Inchiesta su affari & rifiuti in Sicilia/ La Regione si accinge a fare ‘cassa’ scaricando i propri errori su famiglie e imprese. Gli imbrogli di Palermo

13 gennaio 2016

Nella gestione di questo settore c’è di tutto. Ecco la Regione che ha penalizzato la raccolta differenziata dei rifiuti, agevola le discariche, programma la realizzazione di nuove discariche e poi ‘multa’ famiglie e imprese siciliane perché utilizzano le discariche al posto della raccolta differenziata! Ecco i ‘giochi di prestigio’ del Comune di Palermo sul percolato. In arrivo, made in Vania Contraffatto (l’assessore che doveva potenziare la raccolta differenziata: boom!), 5 inceneritori per completare l’inquinamento della Sicilia. Tutto a spese degli ignari siciliani che pagheranno una ‘bolletta’ più salata! A cura di quel governo Renzi che doveva “abbassare le tasse”. L’inchiesta di ProgeoNews

Nella gestione dei rifiuti, a Palermo, si procede a tentoni, senza un programma preciso. L’unico interesse che guida il Comune del capoluogo dell’isola e la regione siciliana è quello legato agli affari. Cioè ai piccioli. Di tutelare la salute dei cittadini non se ne parla nemmeno!

Di fatto, il Comune di Palermo ha smantellato quella poca raccolta differenziata dei rifiuti che era stata avviata nel 2009 in una parte della città. Circa 120 mila palermitani avevano iniziato ad effettuare la raccolta differenziata, pur tra mille problemi, visto che l’Amministrazione comunale non faceva molto per incrementare questa tipologia di raccolta e di smaltimento dei rifiuti. Poi – come vi abbiamo raccontato in questo articolo – il Comune di Palermo, come già ricordato, ha smantellato la raccolta differenziata.

Perché il Comune di Palermo ha smantellato la raccolta differenziata? Con molta probabilità, il tutto è legato alla produzione e allo smaltimento del percolato. E agli affari che ci stanno dietro. Il percolato è un liquido di derivazione organica altamente inquinante. Le discariche dovrebbero produrne in quantità limitata. In Sicilia quasi tutte le discariche ne producono quantità industriali per un motivo semplice: perché operano fuori legge.

La legge prescrive che in discarica dovrebbe andare solo la frazione solida, mentre quasi tutta la frazione umida – che è quella che produce il percolato – non dovrebbe essere interrata. Invece in Sicilia la interrano, contravvenendo alla legge. Su questo tema spinoso è intervenuta l’attuale assessore regionale con delega ai rifiuti, Vania Contraffatto, che ha avviato i controlli in tutte le discariche siciliane, proprio per verificare gli aspetti legati al percolato.  

A Palermo, nella discarica di Bellolampo – una discariche che era in ‘emergenza’ nel lontano 1986 ed è ancora attiva – proprio sulla gestione del percolato, non mancano le speculazioni. Storie incredibili che chi scrive ha raccontato in un articolo pubblicato su La Voce di New York (che potete leggere interamente qui) del quale riportiamo il seguente stralcio:

“Va precisato che il percolato è un liquido di derivazione organica che va trattato con i normali processi depurativi. E proprio per depurare il percolato di Bellolampo, tre anni fa circa, una società ha presentato un progetto. Questo succedeva prima che la vecchia AMIA – la società controllata dal Comune di Palermo che si occupava della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti – entrasse in crisi. L’AMIA è stata sbaraccata, cioè posta in liquidazione e poi dichiarata fallita. Il posto dell’AMIA è stato preso da un’altra società, sempre partecipata dal Comune di Palermo: la RAP. Questa società costa ai palermitani oltre 125 milioni di Euro all’anno più IVA. Sono i soldi che i cittadini pagano con la TARI, la tassa per la raccolta dei rifiuti, che nel capoluogo dell’Isola è tra le più care d’Italia”.

