J'Accuse

Azienda Siciliana Trasporti con due incarichi e sullo sfondo la privatizzazione che i cittadini pagheranno a caro prezzo

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  • Le due notizie che lasciano perplessi
  • La relazione di Stagno D’Alcontres e Loiacono 
  • La proposta di una società di nuova costituzione partecipata dalla Regione siciliana
  • La privatizzazione espressione della volontà del presidente della Regione Schifani   
  • Tutti fanno i conti senza l’Unione europea a ‘trazione’ tedesca che punta a ‘spolpare’ quello che è rimasto in Sicilia 

Le due notizie che lasciano perplessi

Abbiamo più volte scritto della crisi dell’Azienda Siciliana Trasporti indicata con la sigla AST. Oggi torniamo sull’argomento perché siamo rimasti colpiti da notizie che leggiamo qua e là che sono in parte strane e, in parte, un po’ lontane da quella che potrebbe essere la volontà dell’Unione europea. Prima notizia: il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha conferito l’incarico a Francesco Perrino, docente di Diritto commerciale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, che dovrebbe studiare la questione AST per mettere a punto un piano di dismissione. La cosa che ci stupisce è che è già stato affidato un incarico – sempre in ordine alla crisi dell’AST – al professore e avvocato Alberto Stagno D’Alcontres e al dottor Fabrizio Loiacono. Incarico conferito dal consiglio di amministrazione dell’Azienda Siciliana Trasporti spa per accertare se ricorrono i presupposti “per la definizione di una procedura negoziata ex articolo 25 octies decreto legislativo 14 gennaio 2019 n. 14 (c.d. Codice della Crisi e dell’Insolvenza), ovvero la sussistenza dei presupposti per accedere ad un diverso istituto diretto alla definizione della situazione di squilibrio patrimoniale segnalato dal collegio Sindacale ex articolo 25 octies Codice della Crisi di Insolvenza con verbale n. 104 del 17 Ottobre 2022”. Stagno D’Alcontres e Loiacono. Questi ultimi due hanno già consegnato la relazione. Possibile che i vertici dell’AST abbiano commissionato una relazione senza sentire il Governo? Da qui la prima domanda: se due professionisti hanno già studiato la questione dell’Azienda Siciliana Trasporti, scrivendo e consegnando la relazione che dovrebbe essere anche all’attenzione del Governo siciliano, che bisogno c’è di un nuovo studio e di una nuova relazione? Seconda domanda: la Regione siciliana ha o no un proprio Ufficio legislativo e legale? Noi ricordiamo di sì. Perché, allora, non investire del problema AST l’Ufficio legislativo e legale della Regione siciliana? Seconda notizia: il Governo Schifani punterebbe alla privatizzazione del settore. Anche questo punto merita un po’ di chiarezza, Ma andiamo per ordine.

 

La relazione di Stagno D’Alcontres e Loiacono 

Cominciamo con la relazione del professore Stagno D’Alcontres e del dottore Loiacono. “Contrariamente a quanto rilevato dal Collegio Sindacale – leggiamo nella relazione di D’Alcontres e Fabrizio Loiacono – pare abbastanza evidente che allo stato non ci si trovi di fronte a una situazione di squilibrio patrimoniale economico e finanziario che rende probabile la crisi o l’insolvenza che, lo si è già detto, costituisce presupposto oggettivo per accedere alla composizione negoziata della crisi d’impresa”; più avanti si legge che “gli squilibri appaiono, invero, ben più profondi e la situazione di crisi o di insolvenza appare non probabile ma del tutto conclamata”. Nella relazione si certifica che la situazione debitoria della società, al 31 Dicembre 2021, ammonta a 91,2 milioni di euro “che, seppur in riduzione rispetto all’esercizio 2020, non può essere fronteggiata fisiologicamente con i flussi di cassa della gestione”. In verità, come ha scritto qualche giorno fa il quotidiano La Repubblica, nel 2012 il ‘buco’ di bilancio dell’AST raggiunse quota 107 milioni di euro. Anche allora al Governo della Regione c’era il centrodestra. Perché, oggi, un indebitamento di 91,2 milioni di euro suscita clamore mentre allora era un fatto quasi ordinario, tanto che Marco Falcone – allora deputato regionale e oggi assessore all’Economia – chiedeva di “evitare il fallimento dell’Azienda siciliana trasporti” e si batteva per arrivare al “conseguente ripristino di tutte le tratte cancellate o ridotte”? Sono i ‘misteri’ della politica siciliana!

 

La proposta di una società di nuova costituzione partecipata dalla Regione siciliana

Nella relazione si esclude “l’accesso alla composizione negoziata ex articolo 12 CCI (Codice della Crisi di Insolvenza) versando la società in una condizione di crisi non reversibile. Per la risoluzione della crisi dell’AST, sempre secondo i due autori della relazione, non “appare appropriato” l’accordo di ristrutturazione dei debiti. “L’ammontare del debito complessivo e il numero di creditori coinvolti nella procedura – scrivono i due professionisti – fanno propendere, ragionevolmente, per lo strumento del concordato preventivo nelle sue diverse forme, ovvero ‘mediante la continuità aziendale, la liquidazione del patrimonio, l’attribuzione delle attività ad un assuntore o in qualsiasi altra forma’ cui può, all’occorrenza, innestarsi una specifica proposta per il trattamento dei crediti tributari e contributivi”. Da qui la previsione della cessione dell’Aziende (cioè dell’AST “ad una società di nuova costituzione interamente partecipata dalla Regione siciliana ed operante in regime di house providing. Questo ci basta per capire che la soluzione proposta dei due professionisti sembra essere diversa da quella del presidente della Regione Schifani, che vuole procedere alla dismissione, per privatizzare il servizio.

