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Elezioni regionali di Novembre: c’è spazio in Sicilia per un’alternativa a centrodestra e centrosinistra? Sì. Ecco una possibile via

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  • L’incontro di Palermo promosso da Unità Siciliana – Mezzogiorno Federato,  i vertici regionali di Azione, il partito di Carlo Calenda, + Europa, Italia Viva e altri movimenti
  • I tre punti del progetto
  • La scelta del candidato presidente
  • Un’alternativa ai vecchi centrodestra e centrosinistra siciliani incapaci di rinnovarsi

L’incontro di Palermo promosso da Unità Siciliana – Mezzogiorno Federato,  i vertici regionali di Azione, il partito di Carlo Calenda, + Europa, Italia Viva e altri movimenti

C’è spazio, in Sicilia, per un terzo polo alternativo a centrodestra e centrosinistra? A questa domanda si lega il possibile rinnovamento delle politica siciliana, che resta ancora oggi ancorata ai vecchi partiti e a personaggi del passato. Rinnovare la politica significa presentare agli elettori idee nuove e volti nuovi. Ci stanno provando Unità Siciliana – Mezzogiorno Federato,  i vertici regionali di Azione, il partito di Carlo Calenda, + Europa, Italia Viva e altri movimenti. Le cronache di queste ore registrano un incontro a Palermo tra i protagonisti di queste forze politiche. “L’iniziativa – si legge in un comunicato – mira a presentare il progetto per un nuovo governo della Sicilia, preparato da Unità Siciliana in due anni di confronti con molte categorie produttive, associazioni, sindacati e professionisti e per analizzare se esistano le condizioni per un’azione comune, alternativa all’attuale quadro politico regionale di maggioranza e di opposizione, in vista della prossima tornata elettorale di Novembre. Alla riunione hanno partecipato, oltre ad Andrea Piraino, Salvatore Grillo, Piero Busetta e Giovanni Frazzica di Unità Siciliana, Giangiacomo Palazzolo, segretario regionale di Azione, con Fabrizio Ferrandelli, presidente del Consiglio Nazionale di +Europa, Davide Faraone, leader di Italia Viva e Rita Barbera con Giacoma Ribaudo dei Civici palermitani e il Prof. Alessandro Dagnino, avvocato fiscalista che nell’ultimo periodo è stato spesso presente nelle iniziative di Unità Siciliana”.

I tre punti del progetto

“Durante l’incontro, durato più di due ore – prosegue il comunicato – i rappresentanti di Unità Siciliana hanno illustrato agli altri convenuti il loro progetto imperniato su tre punti:

· Mettere la Sicilia nelle condizioni di divenire piattaforma logistica e culturale dell’Europa nel Mediterraneo e laboratorio per una rivoluzione green da divenire esempio per i popoli;

· Aprire un confronto chiaro e forte con lo Stato sull’attuazione dello Statuto speciale in tutte le sue parti, prime tra tutte le entrate fiscali della Regione, gli interventi statali a compensazione dei minori investimenti effettuati in Sicilia per infrastrutture, l’attuazione del ruolo del Presidente della Regine come responsabile delle forze di polizia;

· Realizzare una riforma della amministrazione pubblica per metterla al servizio della domanda straordinaria di riordino e di ripresa presente nella società”.

La scelta del candidato presidente

“E’ stato anche affrontato il tema della scelta di una personalità dal profilo altamente qualificato a cui affidare il compito di rappresentare i siciliani quale Presidente della Regione – si legge sempre nel comunicato – personalità a cui possa andare il consenso non solo dei cittadini siciliani che continuano a votare ma anche di coloro che ormai da tempo si sono allontanati dalle urne. Tutti gli intervenuti hanno apprezzato l’iniziativa ed anche condiviso le intenzioni dalle quali era mossa e naturalmente si sono riservati di approfondirne i contenuti programmatici e di verificarne la operatività politica, soggettiva ed oggettiva, per renderla non una iniziativa velleitaria ma un’azione capace di capovolgere l’attuale stato di cose e dare un nuovo futuro alla Sicilia. Unità Siciliana nei prossimi giorni ha in programma una fitta serie di incontri dello stesso tipo”.

Un’alternativa ai vecchi centrodestra e centrosinistra siciliani incapaci di rinnovarsi

E’ importante, in Sicilia, che si cominci a guardare al di là di centrodestra e centrosinistra, due schieramenti politici che in Sicilia rappresentano la pressoché totale assenza di rinnovamento. Lo spettacolo che sta offrendo in questi giorni il centrodestra – dove è in corso una guerra per le poltrone – dà la misura della decadenza di questo schieramento politico. Dove il quasi settantenne Gianfranco Miccichè si presenta come il ‘nuovo’ della politica. Miccichè, attuale coordinatore di Forza Italia in Sicilia e presidente del Parlamento siciliano attacca il presidente uscente, Nello Musumeci. Accanto a Miccichè ci dovrebbero essere gli Autonomisti di Raffaele Lombardo e i leghisti. I critici verso il presidente uscente, per l’appunto, criticano, ma fino ad ora non hanno fatto il nome del candidato alternativo. Non va meglio nel centrosinistra, dove si respira solo aria di vecchia politica. Il PD, per le primarie, ha riesumato il nome di Caterina Chinnici, magistrato, già assessore regionale del Governo regionale di Raffaele Lombardo nel 2009, Governo nato in fora di un accordo tra l’allora presidente Lombardo e il PD siciliano di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia. Insomma, la candidatura di Caterina Chinnici non è una novità. Così come non è una novità la candidatura – sempre alle primarie – di Claudio Fava – già candidato alla guida della Sicilia nel Estate del 2012: candidatura ritirata, ufficialmente per questioni burocratiche. Poco da aggiungere anche sulla candidata – sempre alle primarie del centrosinistra – delle grillina Barbara Floridia, sottosegretario del Governo di Mario Draghi. Che cosa c’entri un esponente del Governo dell’ultraliberista Draghi con la sinistra – e cosa c’entri una grillina con Draghi – è mistero assoluto. In questo contesto di decadenza totale della politica siciliana, con centrodestra, centrosinistra e grillini che inseguono solo le poltrone, un’alternativa è più che mai necessaria per non condannare la Sicilia all’immobilismo e al trasformismo.

 

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