J'Accuse

Alla ricerca di soluzioni (elettorali) per Almaviva, Rfi-Toto Costruzione e per gli eterni cassintegrati ex Fiat Termini Imerese

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  • Palermo-Messina: il raddoppio ferroviario dell’eternità 
  • Autostrada Palermo-Catania, o della moltiplicazione dei cantieri: antropologi svedesi, danesi e islandesi in Sicilia per studiare il ‘fenomeno’
  • Almaviva, vertice a Roma. Perché non estendere il modello Cassa integrazione ex Fiat di Termini Imerese a tutti i disoccupati d’Italia?  

Palermo-Messina: il raddoppio ferroviario dell’eternità 

In Sicilia non c’è solo il problema di chi non trova lavoro ma anche il problema di coloro i quali rischiamo di perdere il lavoro. Emblematici i casi del raddoppio ferroviario di Cefalù per la tratta che va da Ogliastrillo a Castelbuono e la vertenza Almaviva. ci sarebbe anche l’eterna area industriale di Termini Imerese: ma lì, dal 2011, anno di chiusura dello stabilimento Fiat, va in scena una mezza recita politico-sindacale-sociale. Cominciamo con il raddoppio ferroviario di una tratto della linea che collega Palermo a Messina. Si tratta di un raddoppio ferroviario ‘mitologico’. Se ne cominciò a parlare quando Ministro dei Trasporti era il siciliano Bernardo Mattarella, padre dell’attuale presidente della Repubblica. Nei primi anni ’70 del secolo passato, quando chi scrive indossava ancora i calzoni corti, il raddoppio ferroviario Palermo-Messina era un’opera “prioritaria”. Era così prioritaria che alla fine degli anni ’70, quando l’autore di questo articolo cominciava a scrivere nei giornali non avevano fatto nulla. Anche negli anni ’80 si parlava del raddoppio ferroviario della Palermo-Messina. E anche negli anni ’90. I tutti questi anni si è fatto qualcosa? Sì, ma senza esagerare. Si sa come si procede quado c’è di mezzo la velocità: chi va piano va sano e va lontano. Per ora siamo alle prese con il citato tratto che va da Ogliastrillo a Castelbuono. Che succede? C’è in corso una diatriba tra Rete ferroviaria italiana (Rfi) e la Toto Costruzioni, il gruppo imprenditoriale che dovrebbe realizzare i lavori. I cantieri sono fermi da circa quattro mesi. I lavoratori sono creditori di due mensilità e, soprattutto, non lavorano. I sindacati sono in agitazione. La Regione siciliana – che in questa storia non centra nulla – ha convocato un ‘tavolo’ dove dovrebbe essere trovato un improbabile accordo. Considerato che tra qualche mese si voterà per le elezioni amministrative qualche soluzione si troverà…

 

Autostrada Palermo-Catania, o della moltiplicazione dei cantieri: antropologi svedesi, danesi e islandesi in Sicilia per studiare il ‘fenomeno’

