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Stanno affossando il grano duro di Sud e Sicilia per favorire i signori dei pannelli fotovoltaici/ MATTINALE 889

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  • Da non crederci: persino Confagricoltura si è accorta che il prezzo del grano duro italiano è crollato! 
  • Andare a chiedere aiuto al Governo nazionale di Giorgia Meloni che sta affossando il grano duro di Sud e Sicilia è un po’ comico  
  • Amici di Confagricoltura, dall’Agosto dello scorso anno in Europa – Italia compresa – ha cominciato ad affluire il grano ucraino
  • Fratelli d’Italia è il partito che, con un’operazione di neo-colonialismo antimeridionale di ritorno, sta affossando il grano duro del Sud per favorire gli interessi del Nord Italia. Non acquistate pasta industriale ma solo pasta artigianale prodotta nel Sud Italia e in Sicilia 

Da non crederci: persino Confagricoltura si è accorta che il prezzo del grano duro italiano è crollato! 

Non ci crederete ma anche Confagricoltura si è accorta che il prezzo del grano duro italiano sta precipitando. L’allarme di questa organizzazione agricola arriva con un po’ di ritardo, quando ormai la situazione è compromessa. Leggiamo il comunicato di Confagricoltura: “Valorizzare maggiormente le produzioni nazionali di pasta ottenuta con 100% di grano duro italiano, intensificando anche i controlli sulle produzioni italian sounding; fronteggiare la volatilità dei prezzi puntando ancora di più sui contratti di filiera; riattivare la Commissione Unica Nazionale per il grano duro per aiutare a migliorare la conoscenza dei processi di formazione dei prezzi. Sono queste le priorità che Filippo Schiavone, componente di Giunta Confagricoltura, ha esposto al Tavolo sul grano duro convocato oggi al MASAF alla presenza del ministro Lollobrigida”. Insomma, Confagricoltura ha addirittura incontrato il Ministro dell’Agricoltura che va da Roma in su, Francesco Lollobrigida, proprio il Ministro che non ha mosso un dito per far funzionare la CUN, la Commissione Unica Nazionale (CUN), che non piace agli industriali della pasta che hanno fatto il pieno di grano duro estero: canadese, ucraino e anche grano duro arrivato dalla Russia e chissà ancora da dove. Molto apprezzabili le prese di posizione del Ministro Lollobrigida si insetti a tavola e carne da laboratorio. Ma sul grano duro e sulla CUN grano duro bloccata il Ministro non c’è.

 

Andare a chiedere aiuto al Governo nazionale di Giorgia Meloni che sta affossando il grano duro di Sud e Sicilia è un po’ comico  

Come si usa dire in Sicilia, i belli addormentati di Confagricoltura si va ‘rriparanu unni chiove. Tradotto per i non siciliani: vanno a chiedere aiuto a chi ha avallato e contribuito a provocare i guai al grano duro italiano che, lo ricordiamo, per l’80% viene prodotto nel Sud Italia e in Sicilia. Amici di Confagricoltura, andare a chiedere aiuto a un Governo nazionale – quello di Giorgia Meloni – che sta affossando il Sud è veramente incredibile! Così com’è incredibile parlare, oggi, di “pasta ottenuta con 100% di grano duro italiano”. Anche in questo caso è apprezzabile che Confagricoltura citi la pasta prodotta con grano duro italiano. Ma dobbiamo ricordare che, in questo momento, la pasta di grano duro italiano – con tutto il grano duro estero arrivato in Italia – ricorda la pubblicità che serve solo a far credere ai consumatori italiani cose un po’ aleatorie. Se l’Italia è invasa da grano duro estero; se la pasta, a norma di legge, si fa con il grano duro; se il prezzo del grano duro italiano sta precipitando, ebbene, non c’è bisogno di essere economisti agrari per arguire che, ‘forse’, la pasta industriale la stanno producendo con il grano duro estero. Leggiamo ancora la nota di Confagricoltura: “La recente evoluzione delle quotazioni di mercato a livello nazionale sta preoccupando non poco gli operatori del comparto. Sono in particolare le quotazioni del grano duro all’origine che nelle ultime settimane si sono contratte notevolmente con riduzioni anche del 10% su base settimanale. Sulle piazze di Bari e Foggia le quotazioni del grano duro ‘fino’ all’origine sono crollate del 25-26% da inizio anno e del 14-15% nell’ultimo mese”.

