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La Sicilia ‘militarizza’ i Pronto Soccorso per cercare di placare le giuste proteste dei cittadini per i disservizi

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  • Precisando che dei disservizi non sono responsabili i medici e gli infermieri ma la politica siciliana. Così gli uomini delle forze dell’ordine tornano negli ospedali siciliani 
  • La verità è che nei Pronto Soccorso della Sicilia mancano medici e infermieri e la gente si è rotta i cabbasisi!

Precisando che dei disservizi non sono responsabili i medici e gli infermieri ma la politica siciliana. Così gli uomini delle forze dell’ordine tornano negli ospedali siciliani 

E’ iniziata la militarizzazione dei Pronto Soccorsi della Sicilia. In assenza perenne di medici e infermieri, visto che una parte non  secondaria dei soldi della sanità pubblica siciliana servono per pagare per pagare spese che nulla hanno a che vedere con gli ospedali e gli ambulatori pubblici della nostra Isola, il Governo regionale si rivolge alla Polizia. Ed è anche logico: ormai aspettare giornate intere prima di essere visitati e aspettare giorni e giorni nei reparti di osservazione dei pronto Soccorso della Sicilia è diventata la regola. Così succede che la gente esasperata protesta, qualche volta anche con manifestazioni violente. Il problema è che, invece di prendersela con i politici siciliani, che sono i responsabili dello sfascio della sanità pubblica isolana, se la prendono con medici e infermieri, che sono le vittime della mala-sanità creata da una politica di falliti. Da qui il ritorno degli agenti delle forze dell’ordine nei Pronto Soccorso della Sicilia. Eh già, perché prima di spendere soldi per intruppare i privati (leggere guardie giurate) negli ospedali c’erano le forze dell’ordine. Ma, si sa, la sanità pubblica, in Sicilia, è una greppia allargata…

 

La verità è che nei Pronto Soccorso della Sicilia mancano medici e infermieri e la gente si è rotta i cabbasisi!

A complicare la condizione finanziaria delle Aziende ospedaliere siciliane ha contribuito la sceneggiata-emergenza Covid. Fino a quando la pletora di personale assunto in frett’e furia per le ‘salvifiche’ vaccinazioni anti-Covid lo pagava lo Stato non c’erano problemi; quello che è successo dal Giugno dello scorso anno in poi, quando il Governo di Mario Draghi – quello ‘bravo’ – ha dichiarato la fine dell’emergenza non si  capito. Il dubbio è che la Regione siciliana, da Luglio in poi, si sia caricati i costi di questo perdonale. E infatti alla fine dello scorso anno, a squagghiata ra nivi affacciaru ‘i pirtusi, ovvero un buco di circa 400 milioni di euro. Anche se noi abbiamo il dubbio che questo ‘buco’ sia anche il frutto del fatto che, da quest’anno, la Regione siciliana non ha più potuto depredare 280 milioni di euro all’anno dal Fondo sanitario regionale, ‘boccone’ che gli è stato tolto dalla Corte dei Conti e dalla Corte Costituzionale. Detto questo, il caos nei Pronto Soccorso della Sicilia continua, perché di assumere altri medici e altri infermieri non se ne parla.

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