Terza pagina

La millenaria storia del Santo Rosario

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  • Il Rosario: il vincolo di amore che unisce al Cielo e l’àncora di salvezza negli assalti del Male
  • L’avventura umana di Bartolo Longo
  • La polemica con il positivista e un po’ ottuso Cesare Lombroso
  • Il quadro della Madonna del Rosario
  • Il primo prodigio
  • La Madonna della Vittoria e la battaglia di Lepanto
  • L’apparizione di San Michele Arcangelo sul Gargano
  • Le 150 rose di Frate Lego
  • Le ghirlande di rose
  • Cos’è il Rosario
  • Le promesse di Maria
  • Promesse della Madonna a coloro che portano fedelmente con sé la corona del Rosario
  • il Santo Rosario e San Pio da Petralcina

di Maddalena Albanese

Il Rosario: il vincolo di amore che unisce al Cielo e l’àncora di salvezza negli assalti del Male

 

“Se vuoi la Salvezza, propaga la devozione al Santo Rosario”, queste parole disse lo Spirito Santo allo spirito del Beato Bartolo Longo 150 anni fa (foto tratta da wikipedia), confermandole col suono della campana dell’Angelus proveniente da una chiesa vicina, quando questi si trovava nei pressi del borgo di Pompei, dove poi sarebbe  sorto uno dei più famosi santuari mariani del mondo. Era il 1872. Sono ora 150 anni che lo Spirito Santo additò ad un facoltoso e angosciato possidente, proprietario di alcuni terreni nella Valle di Pompei cosa e come avrebbe dovuto operare nella propria vita per la Maggior Gloria di Dio e per la Salvezza di se stesso e degli uomini. Le vicende che condussero Bartolo Longo alla costruzione del Santuario della Madonna del Rosario furono complesse e travagliate.

 

L’avventura umana di Bartolo Longo

 

Nato nella prima metà del XIX secolo, in seno ad una famiglia benestante, Bartolo Longo seguì studi umanistici e giurisprudenziali. Durante il percorso universitario le sue amicizie lo avviarono su un pendio scabroso: il satanismo, tanto che egli diventò sacerdote satanista per alcuni anni. Nonostante tutto la Madonna non lo perse di vista e mise sul suo cammino il Professore Vincenzo Pepe e il Padre domenicano Alberto Radente; quest’ultimo lo guidò nella sua conversione e lo fece aggregare al Terz’Ordine Domenicano. Ordine, com’è noto, a forte vocazione mariana, particolarmente attento alla diffusione della preghiera del Rosario. Da quel momento in poi il dono totale che Bartolo Longo fece di sé a Maria Santissima si unì ai progetti che Ella già aveva su di lui. Nacquero, così, nel tempo, in una valle abbandonata, dove c’erano poche case fatiscenti di poveri contadini, aggrappate ad una Parrocchia sgarrupata, la Parrocchia del Santissimo Salvatore, il Santuario della Madonna del Rosario, le case per gli operari che ad esso lavoravano, la farmacia, un piccolo ospedale, un telegrafo ed un laboratorio geodinamico (sempre Pompei era!). Ed inoltre, a testimonianza che il vero sentimento religioso non è mai disgiunto da una sana e laboriosa concretezza, Bartolo Longo fece ristrutturare la Parrocchia del Santissimo Salvatore e fece sorgere in questa nuova cittadina di Pompei, sita peraltro vicino agli scavi della città romana, una stazione ferroviaria, degli alberghi e dei luoghi di ristoro, conscio che il luogo avrebbe avuto nel tempo una sempre più forte inclinazione turistica e pellegrina.

 

La polemica con il positivista e un po’ ottuso Cesare Lombroso

 

Bartolo Longo comunque non si occupò solo dell’accoglienza ai turisti nel borgo di Pompei, ma anche si prodigò per accogliere bambini e bambine, figli di carcerati, che, nella mente positivistica del tempo, non potevano avere alcuna speranza di redenzione, perché, secondo la scienza, geneticamente tarati. A questo proposito è noto il duello verbale tra Cesare Lombroso e Bartolo Longo, la cui frase conclusiva del Longo fu: “Là dove la scienza si fa nemica della carità, io lascio la scienza e seguo la carità”. I risultati che ottenne con questi bambini, il loro inserimento nel tessuto sociale, gli diedero pienamente ragione. Egli per le opere di costruzione del Santuario e delle opere suddette mise parte dei terreni e dei fondi necessari, le offerte provenienti da ogni dove fecero il resto. Maria Santissima vi mise, invece, il quadro che ancora oggi è esposto alla venerazione dei suoi figli sparsi in tutto il mondo.