Questa vicenda è emblematica dei grandi appalti in salsa siciliana. Questi lavori non servono per concludere le grandi opere pubbliche e metterle al servizio dei cittadini siciliani. Al contrario, la realizzazione di tali opere deve durare decenni. Il meccanismo è semplice: o si ‘bruciano’ fondi europei con la connivenza di un’Unione europea che fa finta di non sapere, o Roma toglie i soldi alla Regione, ai Comuni e alle Province della Sicilia per restituirne circa la metà per grandi appalti (l’altra metà vanno alle regioni del Nord Italia). Il ‘modello è stato sperimentato con ‘successo’ durante il Governo nazionale di Matteo Renzi e ormai è così collaudato che nessuno lo tocca. Non conosciamo nei dettagli la diatriba in corso tra Ogliastrillo e Castelbuono ma qualcosa ci dice che, appena si troveranno un po’ di soldi pubblici da immolare sul più ‘eterno’ dei raddoppi ferroviari, i lavori ‘riprenderanno’. Il paradigma di questo modo di operare è l’autostrada Palermo-Catania, dove i lavori per la manutenzione vanno avanti da decenni. Con una sorta di ‘accelerazione’: dove per accelerazione non si intende l’accelerazione dei lavori di manutenzione dell’autostrada (giammai!) ma l’accelerazione dei cantieri che, con il passare del tempo, invece di diminuire, aumentano! I lavori di manutenzione lungo l’autostrada Palermo-Catania sono diventati un esempio di antropologia appaltistico-stradale che suscita interesse in Svezia, in Danimarca e forse anche in Islanda. Quello che ha colpito gli studiosi è che, appena riparati 100 metri di autostrada, come per magico incanto se ne sfasciano 200! E infatti hanno rallentato, perché se accelerano per davvero i lavori finirebbero per chiudere anche l’autostrada percorribile. Ci hanno detto che gli svedesi sono rimasti colpiti – sempre sotto il profilo antropologico – dai presidenti della Regione che, appena si insediano, gridano: “Che vergogna i lavori dell’autostrada Palermo-Catania!”, e tutto resta come prima. Qualche anno fa, percorrendo per disgrazia in questa autostrada, dopo essere finiti sotto Enna invece che a Caltanissetta grazie a indicazioni che erano per i mezzi pesanti e non per le auto, abbiamo chiesto a un sindacalista: “Ma quannu avi a finiri ‘stu burdellu nell’autostrada Palermo-Catania?”. Risposta: “Ma che vuoi fare, l’operai travagghianu…“.

 

Almaviva, vertice a Roma. Perché non estendere il modello Cassa integrazione ex Fiat di Termini Imerese a tutti i disoccupati d’Italia?  

Poi c’è la vertenza di Almaviva. Ce ne sono 500 che hanno lavorato per Almaviva Contac durante la pandemia che per ora sono in Cassa integrazionne e poi gli altri lavoratori. I primi sono scesi in piazza oggi. A questa manifestazione ne seguirà una seconda. Tutti vanno a manifestare davanti alla presidenza della regione siciliana, che in questa storia, almeno sotto il profilo finanziario, non c’entra nulla. Su questa vicenda c’è un comunicato del Governo regionale siciliano: “La vertenza Almaviva e il rilancio dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese saranno al centro dell’incontro che il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e l’assessore alle Attività produttive, Edy Tamajo, avranno domani (Martedì 7 Marzo) a Roma con il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, nella sede del Mimit”. Dice il presidente Schifani: “Nelle settimane scorse non sono mancati vertici e interlocuzioni rispetto alle due tematiche che hanno visto protagonisti la Regione, il ministro Urso e i sindacati. Sono convinto che, attraverso l’attenzione del governo nazionale, le due tematiche possano avere un esito positivo per il bene dei lavoratori e della Sicilia”. Anche in questo caso, le elezioni sono alle porte… L’assessore regionale Tamajo si occupam specificatamente di Termini Imerese: “Riguardo il territorio di Termini Imerese e la riapertura dello stabilimento ex Blutec qualsiasi iniziativa, tuttavia, per diventare concreta e tradursi in una manifestazione d’interesse, necessità dell’intervento dei commissari che attualmente gestiscono l’area tramite la pubblicazione di un apposito bando. Viste le potenzialità dello stabilimento e del territorio su cui ricade, in effetti, le soluzioni potrebbero essere molte e il rilancio sostanzialmente a portata di mano”. Pr Almaviva non abbiamo capito se troveranno una soluzione in vista delle elezioni amministrative. Quanto a Termini Imerese si va avanti con una Cassa integrazione che va avanti ininterrottamente dal 2011. Quello che possiamo dire è che se la Cassa integrazione modello Termini Imerese venisse estesa a tutti i disoccupati d’Italia non ci sarebbero più proteste sociali. Altro che Reddito di cittadinanza!

Foto Wikipedia   

 

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