Sanità & poltrone: l’allegra brigata dei senza titoli

29 gennaio 2016

In questi giorni si discute del ‘siluramento’ di Giuseppe Noto dalla poltrona di direttore sanitario della ASP di Palermo. Ma chi l’ha mandato a casa – il dottore Antonino Candela – ha i titoli per restare dov’è? Il ricordo di un’interrogazione parlamentare. E di due deputati della Commissione Affari istituzionali dell’Ars che si sono astenuti su un bel po’ di nomine…

Si discute, in questi giorni, del licenziamento del dottor Giuseppe Noto da direttore sanitario dell’ASP di Palermo (Azienda sanitaria Provinciale). L’atto risolutivo è stato disposto dal direttore generale della stessa Azienda sanitaria, dottor Antonino Candela. Motivazione: ha scoperto, in verità con qualche anno di ritardo, la “mancanza, in capo al dottor Noto, del requisito principale per ricoprire l’incarico di direttore sanitario, cinque anni di Direzione di Struttura complessa”.

Non sta a noi indagare se il dottore Noto abbia o meno i titoli richiesti dalla legge per la nomina a direttore sanitario di una Azienda Sanitaria Territoriale o Ospedaliera. Restiamo, in verità, un po’ perplessi nel notare che la risoluzione del contratto al dottor Noto sia stata disposta dal dottor Candela. E sapete perché? Perché quando la Commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana – chiamata, com’è noto ad esprimere un parere obbligatorio ma non vincolante per il governo regionale sulle nomine – è stata chiamata ad esprimersi sulla nomina del dottor Candela e su altre nomine, l’allora presidente di tale Commissione legislativa, Antonello Cracolici – esponente del PD e oggi assessore regionale all’Agricoltura – si è astenuto. La stessa cosa ha fatto l’onorevole Antonino Malafarina, che allora faceva capo al Megafono.

Un’astensione che, allora, ha fatto molto discutere. E che ha riguardato anche le nomine del dottor Fabrizio De Nicola a direttore generale all’ASP di Trapani e del dottor Salvatore Lucio Ficarra a direttore generale dell’ASP di Agrigento. Astensione che, forse, trovava fondamento nell’interrogazione parlamentare con la quale il gruppo di Forza Italia all’Ars chiedeva al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e all’allora assessore alla Salute, Lucia Borsellino “se le S.V. non ritengano di rivedere in autotutela le nomine a Direttore Generale del dott. Antonino Candela, del dott. Fabrizio De Nicola e del dott. Salvatore Lucio Ficarra, allorquando accertati i vizi denunciati sulle predette nomine”.

I “vizi denunciati” erano riferiti principalmente al fatto che, proprio sulla base dei loro curricula, il dottor Candela, il dottor De Nicola ed il dottor Ficarra avrebbero dovuto sostenere e superare l’apposito esame per quiz a risposta multipla, invece che essere nominati direttamente. Così sarebbero dovute andare le cose se la Commissione speciale, nominata dall’assessorato regionale alla Salute – composta dal Professore Marco Frey, dal dottor Fulvio Moirano e dal dottor Ernesto Morici, deputata all’esame dei curricula degli aspiranti alla nomina di direttore generale – avesse semplicemente applicato i criteri che essa stessa si era data con il verbale del 6 febbraio 2013: criteri, come si evince dalll’interrogazione parlamentare, sarebbero stati applicati per tutti e disapplicati per Antonino Candela, per Fabrizio De Nicola e per Lucio Ficarra.

Quanto descritto nell’interrogazione parlamentare, desumibile anche dai motivi dell’astensione di Cracolici e Malafarina, è avvenuto nell’età dell’oro della legalità con Lucia Borsellino assessore alla Salute. E oggi? Oggi siamo, come dire?, nell’età del bronzo della sanità siciliana, con Baldo Gucciardi che ha preso il posto di Lucia Borsellino. Ma è anche il tempo della Procura della Repubblica di Palermo, che ha aperto un’indagine sulle nomine di tutti i direttori, con tanto di sequestro degli atti relativi da parte dei Nas.

In questa fase – e questo ovviamente è il nostro punto di vista – sarebbe importante se la politica arrivasse prima della Giustizia. Cominciando a rispondere alla seguenti domande:

Il dottor Candela ha mai sostenuto un pubblico concorso per titoli ed esami per ricoprire incarichi di Direzione di Struttura Complessa?

Lo stesso dottor candela è stato mai dirigente amministrativo di II livello?

Se inapplicabile l’art.15septies del D.lgs n. 502/1992 per la Direzione delle Strutture complesse, com’è stato possibile conferire al dottor Candela l’incarico esterno di direzione di Struttura complessa presso l’ASP di Trapani nell’anno 2003?

Se detto incarico è stato assolto dal dottor Candela dal 2003 al 2009, perché la Commissione Frey-Moirano-Morici non lo ha considerato temporalmente prevalente ai fini della valutazione dell’ultimo decennio di carriera precedente il bando pubblicato per la nomina dei direttori generali?

Perché la predetta Commissione ha, invece, considerato prevalente il successivo incarico di direttore amministrativo dell’ASP di Palermo?

Interrogativi e dubbi più o meno identici potrebbero avanzarsi per altre nomine.

 

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