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A Palermo con il favore della sera un monopattino accanto a un cumulo di munnizza diventa arte. E’ un presagio?

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  • Noi ci vediamo anche un legame con l’Infinito di Leopardi  

Quando la munnizza e il simbolo della nuova mobilità cittadina diventa arte e poesia

La foto che vedere sopra sembra un’istallazione artistica o lo è? La risposta a questa domanda non serve, perché nell’arte contemporanea c’è una componente che va oltre la visione dell’estetica classica. Tutto, anche un atto, può diventare una manifestazione artistica. Come nell’Infinito di Giacomo Leopardi il paesaggio, in questa foto, si presenta legato allo stato d’animo dell’uomo che ha parcheggiato il mono pattino accanto alla munnizza. Insomma un invito alla riflessione sul destino dell’uomo sul monopattino. Attenzione: in questo caso l’atto in sé – l’individuo che parcheggia il monopattino accanto alla munnizza con convinzione icastica, o l’uomo con i cabbasisi rotti che si è trovato il monopattino posizionato davanti la sua auto o attaccata al portone della casa dove vive e ha portato il monopattino ‘mmenzu a munnizza per protesta – conta poco o nulla. In questo caso la creazione – che prescinde dalla volontà del creatore ma che si fa cosa in sé a prescindere dall’atto creativo – prende il sopravvento sulla volontà dei singoli e diventa volontà generale dell’arte tra mistica della figurazione ed enfasi metatemporale. Qualcuno potrebbe osservare che il monopattino immortalato in una discarica ‘volante’ di Palermo – piccole discariche che nascono nel giro di qualche giorno nonostante i divieti per essere smantellate dal Comune e riprendere forma pochi giorni dopo per essere poi ri-smantellate e via continuando in un gioco infinito e smisurato – sia il presagio di un “avvenir malfido”. E’ lì che finiranno i monopattini, fulminati da un’irresistibile attrazione? Noi propendiamo per la dimensione artistica: una ‘riscrittura’ panormita della Land Art che diventa manifestazione di Munnizz’Art per naufragar…

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