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A proposito delle ‘mazzette’ presentate come ‘caramelle’ negli uffici della Protezione civile

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  • Un nuoto modo per ‘velocizzare’ i pagamenti di lavori eseguiti?
  • Caso isolato o metodo diffuso? 

Un nuoto modo per ‘velocizzare’ i pagamenti di lavori eseguiti?

 

Gli arresti operati in queste ore da Magistratura e forze dell’ordine negli uffici della Protezione civile regionale della Sicilia non danno soltanto la misura del degrado di alcuni settori della pubblica amministrazione della nostra Isola ma segnalano anche una tipologia di corruzione per certi versi nuova. Non siamo davanti a una gara d’appalto truccata, o alla firma di autorizzazioni in barba alla legge, o a forniture assegnate a imprese ‘amiche’ e, in generale, a tutte le tipologie di corruzione che vanno in scena da sempre. In questa storia c’è un’impropria accelerazione della tempistica dei pagamenti. E’ la storia di un’impresa che ha effettuato dei lavori per conto della Protezione civile e che, per saltare i tempi di attesa dei pagamenti – che supponiamo non brevi – si rivolge a un funzionario della Protezione civile. Il quale si mette a disposizione contattando anche i suoi colleghi, pregandoli di esitare la pratica. La ‘velocizzazione’ della pratica con relativo pagamento è andata a buon fine? Da quello che leggiamo sui giornali che riportano la notizia sembrerebbe di sì. Per sdebitarsi, l’imprenditore – che alla fine ha usufruito di un servizio che dovrebbe essere gratuito in un Paese civile dove la pubblica amministrazione funziona – si sarebbe recato nell’ufficio del funzionario che ha ‘velocizzato’ la pratica per il ‘ringraziamento’.

 

Caso isolato o metodo diffuso? 

 

Qui la storia non sembra molto chiara. Sulla scrivania del funzionario della Protezione civile “sarebbero stati posati tre pacchetti, probabilmente soldi, presentati alla consegna come «caramelle» – leggiamo sul Giornale di Sicilia -. I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza ai domiciliari per corruzione, emessa dal Gip, sia nei confronti del funzionario regionale che dell’imprenditore accusati di corruzione… La consegna dei pacchetti di «caramelle» da parte dell’imprenditore è stata ripresa da telecamere nascoste dalla Guardia di finanza nell’ufficio del funzionario regionale”. Su PalermoToday la ricostruzione non ricorre al ‘probabilmente’: “Dentro quei pacchetti, però, come ricostruito dagli specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziaria Gruppo Tutela mercato beni e servizi, c’erano dei soldi che sarebbero serviti a ungere i meccanismi del sistema corruttivo”. Come commentare questa storia? La prima considerazione riguarda le lungaggini burocratiche e i ritardi nei pagamenti alle imprese che lavorano per la pubblica amministrazione. Sappiamo che, da anni, ci sono polemiche. E lo Stato italiano è intervenuto anche con una legge imponendo tempi certi per i pagamenti alle imprese. Fino ad oggi questo fenomeno – i ritardi nei pagamenti – è stato spiegato con la mancanza di liquidità e con una burocrazia di stampo kafkiano che ritarda l’attività amministrativa per disorganizzazione e disattenzione. Questa storia emersa negli uffici della Protezione civile siciliana potrebbe essere la spia di un possibile metodo diffuso?

Foto tratta da Ragionieri e previdenza 

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