 

Il quadro della Madonna del Rosario

 

Per l’altare maggiore dell’erigenda chiesa era necessario un quadro dedicato alla Madonna del Rosario. Bartolo Longo andò a Napoli alla ricerca di qualche pregiata effigie degna della Sua Padrona e del luogo dove avrebbe dovuto essere esposta; ne aveva già visto uno che secondo lui era adatto. Il caso (!) volle che, in Via Toledo, egli incontrasse Padre Redenta, il quale, avendo appreso il proposito di Bartolo, gli disse di andare presso il Conservatorio del Rosario di Porta Medina e di chiedere di Suor Maria Concetta De Litala. Questa gli avrebbe dato un quadro che lo stesso Padre le aveva affidato tempo prima e che raffigurava la Madonna del Rosario. Bartolo andò al Conservatorio, chiese della suora e vide il quadro: una delusione totale! Era eroso dal tempo e dalle tarme, sporco, mancante di parti di colore e peraltro antistorico: la Madonna porgeva il Rosario a San Domenico e a Santa Rosa Da Lima. Bartolo non lo voleva proprio quel quadro! Solo la pia ma caparbia insistenza di Suor Maria Concetta glielo fece accettare. Finalmente, il pomeriggio stesso, il 13 Novembre del 1875, il quadro venne portato davanti alla Parrocchia del Santissimo Salvatore, dove lo aspettavano Bartolo, il Parroco e qualche devoto. Il carro che si era trovato per il trasporto serviva per portare di tutto, anche il letame per concimare la terra. Il quadro, appena visto, non venne approvato per l’esposizione. Prima di essere esposto dovette essere almeno parzialmente restaurato. Anche Santa Rosa cambiò identità e divenne Santa Caterina Da Siena, nella migliore delle tradizioni domenicane (foto Wikipedia).

 

Il primo prodigio

 

Ma il quadro era stato scelto da Colei che sarebbe diventata la Titolare della nuova Chiesa. Ed infatti il 13 febbraio del 1876, alla prima esposizione, si verificò il primo prodigio: una bambina, nipote di una facoltosa signora della zona, data per spacciata anche da Antonio Cardarelli (e, come tutti sanno, il suo giudizio in fatto di diagnosi e prognosi mediche era inappellabile), guarì improvvisamente e prodigiosamente. La facoltosa zia profuse offerte per il Santuario e da lì in poi non ne mancarono, né in denaro, né in prestazioni professionali, non ultima quella dell’architetto Antonio Cua che si offrì di fare il progetto e dirigere i lavori del Santuario. I miracoli da allora in poi non si contarono più. Maria Santissima provvide da Sé per Sé.

 

La Madonna della Vittoria e la battaglia di Lepanto

 

La Madonna del Rosario, chiamata Madonna della Vittoria, in ricordo della Vittoria di Filippo II sull’Armata Turca, considerata come un momento della difesa della cristianità in Europa contro la dilagante offensiva musulmana, divenne così la Madonna delle Vittorie: delle innumerevoli vittorie che Ella ottiene continuamente su tutti i mali che affliggono i suoi figli. Il 7 ottobre del 1571 vicino all’Isola di Cipro si scontrarono le navi della Lega Santa e le navi della flotta Ottomana, con una schiacciante sconfitta di quest’ultima. La vittoria venne attribuita alla Madonna del Rosario perché Papa Pio V aveva chiesto a tutti i cattolici di unirsi in questa preghiera ai piedi di Maria, per sostenere i combattenti che rischiavano la propria vita per la cristianità. Papa Pio V, San Pio V, decretò che si celebrasse in tale giorno la Festa della Madonna della Vittoria. Papa Gregorio XIII rinominò la festa intitolandola alla Madonna del Rosario. Quindi tutto il mondo cattolico, dietro l’impulso dato dagli eventi che accadevano nella Valle di Pompei, cominciò ad inginocchiarsi due volte l’anno, in perfetta unione di spirito, ai piedi di Questa Regina per onorarla con la Supplica a Lei dedicata dal Beato Bartolo Longo: il 7 ottobre, festa della Madonna della Vittoria, poi trasportata alla I domenica di Ottobre, e l’8 Maggio.

