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Elezioni comunali in Sicilia: 4 presidenti di seggio su 10 rinunciano. Vi raccontiamo cosa c’è dietro

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  • Tanto per cominciare, diciamo che chi rinuncia ha le proprie ragioni: il presidente di seggio è un incarico faticoso, difficile, rischioso e mal pagato. Si vuole scoraggiare il ricorso ai seggi elettorali per arrivare al voto ‘postale’ o elettronico 
  • Per le multinazionali che oggi controllano l’Occidente il voto ‘postale’ è l’ideale per manipolare le elezioni. Le elezioni presidenziali americane del Dicembre 2020 insegnano… 
  • Verso una Democrazia ‘svuotata’ e compiuta…

Tanto per cominciare, diciamo che chi rinuncia ha le proprie ragioni: il presidente di seggio è un incarico faticoso, difficile, rischioso e mal pagato. Si vuole scoraggiare il ricorso ai seggi elettorali per arrivare al voto ‘postale’ o elettronico 

La notizia viene data così, come un fatto ordinario, normale, nelle cose. Il 40% dei presidenti dei seggi elettorali, nominati per le elezioni comunali siciliane del 28 e 29 Maggio, ha rinunciato all’incarico. Insomma, 4 presidenti di seggio su 10 si ritirano. Il perché di questi ritiri è semplice – e chi scrive ne ha diretta contezza per aver esercitato questo ruolo negli anni passati -: quello del presidente di seggio è un lavoro faticoso, che può diventare difficile (soprattutto nelle elezioni comunali dove ci sono i voti di preferenza per il Consiglio comunale), rischioso e mal pagato. Quattro requisiti che, messi insieme, bastano per convincere chi può fare a meno di questo lavoro a rinunciare. E’ la prima volta che succede? No. Alle ultime elezioni comunali di Palermo ci sono stati ritiri e disagi per gli elettori, se è vero che, il giorno delle elezioni, tanti seggi sono rimasti chiusi fino a tarda mattinata (ma, grazie a Dio, il tocco elettorale ‘sudamericano’ è stato dichiarato regolare). Domanda: perché la politica, ben sapendo che si tratta di un lavoro mal pagato non lo rende più remunerativo? E’ un problema di risparmi? No, perché, com’è noto, di recente la regione siciliana ha raddoppiato le indennità degli amministratori comunali. E allora dove sta il problema? E’ presto detto: si tratta di una strategia nazionale che punta ad eliminare il voto classico nelle cabine elettorali per introdurre il voto ‘postale’ (il voto che ha fatto vincere le elezioni presidenziali americane a Joe Biden nel Dicembre del 2020: voto ‘postale’ totalmente ‘taroccato’) e, appena sarà controllabile al 100%, il voto elettronico. Vediamo a chi servirà tale cambiamento.

 

Per le multinazionali che oggi controllano l’Occidente il voto ‘postale’ è l’ideale per manipolare le elezioni. Le elezioni presidenziali americane del Dicembre 2020 insegnano… 

Non c’è bisogno di essere geni per capire che il voto ‘postale’ e il voto elettronico sono facilmente manipolabili. Come già ricordato, il voto ‘postale’ ha decretato la vittoria di Biden contro Trump che – caso unico nella storia delle elezioni degli Stati Uniti d’America – nel Dicembre 2020 ha preso circa 13 milioni do voti in più rispetto alla sua vittoria nel 2016: con 75 milioni di voti veri era il netto vincitore delle elezioni; invece sono arrivati i voti ‘postali’ – quasi al 100% assegnati a Biden – e ‘hanno fatto perdere. Per il cosiddetto Occidente industrializzato – area del mondo controllata in modo quasi ‘militare’ dalle multinazionali – il voto postale è l’ideale per controllare le elezioni. La ‘frittata’ ben riuscita delle elezioni presidenziali americane del Dicembre 2020 è stata la prova di come si possono vincere le elezioni in barba alla volontà dei cittadini. Non stiamo dicendo nulla di nuovo. Mezza popolazione americana, ancora oggi, è convinta che le ultime elezioni presidenziali siano state vinte dai Democratici grazie ai brogli ‘postali’. Un po’ diverso il discorso per il voto elettronico. I ‘truffaldi’ delle multinazionali, infatti, hanno capito che russi e cinesi – e anche hacker di altri Paesi del mondo – potrebbero entrare nei sistemi per alterare i risultati. E siccome la sicurezza non è al 100%, si sono fermati. In Brasile, ad esempio – Paese dove è in vigore il voto elettronico – ci sono stati problemi, perché il candidato scelto non ha vinto con grande vantaggio. Ed è successo un casino. Insomma, il voto elettronico non ha funzionato…

 

Verso una Democrazia ‘svuotata’ e compiuta…

Invece il sistema di voto ‘postale’ ha dato ‘ottimi risultati’. Ribadiamo: mezza America non crede e non crederà mai che Biden ha preso circa 83 milioni di voti. Ma se la Magistratura – anzi, le Magistrature, perché negli Stati Uniti ogni Stato ha il proprio ordine giudiziario – avallano il tutto, com’è accaduto durante le ultime elezioni presidenziali, con il sistematico respingimento di tutti i ricorsi presentati dai legali di Trump, il gioco è fatto. Per l’Italia, che con la fine della Prima Repubblica ha iniziato il lungo e ‘glorioso’ percorso verso la trasformazione della Democrazia sancita dalla Costituzione repubblicana del 1948 in una riedizione aggiornata del primo Coro dell’Adelchi, le elezioni ‘postali’ saranno al bacio per chi controllerà lo Stivale. Come scriviamo spesso, i tedeschi dovrebbero tra poco assumere il controllo dei cieli italiani e degli aeroporti (in Sicilia c’è chi aspetta a ‘cosce aperte’ la svendita ascara degli aeroporti di Palermo e di Catania); si sta lavorando ‘alacremente’ per cedere il controllo delle spiagge italiane a soggetti esteri grazie ai ‘bandi europei’ e, in prospettiva – grazie ai provvedimenti ‘europeisti’ per le case ‘green’ – milioni di cittadini italiani vedranno le loro abitazioni deprezzarsi, pronte per essere vendute per quattro soldi. Insomma, i futuri padroni dell’Italia non potranno certo perdere tempo con le elezioni ne seggi elettorali, anche perché gli italiani, bravissimi a farsi intontire dalle partite di calcio e dalla televisione, quando votano regolarmente sa firanu a fare danni. Meglio un bel voto ‘postale’ – modello americano, con i morti che votano – con la bella scheda inviata a casa e spedita via posta: poi ci penseranno ‘loro’ a proclamare i vincitori, nel rispetto della legge e, soprattutto, nel rispetto ‘rigoroso’ della Costituzione… Alla fine, si tratterebbe del completamento ‘democratico’ delle elezioni: con le liste bloccate ormai da anni vanno alla Camera e al Senato personaggi che nessuno eleggerebbe mai dando ai cittadini la libertà di scegliere; con le elezioni ‘postali’ e, in prospettiva, con le elezioni elettroniche (quando ci sarà la certezza della manipolazione senza intrusi) la Democrazia ‘svuotata’ sarà compiuta…

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