Sanità in Sicilia: i fondi per gli ospedali pubblici diminuiscono e i privati ingrassano

19 dicembre 2015

I privati che ingrassano sono i grandi gruppi nazionali, più gli americani dell’Ismett, che in Sicilia hanno trovato ‘l’America’. Privati che incassano soldi non soltanto per le prestazioni sanitarie che erogano, ma anche per ipotetiche ‘funzioni’. Il risultato è che i cittadini siciliani che pagano le tasse hanno servizi sanitari sempre più scadenti, con una carenza ormai cronica di posti letto. Di questo dobbiamo ‘ringraziare’ Crocetta e il PD siciliano che hanno regalato i nostri soldi al governo Renzi  

I sindacati dei medici siciliani (Aaroi Emac, Anaao Assomed e Cgil medici) incontreranno l’assessore regionale alla Salute-Sanità, Baldo Gucciardi, lunedì 28 Dicembre. Sempre che l’assessore, bontà sua, si presenti in orario. L’ultima volta – e cioè qualche giorno fa – stanchi di aspettare i comodi dell’assessore, i medici se ne sono andati. E hanno fatto bene. Hanno fatto, i medici, quello che, in questi tre anni avrebbero dovuto fare, ad esempio, i giornalisti che, alle conferenze stampa del presidente della Regione, Rosario Crocetta, aspettano, aspettano, aspettano…

La caratteristica di Crocetta e dei suoi assessori ‘ruotanti’ (nel senso che il presidente cambia governo e quindi assessori in media ogni otto-nove mesi) è che non riescono mai ad arrivare in orario agli appuntamenti, conferenze stampa comprese, presi sempre da chissà quali impegni. Quasi che per sfasciare bene la Regione siciliana e la Sicilia non bisogna ‘lesinare’ tempo al lavoro ‘catabolico’ (leggere distruzione). Perché questo, finora, hanno fatto Crocetta e i suoi assessori: hanno sfasciato la ‘macchina’ regionale e quella parte della Sicilia che dipende dalla spesa pubblica.

Quindi quando Crocetta e l’assessore Gucciardi ritardano, tranquilli: lavorano per noi: Crocetta per finire di demolire la Regione in generale, mentre Gucciardi ci dà sotto per demolire quello che resta della sanità siciliana (‘ottimo’ il lavoro fatto a Messina dall’assessorato in ‘collaborazione’ con i ‘manager’ che sono riusciti a incasinare l’ospedale pediatrico con i bambini curati tra i cartoni: bravissimi!).

Tornando al rapporto non semplice tra l’assessore e i sindacalisti dei medici vale la pena di dare un’occhiata un passaggio della nota degli stessi sindacalisti dove si legge che “l’accesso ai servizi (per i cittadini ndr) è quasi impossibile”, se è vero che la sanità siciliana, oggi, è “martoriata da liste d’attesa insopportabili, con turni di lavoro fuori legge e con croniche carenze di organico”.

In questa frase ci sono tre elementi sui quali riflettere. Primo: le liste d’attesa insopportabili. Secondo: i turni di lavoro fuori legge. Terzo: le croniche  carenze di organico. Noi aggiungiamo un quarto elemento: quello che succede negli ospedali siciliani (e abbiamo il dubbio negli ospedali del resto d’Italia) tra la fine di Novembre e Dicembre, quando le strutture private convenzionate hanno esaurito con un mese-un mese e mezzo di anticipo il budget.

Le strutture private convenzionate con la Regione siciliana danno vita a una sorta di ‘prolungamento’ delle strutture sanitarie pubbliche. Nel senso che ricoverano e curano i pazienti come avviene negli ospedali pubblici. Ma a metà Novembre-fine Dicembre, però, come già accennato, le cliniche esauriscono il budget. Ciò significa che non possono più ricoverare pazienti perché le prestazioni sanitarie che effettuerebbero non verrebbero pagate dalla Regione (cioè dalle Aziende Sanitarie Provinciali di pertinenza).

