Sul Titanic

L’india ignorerà il tetto di 60 dollari al barile per il petrolio russo fissato dal G7

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  • Quello che non vogliono capire americani ed europei è che, nel mondo, il cosiddetto Occidente industrializzato conta sempre meno
  • Scommettiamo che, alla fine, a pagare le conseguenze dello stop dell’Unione europea al petrolio russo sarà l’Italia? 
  • G7 e Unione europea non lavorano per la pace in Ucraina ma stanno facendo di tutto per fare proseguire la guerra 

Quello che non vogliono capire americani ed europei è che, nel mondo, il cosiddetto Occidente industrializzato conta sempre meno

Il tetto di 60 dollari al barile del G7 sul petrolio russo? L’India non lo applicherà. Ed è anche logico: l’India è importa molto petrolio e, ovviamente, predilige quello a prezzi più convenienti. E il petrolio russo è conveniente. Così il 5 Dicembre, quando scatterà l’embargo del G7 al petrolio russo l’India lo ignorerà. “Il funzionario del Ministero del Petrolio indiano, citato da Attaqa – leggiamo su scenarieconomici.it – ha affermato che le sanzioni imposte al petrolio russo, in particolare ai servizi di spedizione e assicurazione occidentali, non si applicheranno all’India, poiché il Paese intende utilizzare servizi non occidentali per trasportare il greggio russo via mare in India”. Insomma l’Occidente conta sempre meno. Superfluo ricordare che l’India fa parte del BRICS insieme con Brasile, Russia, Cina e Sudafrica: e i Paesi di questo raggruppamento quando possono si aiutano tra di loro.

 

Scommettiamo che, alla fine, a pagare le conseguenze dello stop dell’Unione europea al petrolio russo sarà l’Italia?

La Russia, da parte sua, si è impegnata a interrompere le spedizioni a tutti i Paesi che applicano il limite di prezzo. “Ma il price cap – leggiamo ancora su scenarieconomici.it – si applica solo ai Paesi che sperano di utilizzare navi occidentali e assicuratori occidentali, il che significa che non si applicherà all’India”. Per la cronaca, oltre al tetto di 60 dollari del G/, il 5 Dicembre entrerà in vigore anche l’embargo dell’Unione europea sul petrolio russo. E’ l’ultima minchiata dell’Europa presunto-unita, che produrrà danni relativi alla Russia e problemi all’Italia che dovrà trovare il modo per tenere in piedi la raffineria di Priolo, in Sicilia, gestita dal colosso russo Lukoil. Ebbene, siccome tale raffineria lavora, ovviamente, con il petrolio russo che non arriverà più, il Governo italiano di Giorgia Meloni ha commissariato tale raffineria. resta da capire da dove arriverà il petrolio – e soprattutto a che prezzo –  che dovrà essere raffinato direttamente dal Governo italiano.

 

G7 e Unione europea non lavorano per la pace in Ucraina ma stanno facendo di tutto per fare proseguire la guerra

I soliti bene informati occidentali – così bene informati che fino ad ora sulla guerra in Ucraina e sui suoi effetti non ne hanno azzeccata una – dicono che la Russia pagherà il fatto che operano un numero limitato di navi e assicuratori non occidentali. Morale: questo dovrebbe danneggiare la Russia. Noi, in verità, prima di lanciarci in previsioni, ci limitiamo ad aspettare i fatti, cioè quello che succederà dopo il 5 Dicembre. Quello che sappiamo è che Cina e India continueranno ad acquistare il petrolio russo. Non c’è bisogno nemmeno di aggiungere che le penalizzazioni alla Russia del G7 e dell’Unione europea sul petrolio allontanano le possibilità di pace in Ucraina, già molto scarse.

Foto tratta da Il Riformista 

 

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