 

La privatizzazione espressione della volontà del presidente della Regione Renato Schifani   

Siamo arrivati così alla seconda notizia: la privatizzazione dell’AST, che sembra essere l’obiettivo del presidente della Regione. Intanto bisognerebbe capire cosa ne pensano i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Da quello che abbiamo capito, potrebbero essere gli attuali gestori delle autolinee private a prendersi l’AST o, quanto meno, a gestire le tratte fino ad oggi gestite dall’Azienda Siciliana Trasporti. Si prenderanno in carico anche gli oltre 800 dipendenti dell’AST? O assisteremo a licenziamenti di massa? Se la notizia dell’arrivo dei privati delle autolinee private siciliane risponde al vero siamo davanti a un fatto stupefacente, perché dalla fine degli anni ’80 del secolo passato, quando in modo demenziale sono state smantellati quelli che venivano chiamato i “rami secchi” delle ferrovie siciliane, i titolari delle autolinee private hanno acciuffato solo le tratte economiche, mentre le tratte meno ‘appettibili’ (cioè le tratte con minori passeggeri) sono state rifilate all’AST! Non solo. All’AST sono stati rifilati anche i servizi di trasporto di alcuni Comuni che, come si usa dire in Sicilia, sono sempre stati ‘leggermente’ malupapaturi’, soprattutto da quando i Governi nazionali e regionali di centrosinistra a ‘trazione’ PD hanno svuotato le ‘casse’ della Regione siciliana per la gioia del Governo romano, con il risultato che il Fondo regionale per le Autonomie locali – Fondo che finanzia i Comuni siciliani e, in minima parte, anche le ex Province – è passato da quasi un miliardo di euro all’anno a circa 300 milioni di euro all’anno. Soldi erogati, peraltro, con notevole ritardo: cosa, questa, che costringe i Comuni della nostra Isola ad indebitarsi ulteriormente con il sistema bancario.

 

Tutti fanno i conti senza l’Unione europea a ‘trazione’ tedesca che punta a ‘spolpare’ quello che è rimasto in Sicilia 

Di più. Che diranno i signori dell’Unione europea? Ricordiamo che la Ue, oltre a provare a farci mangiare gli insetti, ha messo in pista i soliti ‘bandi europei’ che puntano a fare fuori l’imprenditoria locale in tanti settori dell’economia italiana per completare la colonizzazione economica già in atto da oltre un decennio. Se non è chiaro questo punto centrale – che è il ‘succo’ del cosiddetto ‘europeismo’ che usa il liberismo per creare monopoli a uso e consumo di chi controlla la Ue (sul liberismo che degenera nei monopoli leggere La società opulenta di John Kenneth Galbraith) – non si farà molta strada. L’Europa ‘unita’ si sta già impadronendo dei cieli italiani: hanno eliminato Alitalia e ora si prenderanno ITA, la società che ha preso il posto di Alitalia. Il Governo di Giorgia Meloni, che avrebbe dovuto difendere la cosiddetta “italianità”, sta provvedendo a vendere Telecom (‘fantastico’ il Ministro leghista dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, esponente del partito di Matteo Salvini, quello della tutela della “sovranità economica italiana”…), Da anni, sempre con i ‘bandi europei’, i tedeschi cercano di prendersi la gestione delle spiagge italiane e se ciò non è avvenuto è perché i bandi europei non si sono ancora materializzati: appena si materializzeranno gli attuali gestori delle spiagge italiane verranno polverizzati dalle offerte estere. Finirà così anche con il servizio per il trasporto delle persone sugli autobus della Sicilia tra autolinea private e AST? Se i bandi saranno europei non sarà facile per gli imprenditori siciliani di questo settore fronteggiare l’offensiva ‘europeista’. Sempre come si dice dalle nostre parti, chiddri hannu ì picciuli e, soprattutto, hanno voglia di ‘spolpare’ quello che c’è ancora da prendere in Sicilia. Per essere chiari: fino ad oggi l’AST ha assicurato i servizi nelle tratte sociali a prezzi tutto sommato economici e ha fatto finta di non capire quando i Comuni siciliani dove operava non pagavano per il servizio. Se arriveranno, per esempio, i tedeschi le tratte sociali si pagheranno a prezzo intero e i Comuni dovranno ‘cacciare’ i soldi pena l’interruzione del servizio. Cosa stiamo cercando di dire? Che con le privatizzazioni dei servizi – fino ad oggi pubblici o gestiti da società in house – i cittadini siciliani pagheranno cifre esorbitanti, pena l’interruzione dei servizi. Come per gli insetti sulle nostre tavole “ce lo chiede l’Europa”…

Foto tratta da Il Cittadino di Messina           

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