Che succede, a questo punto? Semplice: che il sistema sanitario siciliano, negli ultimi trenta-quaranta giorni dell’anno, o giù di lì, perde in un ‘botto’ di posti letto. Da qui il caos nei Pronto soccorso che, abituati, per dieci-undici mesi, ad utilizzare i posti letto delle strutture private, rimangono con tanti pazienti ‘in ‘pancia’. Questo passaggio è importante. I pazienti che stanno male non possono essere dimessi, perché se poi succede qualcosa di brutto, beh, le conseguenze le pagano i medici. Così, se non si trovano posti nei reparti, rimangono nei Pronto Soccorso, sistemati alla buona. Se continuano a stare male e non si liberano posti letto – posti letto che in Sicilia sono pochi rispetto a quelli che servirebbero, nonostante le chiacchiere della Ministra, Beatrice Lorenzin (esponente del Nuovo Centrodestra Democratico, formazione politica che ha responsabilità enormi nello smantellamento sistematico degli ospedali pubblici della nostra Isola)  – questi pazienti malati rimangono sempre sistemati nei Pronto Soccorso. Che, invece di smistare pazienti, di fatto, ricoverano malati. Risultato: un rallentamento dei lavori dei Pronto Soccorso. Non per responsabilità dei medici, ma per responsabilità politiche di chi fa male i conti.

Un tempo, quando si iniziava a muovere i primi passi nell’attività giornalistica, i ‘biondini’ (cioè i giovani che sgobbavano per farsi assumere) andavano nei Pronto Soccorso alla ricerca di notizie. Oggi che il giornalismo è diventato da ‘università’, l’usanza si è persa. Peccato. Se i giornalisti – giovani o maturi – decidessero di fare una visita ai Pronto Soccorso della Sicilia, scoprirebbero che la responsabilità delle lunghe attese non sono dei medici – che anzi sono sotto pressione insieme con gli infermieri e il personale paramedico – ma di un’organizzazione dettata dalla politica che definire pedestre è poco.

Scoprirebbero le carenze di organico occultate, carenza di medici, primari che vanno in pensione e non vengono, “turni di lavoro fuori legge”, pazienti che aspettano giornate intere e tanto altro ancora.

Questo è lo scenario attuale. Ora torniamo all’assessore Gucciardi. Che nel 2014, quando il presidente Crocetta ha firmato il ‘patto scellerato’ con il governo Renzi, regalando allo Stato oltre 5 miliardi di Euro che una sentenza della Corte Costituzionale aveva assegnato alla Regione siciliana, è stato protagonista di un intervento a Sala d’Ercole nel quale ha difeso a spada tratta la scelta di Crocetta. Gucciardi ricopriva allora la carica di capogruppo del PD all’Ars: così, invece di difendere 5 milioni di siciliani derubati di circa 5 miliardi di Euro da Roma, difendeva il governo nazionale del suo partito che aveva scippato i soldi alla Regione. Queste è storia. parlano gli atti parlamentari. 

Perché ricordiamo questo? Perché la Sicilia ha la competenza per organizzare da sé il proprio servizio sanitario. Su 9 miliardi e 200 milioni di Euro circa di spesa annua sanitaria, lo Stato ci dà appena 2,2 miliardi di Euro (e non il 50%!). Tra l’altro, lo Stato ci deve 4 miliardi e mezzo di Euro circa di arretrati, più 600 milioni di Euro a valere sul 2016. Sono i soldi che derivano dalla Finanziaria nazionale del 2006 che ha aumentato la quota di compartecipazione della Regione alle spese della sanità; in cambio avremmo dovuto avere 600 milioni di Euro all’anno a partire dal 2010: soldi che non sono mai arrivati.

Se la Sicilia avesse un presidente della Regione pronto a fare gli interessi di 5 milioni di siciliani e un assessore alla Salute-Sanità pronto a fare gli interessi di 5 milioni di siciliani e non del suo partito a Roma, il Ministro di questo settore – la già citata Beatrice Lorenzin – non dovrebbe nemmeno mettere piede in Sicilia prima di avere onorato il debito che lo Stato ha nei nostri confronti.

