto – ad esempio – che lo Stato, per restituirci una parte dei nostri soldi che ci ha scippato, impone, di fatto, lo smantellamento dell’Autonomia. Quand’è che i Siciliani capiranno che si debbono liberare della vecchia politica fatta di ‘ascari’? 

Chi è più pericoloso per la società, un giornalista corrotto, o un giornalista ignorante? E’ una  brutta domanda. Diciamo che “se la battono”.

La “grande informazione regionale” ha riportato i contenuti  di un “patto” stipulato  tra il governo regionale e quello nazionale.

(Questo bog via ha dato tutte le informazioni in articoli precedenti: per esempio, qui).

Non si può certo dire che questo “patto” rientri nella “leale collaborazione” tra due “pezzi” della Repubblica, Stato e Regione, per come la definisce in una sentenza la Corte Costituzionale.

Che i cronisti dei maggiori quotidiani regionali ignorino la differenza tra finanza propria, finanza derivata e finanza trasferita è un fatto gravissimo e inaccettabile. Questa ignoranza induce a non capire che lo Stato, stipulando quel “patto”, ha fatto il  gioco delle tre carte.

Prima carta: lo Stato si trattiene le tasse pagate dai siciliani, quelle che, ai sensi dello Statuto, sono finanza propria,  usando come clava l’Agenzia  delle entrate che è un ufficio (teoricamente) a  disposizione della Regione (lo sapevate?).

A questo riguardo consentitemi un ricordo personale di quando gli Intendenti di finanza, i capi degli Uffici che oggi si chiamo Agenzie dell’entrata, correvano se li convocava  l’allora assessore regionale del Bilancio e delle Finanze.

Oggi i capi dell’Agenzia delle entrate manco rispondono alle telefonate del Presidente della Regione. E’ colpa della ‘Autonomia? Non ditemi che c’entra l’Autonomia, perché “metto mano alla pistola”. E’ colpa di tutti  questi omuncoli politici,  nati per servire, “purché se magna”.

Seconda carta: lo Stato, invece di restituirci pari pari il maltolto, se lo tiene stretto e, per darcene un po’, ci ricatta, imponendo, per la restituzione di una parte dei nostri soldi, una serie di condizioni che vanno in direzione dell’abolizione, di fatto, dell’Autonomia.

Terza carta: lo Stato fa questo ragionamento: “Grazie a questi pupi di politici, l’Autonomia regionale è diventata odiosa a tutti, italiani e siciliani. Io mi ergo a paladino del buon governo e impongo regole che tutti quelli che odiano l’Autonomia approvano, e condiziono l’effettiva erogazione dei soldi (che sono loro) all’attuazione delle condizioni. Siccome quei deficienti non sono in grado di fare nulla, meno che meno di attuare le regole che gli impongo, ecco che io mi tengo i loro soldi e per l’opinione pubblica passa il concetto che è colpa loro”.

Per un semplice cronista politico la cosa è troppo sottile. Ma non per l’editore o il direttore. Ma siccome il “Sicilia delenda est” fa tanti lettori, va bene  così. E così se il presidente della Regione, Rosario Crocetta, dice che “è un fatto storico”, la stampa ripete bovinamente la “sparata”.

E’ ovvio: non sanno di che cosa si sta parlando e quindi va bene quello che si inventa uno che è stato inventato presidente della Regione.

Ho fatto giorni fa un chiacchierata con un cronista politico d’altri tempi, un mito. Tra amarcord e indignazione abbiano ripercorso questa discesa agli inferi, tra siciliani ministri della Repubblica che fanno finta di niente, sottosegretari che per  guadagnarsi la candidatura a Palazzo d’0rleans si  prestano ad ogni bassezza e politici nazionali e regionali di maggioranza e di opposizione che, non capendo nulla, se ne stanno zitti.

Qualche settimana fa il settimanale L’Espresso – L’Espresso, non Topolino, o il Pif  Paf – ha pubblicato un’intervista in cui Alessandro Baccei, “il nostro agente all’Avana”, ha confermato candidamente che lo Stato scippa annualmente alla Regione 7 miliardi di Euro (7 miliardi! Lo sapete che cosa si può fare di buono con 7 miliardi?).

Nessun organo di informazione siciliano ha ripreso la notizia, che è oggettivamente una bomba di notizia. Gelosia? Invidia? E’ stato come non dare la notizia di un grande terremoto in una  grande città solo perché non si è stati i primi a riportarla! Un silenzio glaciale ha sepolto la notizia.

Il presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, che pur di fare il sindaco metropolita di Messina sta perdendo l’anima, non ha convocato in Aula in Parlamento né Crocetta, né Baccei a rendere le dovute spiegazioni. Il sottosegretario Davide Faraone se ne è stato zitto, perché altrimenti il suo slogan e cavallo di battaglia, “Roma ci aiuterà”, non servirebbe più a niente, e con lui tutto il PD siciliano e tutta l’opposizione.

Semu in manu a nuddu!

Volete la misura della miseria morale del governo nazionale e di quello regionale? Tra le condizioni capestro per darci una parte dei nostri soldi, Renzi e il Ministro dell’Economia Padoan pongono quella della rinuncia ai ricorsi regionali contro le norme statali che ci sottraggono risorse finanziarie. Che uomini sono questi, che senso dello Stato hanno?

In questi casi, una volta avviati i ricorsi, tutto deve essere lasciato nelle mani della Corte Costituzionale. Nessuno al mondo ha il potere di rinunciare a qualcosa che non è suo e i soldi a cui Crocetta, sotto ricatto, rinuncerebbe non sono di Crocetta: sono soldi dei siciliani. Lui non ha alcun potere su questi ricorsi.

l ricorsi sono atti dovuti e non negoziabili. Se Crocetta si azzardasse, sarebbe passibile di un accusa di violazione dello Statuto.

Disoccupati, pensionati sotto i livelli minimi, dipendenti pubblici, precari di tutto il mondo, forestali stagionali, non fatevi addormentare dalle notizie che vi danno gli scrittori e i giornalisti prezzolati. Quando capirete che i nostri soldi, ripeto, i nostri soldi, basterebbero a risolvere tutti i problemi che vi angustiano?

Siciliani tutti, quando capirete che, se siamo gli ultimi, è perché lo Stato, con la complicità  dei nostri ominicchi politici, ci rapina del nostro?

Quando capiremo che, per vivere meglio, a noi siciliani basta mandarli a casa?

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