 

Amici di Confagricoltura, dall’Agosto dello scorso anno in Europa – Italia compresa – ha cominciato ad affluire il grano ucraino

“La questione della tenuta del prezzo pone un serio problema di autoapprovvigionamento – ha spiegato Schiavone -. Mentre negli ultimi anni si era assistito a un miglioramento del tasso di autoapprovvigionamento per il grano duro, la minore remunerazione della materia prima potrebbe indurre a contrarre le semine e quindi la produzione nazionale con un maggiore ricorso alle importazioni. Questa situazione – evidenzia Confagricoltura – farà aumentare anche il potenziale dell’export verso l’Italia, che nel 2022 aveva subito un vero e proprio crollo con un calo delle importazioni dal Canada di oltre il 40%. Nel 2022 l’Italia, primo produttore mondiale di pasta, ha importato più grano duro dall’UE (essenzialmente da Francia e Grecia) che dal Canada, tradizionalmente primo Paese fornitore. E’ inoltre essenziale – ha concluso Schiavone – avere maggiore conoscenza della situazione di mercato con dati aggiornati e disponibili in materia. A questo scopo, tuttavia, Confagricoltura non ritiene sia confacente l’obbligo di istituzione e tenuta del registro di carico e scarico di cereali e derivati, il cosiddetto ‘granaio d’Italia’ che sinora non è di fatto partito se non in via sperimentale e che rischia di tradursi unicamente in un ulteriore aggravio burocratico per le imprese”. Non per contraddire Confagricoltura, ma a noi risulta che dall’Estate dello scorso anno in Italia è cominciato ad arrivare anche grano duro dall’Ucraina. Forse la riduzione delle importazioni di grano duro estero si è materializzato nei primi mesi del 2022, non certo da Agosto dello scorso anno in poi. Non è un dato che ci stiamo inventando: già nel Settembre dello scorso anno il Governo ucraino ammetteva che una parte del proprio grano, esportato grazie al corridoio umanitario nel Mar Nero voluto dall’ONU, invece di finire in Africa, è stato dirottato in Europa. 

 

Fratelli d’Italia è il partito che, con un’operazione di neo-colonialismo antimeridionale di ritorno, sta affossando il grano duro del Sud per favorire gli interessi del Nord Italia. Non acquistate pasta industriale ma solo pasta artigianale prodotta nel Sud e in Sicilia  

Sull’Informatore Agrario dell’11 Aprile – due giorni fa – leggiamo che “Il frumento duro nazionale è in calo su tutte le piazze”. Ma leggiamo anche che negli Stati Uniti d’America i ribassi sono stati lievi, mentre in Francia “si rivela un recupero significativo delle quotazioni ai porti”. Questo significa che c’è un mercato internazionale del grano duro non favorevole, perché la Russia – primo produttore del mondo di grano – ha interesse a non far crollare il prezzo del grano nel proprio Paese, ma fa in modo che il prezzo del grano, a livello internazionale, non vada troppo su perché, d’accordo con la Cina, fornisce il grano a prezzi bassi all’Africa e al Medio Oriente. Ma il crollo del prezzo del duro, in Italia, è di gran lunga più che proporzionale all’andamento del prezzo a livello internazionale; e ciò significa che è in corso una speculazione ai danni del grano duro italiano in generale e del grano duro Sud Italia e della Sicilia in particolare. Così, mentre da un lato in Italia si sta lavorando con il grano duro estero, dall’altro lato si punta a fare fallire i produttori di grano duro del Sud e della Sicilia per convincerli a cedere i terreni ai signori dell’energia fotovoltaica con l’obiettivo produrre energia per il Nord Italia. E’ esagerato parlare di fallimento dei produttori di grano duro del Sud Italia e della Sicilia? No, se consideriamo che i costi di produzione sono aumentati del 100%, tra fertilizzanti ed energia. I fatti sono questi e non ci sembra che le organizzazioni agricole stiano facendo qualcosa per combattere questa speculazione, con la sola eccezione della CIA pugliese che sta dando battaglia. L’appello di Confagricoltura, nella migliore delle ipotesi, è tardivo. L’appello al Governo nazionale non sta né in cielo, né in terra, considerate le responsabilità dello stesso Governo in questa vicenda. Complimenti ‘vivissimi’ ai produttori di grano duro del Sud Italia e della Sicilia che hanno votato Fratelli d’Italia, il partito che li sta affossando e che, in generale, sta affossando il Mezzogiorno. Non che PD e Movimento 5 Stelle, rispetto a Sud e Sicilia, rappresentino qualcosa di diverso da Fratelli d’Italia: anzi. La verità è che dalle nostre parti non funzionano i partiti politici nazionali, che sono i veri nemici di Sud e Sicilia. Non capirlo porterà Sud e Sicilia verso il baratro. In chiusura non possiamo che rinnovare l’appello ai consumatori: non soltanto ai consumatori del Sud e della Sicilia ma a tutti i consumatori: non acquistate pasta industriale: acquistate pasta artigianale prodotta con grano duro a km zero. Nel Sud e in Sicilia questa ormai è un’opzione piuttosto semplice. A chi vive ne Nord Italia diciamo: andate sulla rete e acquistate la pasta dai pastifici artigianali di Sud e Sicilia. Ricordatevi che il grano estero arrivato in Italia non è il massimo. Anzi…

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