“Il servizio raccolta e smaltimento rifiuti, assicurato dalla RAP, fa acqua da tutte le parti. Non a caso l’immondizia, come già ricordato, rimane spesso per giorni e giorni non raccolta lungo strade e marciapiedi. Nel 2013, come accennato, viene presentato il progetto per la depurazione del percolato della grande discarica di Palermo. I lavori vengono appaltati, ma tutto si blocca. Perché? Sembra che i vertici della RAP non siano molto convinti. Su quali elementi si basino i dubbi dei vertici della RAP noi non siamo in grado di saperlo. Sappiamo che l’impianto avrebbe dovuto essere realizzato in project financing. In pratica, i soldi sarebbero stati anticipati dai privati. Sappiamo, inoltre, che l’impianto sarebbe costato 5 milioni di Euro più 3 milioni di Euro all’anno per cinque anni. In totale, poco meno di 20 milioni di Euro per cinque anni. In compenso, la discarica di Bellolampo sarebbe stata liberata dal percolato, che sarebbe stato depurato”.

“La RAP, però, non ha voluto sottoscrivere il contratto con la società che avrebbe dovuto realizzare l’impianto. Piuttosto che depurare il percolato nell’area della discarica di Bellolampo, i vertici della RAP – supponiamo in accordo con l’Amministrazione comunale di Palermo – hanno preferito mandare in giro per l’Italia il percolato, che viene raccolto con mezzi gommati nella discarica di Bellolampo, viene trasportato a Termini Imerese e poi, sempre su mezzi gommati, viene spedito a Chieti. Costo dell’operazione: 35 milioni di Euro circa in tre anni. Morale: il Comune di Palermo, per smaltire il percolato della discarica di Bellolampo, invece di spendere 20 milioni di cinque anni ha speso 35 milioni in tre anni!”. 

L’impianto in questione è quello per il Trattamento Meccanico Biologico (TMB), che separa la frazione solida dei rifiuti dalla frazione umida, che poi viene depurata, evitando il trasporto dello stesso percolato a Chieti.

I paradossi – e gli sprechi – in materia di gestione dei rifiuti non finiscono qui. Risulta molto istruttiva la lettura di un’inchiesta sul costo della gestione dei rifiuti in Sicilia pubblicato dal ProgeoNews, un sito siciliano che si occupa specificatamente di gestione dei rifiuti. E’ un sito che, da circa un anno, punta i riflettori sull’assurdità di una Regione – la Sicilia – che ancora oggi, invece di spingere per la raccolta differenziata dei rifiuti, privilegia le discariche, in buona parte gestite dai privati.

In pratica, la Regione siciliana, pur di privilegiare i privati, tiene in vita le discariche. Poi, paradossalmente – come racconta ProgeoNews in un’inchiesta che potete leggere qui – sta provando a fare ‘cassa’ sulla pelle degli ignari cittadini siciliani che, non solo hanno subito le discariche, ma adesso dovranno pagare, senza che nessuno gli abbia spiegato nulla di questo incredibile raggiro, una maggiorazione della ‘bolletta’.

Questo prevede il disegno di legge di stabilità messo a punto dal governo Crocetta (in realtà, dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, che sul Bilancio regionale non prende ordini dal presidente della regione siciliana, ma dal governo Renzi, al quale risponde direttamente). In modo ‘gesuitico’ il governo regionale ha stabilito che i Comuni che non raggiungono il 45% di raccolta differenziata dei rifiuti (cioè quasi tutti) verranno multati!

Chi pagherà? Non i sindaci e, in generale, gli amministratori comunali, ma i cittadini! Siamo alla follia pura, perché i cittadini siciliani, che sono parte lesa dalla Regione e dai Comuni che hanno insistito con le discariche (per lo più private) invece che adottare la raccolta differenziata, adesso scaricano la responsabilità del proprio operato sui cittadini!

Sapete quanto costerò ‘sto scherzetto ad ogni famiglia siciliana? 25 Euro all’anno che verranno incassati dalla Regione. Che si fa derubare la governo Renzi e poi si rivale, a ‘umma ‘umma, sui cittadini. Ma a pagare il conto veramente salato saranno i commercianti – soprattutto i ristoratori – che pagheranno di più!

Nell’inchiesta di ProgeoNews si mette in evidenza una contraddizione del governo regionale e, in particolare, dell’assessore Contraffatto: da una parte ‘multa’ le famiglie e le imprese siciliane se i Comuni non raggiungono il 45% di raccolta differenziata dei rifiuti maggiorando la ‘bolletta’ per fare ‘cassa’; dall’altra parte lo stesso governo regionale – come si racconta nell’inchiesta – ha concluso un accordo, nel Novembre dello scorso anno, on un centro di ricerca nazionale per costruire, in Sicilia, un altro lotto di discariche!

