Expo di Milano: la Regione siciliana ha ‘tappiato’ i fornitori. Pronti i decreti ingiuntivi

21 maggio 2016

L’ultima vergogna della gestione Crocetta-PD la leggiamo in un servizio pubblicato dal quotidiano on line, Blog Sicilia. I creditori – circa 300 – si sono già rivolti alla magistratura. Il Cluster Biomediterraneo ha incassato 2,7 milioni di Euro. Il dirigente responsabile, Dario Cartabellotta, aveva disposto i pagamenti. Che sono stati bloccati da ‘qualcuno’. Da chi? Ora si profila anche un danno erariale. Ricordiamo che l’Expo di Milano, tanto decantato da Renzi, ha prodotto un ‘buco’ di 237 milioni di Euro

  

Un’altra vergogna si abbatte sulla Regione siciliana di Rosario Crocetta a trazione PD: i creditori, che la scorsa estate, in occasione della partecipazione della Sicilia all‘Expo di Milano, hanno fornito beni e servizi non sono stati pagati. E adesso minacciano di sommergere la Regione siciliana di una pioggia di decreti ingiuntivi.

Insomma, la Regione siciliana, fino ad oggi, ha ‘tappiato’, come si dice dalle nostre parti, circa 300 creditori (‘tappiare’ significa non onorare i debiti). La notizia la leggiamo sul quotidiano on line, BlogSicilia (che potete leggere qui).

L’Expo di Milano, che avrebbe dovuto essere un fiore all’occhiello del Governo nazionale di Matteo Renzi, è stato invece un flop economico, se è vero che ha prodotto un ‘buco’ pari a 237 milioni di euro (come potete leggere qui).

Per la Sicilia è stato presentato come un successo. Anche se, in verità, sono stati in tanti a manifestare dubbi sul ‘successo’ della Regione all’Expo (come potete leggere qui).

Tra l’altro, anche l’ex assessore regionale all’Agricoltura, Nino Caleca, aveva manifestato dubbi proprio sul Cluster Biomediterraneo. Poi, però, Caleca, dopo aver minacciato di sbaraccare tutto, si è in un certo senso arreso alla realtà: tant’è vero che, dopo qualche mese, ha rassegnato le dimissioni da assessore regionale.

Ma vediamo come stanno le cose.

A distanza di sette mesi oltre trecento fornitori stanno ancora aspettando il pagamento per i beni e i servizi forniti alla regione.

“Con quali soldi visto che non era stata data alcuna dotazione? – scrive Blog Sicilia -. Pochi sanno che il Dipartimento Pesca dell’Assessorato dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca del Mediterraneo ha incassato 2,7 milioni di Euro dalle attività del Cluster: soldi, questi, regolarmente depositati nelle ‘casse’ della Regione, a fronte di 2,6 milioni spesi per i sei mesi di gestione! Soldi incassati grazie alla fornitura di merci e della prestazione di operatori che hanno fornito la loro collaborazione”.

Insomma, la Regione, con il Cluster, i soldi li ha incassati: ma fino ad ora, come si dice dalle nostre parti, ha ‘tappiato’ i creditori.

La vicenda è finita sui tavoli della magistratura e dell’Anticorruzione nazionale.

“Ora alcune aziende si sono rivolte alla magistratura – leggiamo sempre su Blog Sicilia – con la conseguenza che la Regione dovrà pagarne le spese e che il dirigente del Dipartimento Pesca, Dario Cartabellotta, a cui sono stati rigettati i decreti di pagamento per ben due volte, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica e un ricorso alla CGA (Consiglio di Giustizia Amministrativa”.

Insomma, Dario Cartabellotta, che è stato il responsabile del Cluster Mediterraneo, avrebbe voluto pagare i fornitori, perché i soldi in ‘cassa’ c’erano. Ma ‘qualcuno’ ha bloccato i pagamenti. Chi?

Questa è una bella domanda. Con molta probabilità, si sono sommati due elementi: invidia e ‘cannibalismo’ all’interno dell’alta burocrazia regionale e un Governo che, avallando gli scippi finanziari del Governo Renzi, ha approfittato per arraffare questi 26 milioni di Euro.

Infatti, se questi soldi ci fossero ancora, l’attuale assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, non dovrebbe avere problemi a pagare i fornitori, che sono titolari di crediti certi. Se fino ad oggi non li ha pagati qualche problema c’è. O no?

“Ieri – leggiamo sempre su Blog Sicilia – una delegazione del coordinamento dei creditori, a cui hanno aderito oltre 120 creditori (su circa 300 creditori ndr), ha incontrato l’assessore Cracolici che manifestando e rilevando le criticità e l’inusualità delle procedure adottate, dice di essere convinto che si dovranno pagare i creditori. La procedura che si intenderebbe adottare, attraverso un coinvolgimento dell’Ars, che dovrebbe deliberare una sorta di sanatoria appare a nostro avviso una strada molto lunga e tortuosa. nel frattempo si sommeranno spese e costi che inevitabilmente la Regione dovrà subire con un danno erariale che qualcuno sarà chiamato a pagare”.

I creditori hanno ragione: che cosa c’entra l’Assemblea regionale siciliana in questa storia?

Se il Parlamento siciliano, come ha chiesto il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, convocherà alcuni dei protagonisti di questa storia (il già citato assessore Cracolici, il coordinatore del Cluster Biomediterraneo, Cartabellotta, e il commissario ad acta, Ignazio Tozzo) per capire come stanno le cose, nulla da dire.

Ma sarebbe incredibile coinvolgere l’Ars in una vicenda dove c’è già un danno erariale (i costi sostenuti dai creditori per riavere i soldi).

 

 

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