Ma in Sicilia, è noto, siamo governati da ‘ascari’ al servizio di Roma, che tradiscono la Sicilia un giorno sì e l’altro pure. ‘Ascari’ che, oltre ad aver lasciato senza stipendi e senza tredicesime oltre 30 persone, hanno smantellato e continuano a smantellare la sanità siciliana per garantire le ruberie romane ai danni della Regione siciliana. 

Che dire alla fine del nostro ragionamento? Che è la mancanza di risorse finanziarie che oggi genera quello che i sindacati dei medici hanno denunciato: un accesso ai servizi, per i cittadini siciliani, che è quasi impossibile; quindi liste d’attesa insopportabili, con “turni di lavoro fuori legge e con croniche carenze di organico”.

I soldi che Crocetta ha regalato a Roma – i già citati 5 miliardi circa di Euro – sono anche i soldi che oggi mancano alla sanità siciliana per fornire servizi sanitari decenti ai cittadini siciliani. Ed è inutile continuare a prendere in giro la gente: in Sicilia i posti letto sono stati tagliati non per istituire la ‘medicina del territorio’ che non c’è, ma per risparmiare e portare i soldi a Roma e per favorire i grandi gruppi privati nazionali e internazionali.

I pochi ‘numeri’ che si conoscono parlano chiaro.  Dei già citati 9 miliardi e 200 milioni di Euro, solo una parte di questi soldi va alle Aziende ospedaliere pubbliche e alle Aziende Sanitarie Provinciali.

Sarebbe interessante sapere quanti soldi, ogni anno, ‘inghiottono’ le strutture private. Non ci riferiamo solo alle cliniche private siciliane, ma ai grandi gruppi privati che operano in Sicilia (soprattutto a questi ultimi). Ci riferiamo all’Ismett, nato come centro trapianti e trasformato, di fatto, in un ospedale polifunzionale per politici e, in generale, per i potenti della Sicilia. Ci riferiamo alla sezione siciliana del Bambin Gesù. Ci riferiamo alla sezione siciliana del Rizzoli che ha sede a Bagheria. Ci riferiamo alla sezione siciliana del Maugeri. Queste quattro strutture non vengono pagate solo per le prestazioni che erogano, ma anche per le ‘funzioni’. Sarebbe interessante sapere quanto costano, ogni anno, queste strutture private, quanti servizi sanitari erogano e a chi.  

Esempio: l’Ismett dovrebbe costare alla Regione siciliana 94 milioni di Euro circa all’anno. Ma di questa cifra solo poco meno di 36 milioni viene utilizzata per i Drg, cioè per prestazioni sanitarie effettuate. Il resto dei soldi va per la ‘formazione’: in pratica, per il mantenimento di una struttura non siciliana, ma americana.

Ripetiamo: sarebbe interessante capire quanto costano, ogni anno, i grandi privati. E sarebbe interessante capire quante risorse finanziarie eroga, ogni anno, la Regione alle Aziende ospedaliere e alle ASP. Il dubbio – che è più di un dubbio – è che alle Aziende ospedaliere venga erogato meno di quanto previsto dalla legge. Cosa, questa, che genera un indebitamento improprio delle Aziende sanitarie siciliane: indebitamenti che, negli ultimi anni, hanno giustificato due mutui: uno da 600 milioni di Euro e uno da quasi un miliardo di Euro.

Il tutto perché le Aziende sanitarie siciliane presentavano debiti che non erano stati provocati da gestioni ‘allegre’, ma dalla Regione che ha erogato meno del dovuto. Alle aziende sanitarie pubbliche si eroga meno del dovuto, mentre con i grandi gruppi privati si largheggia. 

Il dubbio – che poi è più di un dubbio – è che i fondi erogati ai privati (soprattutto ai privati non siciliani, ovvero ai grandi gruppi nazionali e all’Ismett) e la riduzione nelle erogazioni alle Aziende ospedaliere determinano, alla fine, una riduzione dei servizi ai cittadini siciliani. Insomma: i fondi per i privati aumentano e i fondi per gli ospedali pubblici diminuiscono.

La nostra speranza è che i sindacati, quando incontreranno l’assessore Gucciardi, facciano chiarezza su questo punto. Anche perché, se non ricordiamo, il contratto dei medici ospedalieri è bloccato dal 2010.

 

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