Dunque la Regione finanzia si accinge a realizzare nuove discariche e, contemporaneamente, con la legge di stabilità che l’Assemblea regionale siciliana si accinge ad approvare, ‘multa’ famiglie e imprese siciliane perché utilizzano le discariche al posto della raccolta differenziata! Chi dovrebbe intervenire, davanti a un fatto del genere? La magistratura ordinaria? La Corte dei Conti? La Corte di Giustizia Europea? Chi è che tutela i cittadini da tali incredibili vessazioni?   

Fine degli esborsi a carico dei cittadini siciliani nel nome della dissennata gestione dei rifiuti? Assolutamente no. Perché ci sono da pagare le multe dell’Unione Europea alla Sicilia. Motivo: la mancata bonifica delle discariche. Figuriamoci se una regione che, solo nel 2015, si è fatta derubare oltre 10 miliardi di Euro dal proprio bilancio dal governo Renzi ha i soldi per bonificare le discariche! Morale: già si debbono pagare i primi 2 milioni e mezzo di multe di Bruxelles. Pagheranno famiglie e imprese siciliane nelle ‘bollette’ maggiorate.

Via, in fondo dividere 2 milioni e mezzo di Euro per famiglie e imprese siciliane è facile: padri di famiglia e imprenditori manco ne se accorgeranno… Magari la Regione organizzerà una piccola ‘cresta’ così incrementerà le proprie entrate per portarle al governo Renzi, he avendo rubato dal Bilancio della Regione tutto quello che era possibile rubare non sa più cosa depredare…

Tutto questo non per i primi sei mesi di quest’anno, ma ogni sei mesi. Figuriamoci se quest’anno, o nei prossimi anni, il governo regionale di Crocetta troverà i soldi per bonificare le centinaia di discariche abbandonate! Insomma, cari cittadini siciliani, se ancora non avete compreso, hanno trovato il modo per alleggerire le vostre tasche nel silenzio generale: chi è, in fatti, che vi racconta tutti questi imbrogli organizzati alle vostre spalle?

Sui rifiuti c’è anche un comunicato del Movimento 5 Stelle. “Oggi – si legge nel comunicato – abbiamo appreso in conferenza stampa dal presidente RAP, Sergio Marino, che l’assessorato (regionale? comunale?) ha finalmente convocato una conferenza di servizi per risolvere la questione relativa all’assegnazione della responsabilità delle prime cinque vasche di Bellolampo. Dopo quasi due anni si sblocca tale vicenda grazie alla nostra diffida inoltrata all’assessorato lo scorso 14 dicembre (in questo caso si dovrebbe trattare dell’assessorato regionale con delega ai rifiuti ndr). SI tratta del secondo successo in pochi mesi dopo la nostra diffida di ottobre che ha convinto l’assessore Contrafatto ad avviare una task force per gli impianti di percolato, in primis proprio quello di Bellolampo. Ovviamente adesso monitoreremo gli sviluppi della vicenda”.

Qui, come si può notare, si fa riferimento ai controlli avviati dall’assessore Contraffatto nelle discariche siciliane in materia di percolato.

Su questo e su altri aspetti interviene la deputata alla Camera del Movimento 5 Stelle, Claudia Mannino. La parlamentare dice la sua pure sulle dichiarazioni della Contrafatto sulla discarica palermitana:  “Lungi da noi attenuare le responsabilità di Orlando (Leoluca Orlando, sindaco di Palermo ndr) e della RAP, ma le dichiarazioni dell’assessore Contrafatto secondo cui la sua visita a Roma è per evitare che Bellolampo chiuda sono un parafulmine per il fallimento politico della giunta regionale sul tema. Il 14 gennaio scade l’ordinanza straordinaria di Crocetta che sancisce la gestione fuori legge del ciclo dei rifiuti in Sicilia. Ordinanza che, nonostante le nostre richieste, non ha ricevuto l’avallo formale del Ministero come previsto dalla legge e dunque potrebbe presentare profili di illegittimità, già in parte rilevati dall’intervento sospensivo del TAR su alcuni punti della stessa”.