 

L’apparizione di San Michele Arcangelo sul Gargano

La data dell’8 Maggio contiene in sé una curiosità: venne scelta perché è la data dell’apparizione di San Michele Arcangelo sul Gargano, dove poi venne costruito il Santuario a Lui dedicato. Intanto, sicuramente, perché il Beato ha voluto rendere omaggio alla propria terra natìa, la Puglia, ma soprattutto, come ebbe a dire egli stesso, perché “Se dunque San Michele è il custode di tutta la Chiesa e il difensore di tutte le grandi Opere Divine, non era conveniente che a Lui fosse affidata la difesa di questa grande Opera di Dio nell’epoca moderna, che è il Santuario di Pompei?”. Quando la cittadina prese la forma di un luogo accogliente ed ospitale intorno al Santuario, grazie al bene che da esso emanava, Bartolo Longo promise ai suoi abitanti anche che il Papa lo avrebbe un giorno visitato. E così fu: Papa Giovanni Paolo II lo visitò per ben due volte, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco rispettivamente per una volta ciascuno. Comunque, anche durante la fondazione del Santuario i Papi che la seguirono fecero sempre sentire la loro voce a sostegno del Santuario stesso e della preghiera del Rosario. Il grande Papa Leone XIII scrisse l’Enciclica “Supremi Apostolatus Officio”, I settembre 1883, con la quale indicava il Santo Rosario come rimedio per i mali di quel tempo. In risposta ad essa il Beato compose la Supplica alla Madonna di Pompei che venne pregata per la prima volta il 14 ottobre 1883 da ventimila pellegrini, riuniti a Pompei. Pio X fu, invece, il Papa che approvò la Pia Unione Universale per la recita del Santo Rosario e ne divenne il primo iscritto. Il 5 maggio 1901, a completamento dei lavori, fu inaugurata la facciata del Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, frutto di offerte provenienti da tutto il mondo e dedicata il alla Pace Universale (foto Wikipedia).

 

Le 150 rose di Frate Lego

 

La preghiera del Rosario e la Corona del Rosario non sono sempre state come noi oggi le conosciamo. Si narra che Frate Lego, fratello laico domenicano, non sapendo leggere, non poteva pregare il salterio, la raccolta dei 150 salmi dell’Antico Testamento, il cui canto quotidiano era prescritto dalle Regole religiose degli Ordini Monastici. Ma Frate Lego era innamorato della Madonna, e quindi, per renderle onore, ogni sera ai Vespri ed ogni mattina alle Lodi, si inginocchiava nella Cappella di Maria Santissima e le rivolgeva 150 estatiche Ave Maria. I confratelli non ne sapevano nulla, ma ogni sera ed ogni mattina trovavano 150 rose profumate nella cappella, senza che ne mancasse neppure una dai roseti del chiostro. Un giorno Fratello Lego si ammalò e non potè uscire dalla propria cella. Per tutto il tempo della sua malattia nessuna rosa profumata abbellì la Cappella della Madonnina. Quando egli si riprese, per prima cosa, andò a pregare la Vergine e quale fu la sorpresa dei confratelli che, entrando per la preghiera comunitaria in chiesa, lo trovarono estatico davanti la Madonna e, più ancora, quando videro che ad ogni sua Ave Maria una rosa profumata si deponeva al suolo. Ma quella fu l’ultima volta su questa terra. Fratello Lego, dopo avere deposto tutte le centocinquanta rose ai piedi di Maria andò a mirarLa per sempre in Cielo.

 

