Palermo, i dubbi sulle case famiglia (private!) dove vengono ricoverati i bambini ‘a colpi’ di 2 mila Euro al mese…

1 febbraio 2016

Un comunicato stampa di Giusy Scafidi, presidente della quarta commissione del Consiglio comunale di Palermo (la commissione consiliare che si occupa di attività sociali) accende i riflettori su un settore delicatissimo della vita sociale. Durissime le parole della consigliera comunale: “E’ importante far luce su tanti aspetti e prevenire, con un’attenta analisi, eventuali speculazioni”. Tirato in ballo anche il Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune: “Non è mai entrato in contatto con la mia commissione”. Sullo sfondo il ruolo delle case famiglia private. E tanti soldi pubblici

Speculazioni sui bambini tolti alle famiglie di Palermo? Questione spinosissima sollevata dalla presidente della quarta commissione consiliare del Consiglio comunale del capoluogo siciliano, Giusy Scafidi. La quarta commissione consiliare, per la cronaca, è quella che si occupa di attività sociali.

Di scena le case famiglia di Palermo – private – dove vengono ricoverati, forse con un po’ di fretta in più, i bambini di famiglie ‘difficili’. Dove le ‘difficoltà’, forse, si fondono e si confondono con le povertà.

Dice Giusy Scafidi: “È importante far luce su tanti aspetti e prevenire, con un’attenta analisi, eventuali speculazioni”. Parole che motivano la scelta di leggere tutte le relazioni presentate, dal 2012 a oggi, dagli assistenti sociali. “Relazioni indispensabili – si legge nel comunicato della consigliere comunale – per chiedere al Tribunale, negli eventuali casi verificatisi, che i minori passassero dalle cure della famiglia a quelle delle strutture preposte”.

Insomma, parliamo dei bambini tolti alle famiglie e ricoverati nelle case famiglia gestite da privati. A questo punto gli interrogativi della presidente della quarta commissione consigliere di palazzo delle Aquile – sede del Comune di Palermo – diventano pesanti come macigni: “Perché le adozioni e gli affidi sembrano pochi? I bambini entrano nelle case famiglia da piccoli e escono ormai grandi: perché? Ci sono pochi affidi e poche adozioni? E vogliamo capire i reali motivi per cui i bambini vengono tolti alle famiglie, accertarci soprattutto che non si siano verificati casi in cui i minori siano stati tolti ai genitori per motivazioni economiche”.

I bambini, chiarisce Giusy Scafidi, come prevede il testo entrato in vigore il 7 luglio 2014, non prevede che i bambini debbano essere ricoverati nelle case famiglia se le famiglie di appartenenza sono povere. Non si possono togliere i figli a due genitori solo perché questi sono poveri. Cosa molto importante in una città di un Sud Italia abbandonato dal governo regionale in una Sicilia che viene letteralmente derubata dal governo nazionale.

La stranezza, mettiamola così, è che le ‘autorità’ politiche che stanno affamando i cittadini (non ci riferiamo soltanto allo Stato che taglia risorse finanziarie alla Regione e ai Comuni, alla Regione siciliana di Rosario Crocetta che non si oppone agli scippi romani e che, anzi, li facilita, ma anche al Comune di Palermo che considera i palermitani come limoni da spremere: basti pensare ai 150 milioni all’anno in più di tasse che i palermitani pagano da quando Leoluca Orlando è diventato sindaco di Palermo!) trovano, poi 2 mila Euro al mese – dicasi 2 mila Euro! – per pagare la retta mensile poer ogni bambino ricoverato in queste case famiglia! C’è o non c’è qualcosa che non funziona in questa storia?

“Quello che vorremmo – sottolinea Giusy Scafidi – è che i due mila euro mensili utilizzati per il supporto e il sostegno dei singoli bambini nelle comunità alloggio siano invece destinati per migliorare la situazione economiche delle famiglie che, con quelle somme o anche leggermente inferiori, potrebbero sostenere la famiglia. Perché l’obiettivo della nostra politica – aggiunge la consigliera comunale – è quello di tutelare i bambini: e un bambino che cresce con i suoi genitori è un bambino sano. Da questo discorso, ovviamente, vanno esclusi i casi in cui i minori vengano destinati alle case famiglia per altre motivazioni, come la violenza familiare o l’incapacità dei genitori di accudirli”.

Giusy Scafidi ricorda, inoltre, che è sempre in aumento il numero delle famiglie che risente del forte periodo di crisi economica. Soprattutto in Sicilia. Soprattutto a Palermo. Altra considerazione importante. Perché nel capoluogo siciliano, a giudicare da quello che dice la presidente della commissione consiliare del Comune di Palermo che si occupa di attività sociali, tante famiglie povere, oggi, hanno paura: paura che gli vangano tolti i figli. Duemila Euro al mese, del resto, sono molto allettanti…

Un po’ come i ‘filantropi’ dei Centri di accoglienza per migranti, che incassano 35 Euro al giorno per ogni migrante…

“Se una madre teme di veder sottratto il proprio figlio – insiste Giusy Scafidi – non si rivolgerà mai alle istituzioni preposte per chiedere aiuto, agevolazioni e per avere un supporto, così come stabilito dalla legge. Costringiamo famiglie al silenzio e a convivere con la povertà”.

Infine Scafidi invita il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza del Comune, che di recente ha incontrato associazioni di case famiglia della città, ad incontrare la sua commissione e a relazionare periodicamente, ogni sei mesi, così come previsto da apposito regolamento.

“Siamo certi della sua professionalità e competenza – continua Scafidi – ma non è mai entrato in contatto con la mia commissione che è quella preposta alle politiche sociali. Ritengo molto importante questa figura al punto che l’iter burocratico per istituita è partita da una mia proposta di deliberazione”.

P.S.

Noi non abbiamo le certezze della presidente della quarta commissione consiliare del Consiglio comunale. Noi, su questo Comune di Palermo e su come viene amministrato nutriamo presocratici dubbi. Molti dubbi. Anche in ordine a questo delicatissimo settore.

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