“La Contrafatto – prosegue Claudia Mannino – già diffidata ad agosto 2015 dalla Presidenza del Consiglio, è andata a Roma senza alcun potere contrattuale, visto che tutti i risultati parziali del piano stralcio presentato a giugno 2015 come il modo per uscire dall’emergenza sono stati mancati. L’assessore regionale non è andata a Roma per Bellolampo, ma per chiedere il placet del Ministero ad un nuovo piano rifiuti che prevede 5 inceneritori e la spedizione di rifiuti all’estero”.

Questo è un altro aspetto di questa storia. L’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, nei primi anni del 2000, provò a realizzare quattro inceneritori. Le polemiche furono tante. Gli ambientalisti siciliani erano in prima linea contro questi progetti. A bloccare i quattro impianti, per un certo periodo, fu un dirigente regionale, oggi in pensione, che lavorava negli uffici dell’assessorato al Territorio e Ambiente. A bloccarli definitivamente fu la magistratura europea. Motivo: i bandi, lungi dall’essere aperti a tutte le imprese europee, erano ‘addomesticati’…

Siamo davanti a un terzo raggiro a carico dei cittadini siciliani con, in più, l’inquinamento assicurato dagli inceneritori di rifiuti (non a caso, nella Valle del Mela, in provincia di Messina, dove il governo regionale vorrebbe trasformare una centrale elettrica in un inceneritore di rifiuti, con la scusa di produrre ‘energia’, sono già in corso proteste popolari: con l’augurio è che, quando il governo regionale comunicherà i siti dove intende realizzare gli inceneritori, anche in altre parti della Sicilia si creino movimenti di rivolta contro l’inquinamento che gli inceneritori provocherebbero).

Altro elemento che va segnalato: il silenzio ‘assordante’ degli ambientalisti siciliani che, da quando governa il centrosinistra si sono ‘eclissati’. Della serie: se non avallano gli affari su discariche e inceneritori di rifiuti gli tolgono la gestione (e quindi i soldi) per la gestione delle Riserve naturali. Viva l’indipendenza…  

Continuiamo a legge cosa dicono i grillini: “Risulta surreale che il Governo Crocetta accusi Orlando di aver utilizzato già 3 ordinanze emergenziali e contestualmente si prepari ad emettere la sua quinta ordinanza con la copertura complessiva di 2 anni e mezzo. La Contrafatto, peraltro, si rende conto delle problematiche relative all’avvio dell’impianto di TMB di Bellolampo solo a qualche giorno di un presunto disastro, eppure noi abbiamo reso pubblico a seguito della nostra ispezione di novembre 2015 che l’impianto non andrà a regime prima di giugno 2016, come peraltro ribadito dal Presidente RAP oggi in conferenza stampa. Insomma, tutto già noto da tempo”.

Infine un commento sulle parole in conferenza stampa del Presidente Marino e dell’assessore Lapiana che hanno riconosciuto al Movimento 5 Stelle Palermo di portare avanti un’attività di controllo serrato dell’operato della RAP, ma in maniera costruttiva e seria, basata sulle carte e non sui comunicati stampa: “I nostri atti di questo anno e mezzo nei confronti della RAP parlano chiaro – si legge nel comunicato dei grillini – e testimoniano che siamo stati quelli che più hanno controllato e monitorato la RAP, procedendo a ben 3 visite a Bellolampo, a innumerevoli diffide e accessi agli atti e a costanti incontri. Ci fa piacere se anche chi è oggetto della nostra costante pressione ci riconosce serietà nell’operato. Noi non facciamo critiche a priori per questioni politiche, facciamo di tutto per tutelare l’interesse collettivo”. 

La gestione virtuosa dei rifiutia Palermo  – dice il deputato grilino all’Ars Giampiero Trizzino – purtroppo è ancora utopia. Sebbene a livello regionale abbiamo lanciato numerose proposte tra mozioni e disegni di legge, la Sicilia al 2016 si presenta ancora senza un piano dei rifiuti e con la soluzione degli inceneritori. Discorso analogo per il capoluogo della Regione, dove, nonostante il pressing sulle inadempienze, il Comune registra livelli di raccolta differenziata bassissimi. È chiaro che occorre una nuova visione strategica che queste amministrazioni hanno dimostrato di non avere”.

Ma va!

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