Le ghirlande di rose

Questo racconto adombra la realtà della nascita della pratica devozionale più diffusa ed amata al mondo. Nel Medioevo nei conventi non tutti i frati sapevano leggere e, poiché la regola richiedeva la lettura dei 150 salmi, questi vennero sostituiti da centocinquanta preghiere di facile apprendimento: il Padrenostro e le Ave Maria. Inizialmente i centocinquanta salmi vennero sostituiti da centocinquanta Padrenostro. Era inoltre invalsa l’usanza di omaggiare la Vergine con delle ghirlande di rose, che erano spesso sostituite da preghiere, che venivano contate grazie a delle collane di piccole pietre o semi. Furono i monaci cistercensi, per primi, nel XIII secolo, a chiamare questa corona di preghiere Rosario. L’Ordine domenicano divenne il diffusore per eccellenza della preghiera del Rosario, perché nel 1214 la Madonna apparve a San Domenico e gli donò una corona di rosario, dicendogli che il Rosario era il mezzo per sconfiggere le eresie che dilagavano nel mondo cristiano. Il Rosario nel tempo assunse varie forme. Quello che noi conosciamo venne formato, nella compiutezza dell’Ave Maria, dai monaci certosini che, nel 1350, unirono il Saluto Angelico al Saluto di Elisabetta completandoli con la seconda parte e la frase “ora e nell’ora della nostra morte. Amen”. Nella compiutezza dei quindici Misteri venne formato dal monaco domenicano Alain De La Roche. Altri monaci perfezionarono la forma dei singoli Misteri aggiungendo all’inizio di essi il Padrenostro. La forma definitiva del Rosario si ebbe nel 1521 ad opera del domenicano Alberto di Castello. Questi era un dotto padre domenicano che produsse numerose opere riguardanti la storia del proprio Ordine e un’opera di iconografia religiosa chiamata il “Rosario della gloriosa Vergine Maria”: una incisione su legno dei quindici misteri del Rosario (Venezia 1521) ad uso degli illetterati (foto Wikipedia).

 

Cos’è il Rosario

 

Il Rosario è la meditazione della vita di Gesù Cristo fatta attraverso gli occhi di Maria. Esso comprende 15 Misteri: 5 gaudiosi (relativi all’Incarnazione e all’Infanzia di Gesù), 5 dolorosi (relativi alla Passione e Morte del Signore) e 5 gloriosi (relativi alla Risurrezione e Ascensione al Cielo di Nostro Signore Gesù Cristo). Nel 2002 con la lettera apostolica “De Rosario Virginis Mariae”, Papa Giovanni Paolo II aggiunse i cinque Misteri luminosi (relativi alla vita pubblica di Gesù, Luce del Mondo). Tutti i Santi hanno tenuto sul cuore e sulle labbra il Rosario, numerosi Papi lo hanno indicato al mondo quale mezzo di Grazia e di Salvezza. Il primo tra essi fu Papa Sisto IV che, con la Bolla pontificia “Ea quæ ex fidelium“, promulgata il 12 maggio 1479, affermò che la pratica del Rosario era anticamente diffusa e, caduta in disuso, era stata di recente ripristinata, invitando i cattolici alla recita quotidiana del salterio mariano con le sue 150 Salutationes, tante quante i salmi davidici, facendo precedere ogni decina da un Padrenostro. Assegnò inoltre a tale pratica varie indulgenze. Da tale data ad oggi si contano oltre 200 documenti pontifici sul Rosario. Poi seguì San Pio V, domenicano, con la sua bolla “Consueverunt Romanii Pontifices” del 1569 e le regole per la preghiera del Rosario. Leone XIII, con le sue 12 Encicliche sul Rosario, fu un altro dei Papi che si spesero in particolare per la diffusione della devozione al Santo Rosario. Sempre i domenicani promossero la nascita della Confraternita del Rosario Perpetuo (chiamata anche Ora di Guardia), fondata nel 1630 dal Padre Timoteo de’ Ricci, che si impegnava ad occupare tutte le ore del giorno e della notte, di tutti i giorni dell’anno, con la recita del Rosario. E sempre una terziaria domenicana, Pauline Marie Jaricot fondò nel 1826 la Confraternita del Rosario Vivente. Anche il nostro amato Papa Francesco, grande devoto di Maria Santissima, non perde occasione per spingere i fedeli a pregare la Madre, ed in particolare a pregarla con il Santo Rosario. Citiamo testualmente: “Vorrei richiamare all’importanza e alla bellezza della preghiera del Santo Rosario. Recitando l’Ave Maria, noi siamo condotti a contemplare i Misteri di Gesù, a riflettere cioè sui momenti centrali della Sua Vita, perché come per Maria e per San Giuseppe, Egli sia il centro dei nostri pensieri, delle nostre attenzioni e delle nostre azioni”.

 

Le promesse di Maria

La tradizione religiosa riporta anche 15 promesse che la Vergine in persona fece sia a San Domenico, sia al beato Alano della Rupe riguardo al suo Rosario.
«A tutti quelli che devotamente reciteranno il mio Rosario, io prometto la mia protezione speciale e grandissime grazie.»
«Chi persevererà nella recitazione del mio Rosario riceverà grazie preziosissime.»
«Il Rosario sarà un’arma potentissima contro l’inferno; esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.»
«Il Rosario farà fiorire le virtù e le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti misericordie divine; sostituirà nei cuori l’amore di Dio all’amore del mondo, elevandoli al desiderio dei beni celesti ed eterni. Quante anime si santificheranno con questo mezzo!»
«Colui che si affida a me con il Rosario, non perirà.»
«Colui che reciterà devotamente il mio Rosario, meditando i suoi misteri, non sarà oppresso dalla disgrazia. Se è peccatore, si convertirà; se è giusto, crescerà in grazia e diverrà degno della vita eterna.»
«I veri devoti del mio Rosario non moriranno senza i Sacramenti della Chiesa.»
«Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e alla loro morte la luce di Dio, la pienezza delle Sue grazie e parteciperanno dei meriti dei beati.»
«Libererò molto prontamente dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario.»
«I veri figli del mio Rosario godranno di una grande gloria in Cielo.»
«Quello che chiederete con il mio Rosario, lo otterrete.»
«Coloro che diffonderanno il mio Rosario saranno soccorsi da me in tutte le loro necessità.»
«Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i membri della “Confraternita del Rosario” abbiano per fratelli durante la vita e nell’ora della morte i santi del Cielo.»
«Coloro che recitano fedelmente il mio Rosario sono tutti miei figli amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.»
«La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.»

 

Promesse della Madonna a coloro che portano fedelmente con sé la corona del Rosario

 

Promesse fatte dalla Vergine durante varie apparizioni:
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me condotti a mio Figlio.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me aiutati nelle loro imprese.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, impareranno ad amare la Parola e la Parola li farà liberi. Non saranno più schiavi.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, ameranno sempre di più mio Figlio.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una conoscenza più profonda di mio Figlio nella loro vita quotidiana.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un desiderio profondo di vestire con decenza per non perdere la virtù della modestia.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, cresceranno nella virtù della castità.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una coscienza più profonda dei loro peccati e cercheranno sinceramente di correggere la propria vita.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un profondo desiderio di diffondere il messaggio di Fatima.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, sperimenteranno la grazia della mia intercessione.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nella loro vita giornaliera.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno ripieni di un profondo desiderio di recitare il S. Rosario e meditare i Misteri.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno confortati nei momenti di tristezza.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, riceveranno il potere di prendere decisioni sagge illuminati dallo Spirito Santo.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno invasi da un profondo desiderio di portare oggetti benedetti.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, venereranno il mio Cuore immacolato e il Sacro Cuore di mio Figlio.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, non useranno il nome di Dio invano.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una profonda compassione per Cristo crocifisso e aumenterà il loro amore per Lui.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno guariti da malattie fisiche, mentali ed emozionali.»
«Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nelle proprie famiglie.»

 

il Santo Rosario e San Pio da Petralcina

 

Abbiamo detto che tutti i Santi hanno avuto nel cuore e sulle labbra sempre questa preghiera. Non ultimo un Santo dei nostri tempi, che conta milioni di devoti in tutto il Mondo, si dice che ne pregasse 33 al giorno (per intero!) e assicurava che le Grazie che otteneva per i fedeli che a lui si affidavano erano legati alla preghiera del Rosario. Era San Pio da Pietralcina. Paragonava il Rosario ad un’arma: l’arma adatta per questo tempo. E amava ripetere: “Quaglio’, se non spari tu, spara il Nemico!”. In tutte le apparizioni riconosciute dalla Chiesa la Madre del Genere Umano si presenta sempre con la Corona del Rosario in mano, indicandolo come il mezzo per estirpare il loglio che cerca di soffocare il grano che cresce nel Mondo. Ad una mistica contemporanea, Catalina Rivas, Gesù ha rivelato che “se almeno un membro della famiglia recita il Rosario ogni giorno, Lei, Mia Madre, salverà quella famiglia…E questa promessa ha il sigillo della Divina Trinità”. In attesa che anche questa rivelazione venga avallata dalla Chiesa, continuiamo o cominciamo a pregare il Rosario. Per un piccolo gesto di devozione e di affetto ci vengono promessi grandi beni in questa vita e nell’altra. Non per nulla la facciata del Pontificio Santuario della Madonna del Rosario di Pompei è stata dedicata alla Pace Universale.

Foto di prima pagina tratto da Vivicentro

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