Sul Titanic

La nascita di FUTURO MERIDIANO, trasformare il Sud in un nuovo modello di coesione e di giustizia sociale

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  • Il FUTURO è oggi, perché qualcosa sta cambiando e noi siamo questo cambiamento
  • Il “civismo attivo”
  • Il ruolo della società civile
  • Ogni intervento locale dovrà produrre effetti collaterali e diretti positivi anche a livello globale
  • Abbandonare il modello neoliberista 

di Daniele Quarta
Vicepresidente di FUTURO MERIDIANO

Il FUTURO è oggi, perché qualcosa sta cambiando e noi siamo questo cambiamento

Nasce il 26 giugno 2022 il nuovo movimento politico FUTURO MERIDIANO – Azione di Riequilibrio Territoriale A.R.TE. L’obiettivo di FUTURO MERIDIANO è quello di costituire una forza unitaria e di riferimento del meridionalismo politico del Paese che, partendo dalla volontà di definitiva risoluzione della “questione meridionale”, tracci le linee evolutive e lo sviluppo di un nuovo modello socioeconomico di convivenza equa, distribuita, ecologica, resiliente e sostenibile a vantaggio non solo del Mezzogiorno, ma dell’intero Paese. La grande missione di FUTURO MERIDIANO è quella di trasformare il Mezzogiorno d’Italia in un grande “laboratorio” per sperimentare un nuovo modello di coesione e di giustizia sociale, punto di riferimento per tutti i Sud del mondo partendo dal nostro Paese e proiettandoci idealmente verso ogni area, ogni regione che venga discriminata socialmente, economicamente, culturalmente.

Il “civismo attivo”

FUTURO MERIDIANO vuole lavorare e realizzare tutto ciò con le persone, non ascoltando solo i bisogni dei cittadini, ma cooperando con tutti per una “nuova politica” che si basi sull’impegno di tutti, quello che viene chiamato “civismo attivo”! Il percorso è lungo, certo, per questo si inizia dall’interno del movimento che vivrà di “vera democrazia partecipativa” e la base degli iscritti costituirà il vero “organo sovrano”, decisore ultimo di ogni azione e proposta culturale e politica.
Il “civismo attivo” verrà sperimentato, praticato ed affinato partendo già dal movimento stesso al proprio interno così che, domani, ogni attivista potrà essere una guida egli stesso per la comunità. Questo implica, necessariamente, un grande cambiamento radicale sul ruolo della politica! Basta con l’onnipotenza dei “grandi leader” e con il culto della personalità verso quei dirigenti politici che si rivolgono ai cittadini spacciando la chimera di risolvere i problemi di tutti! È tramontato il mito di delegare ai “politici” la soluzione delle grandi questioni economiche e sociali, accreditandoli di una fiducia illimitata e di qualità che non hanno, che non possono avere e che hanno dimostrato di non avere! Nel mondo reale, di Leonardi da Vinci ne nasce uno ogni secolo!

Il ruolo della società civile

La società civile è in grado di analizzare i propri bisogni, di progettare e di proporre soluzioni per il bene della collettività. La società civile ha tutte le competenze e le expertize per definire “cosa” sia necessario fare. Deve solo essere messa nelle condizioni di farlo con le persone capaci di farlo; le stesse che fin troppo spesso realizzano all’estero quel che viene loro impedito di fare in patria. Agli esponenti politici, invece, compete un’altra cosa: il “come e quando” realizzare quel “cosa” definito dai cittadini: questa è la reale “sintesi politica” ed è parte integrante della politica dell’equità di Futuro Meridiano. Tanti professionisti della società civile, hanno lavorato per oltre un anno per il progetto Futuro Meridiano producendo un corposo ed analitico Piano di Rilancio del SUD Italia che pone le basi programmatiche per una completa trasformazione del tessuto sociale ed economico del Mezzogiorno. Idee progettuali realizzabili in ogni ambito: dalla digitalizzazione all’agricoltura; dalla mobilità alle infrastrutture; dall’economia circolare alla sanità; dal lavoro all’energia passando per la finanza, la cultura, il turismo. E questo è solo un punto di partenza che sarà costantemente aggiornato alla luce, anche della territorializzazione degli interventi nelle varie aree.

Ogni intervento locale dovrà produrre effetti collaterali e diretti positivi anche a livello globale

Tutto questo porta al principio di fare sintesi politica su tali proposte e prospettive non proponendo semplicemente, ad esempio una strada ad alta percorribilità, ma “oltre una strada” o non proponendo semplicemente una ferrovia con treni veloci, ma “oltre una ferrovia”, nel senso di una progettualità completa che ottimizzi la realizzazione di ogni cosa. Ecco che non si proporrà semplicemente un ponte sullo Stretto, ma “oltre un ponte” e quindi tutte le strutture connesse e complementari che trasformino un’opera, magari utile, ma fine a se stessa, in una realizzazione globale con altre strutture al servizio della struttura principale. Questo è il concetto di “oltre-progetto”: ogni intervento locale dovrà produrre effetti collaterali e diretti positivi anche a livello globale in un’azione di “co-sviluppo” anche per settori ed aree non direttamente connesse con l’intervento, creando così valore nei beni comuni che sono beni di proprietà di tutti i cittadini. In questo si sostanzia l’OLTRE-PROGETTO.

Abbandonare il modello neoliberista 

Ma per conseguire la nostra missione dobbiamo fare ancora un’altra rivoluzione: è essenziale abbandonare il modello neoliberista che ha portato alla tragedia di un’Italia a due velocità. Attraverso la guida della grande intuizione del pensiero meridiano (di Franco Cassano) e la millenaria cultura del popolo meridionale, si dovranno interpretare nuovi modelli di modernità e di sviluppo che oggi ci offre la scienza. Al pensiero unico del modello neoliberista, si risponde con la diversità della cultura mediterranea, che da “minorità” si trasforma in ricchezza. E sarà rivoluzionario, paradossalmente rispetto ad oggi, risolvere i problemi usando un diverso modo di pensare rispetto a quello che ha generato quei problemi e soprattutto l’ampliamento della visuale che farà salire il livello di azione da quello in cui si sono creati i problemi ed i conflitti al livello dei reali bisogni collettivi. Altrettanto paradossalmente, in tale salto di qualità, le differenti opinioni smettono di essere contrasto e diventano ricchezza diventando possibile declinare soluzioni win-win e determinare così nuove condizioni dove il problema originario non ha più ragion d’essere. Questa è la “terza via”; questo è il livello sul quale intende operare Futuro Meridiano andando anche oltre la dicotomia tra “pubblico” e “privato” e determinando un nuovo settore sociale ed economico che si affianca e dialoga con i primi due: il settore dei beni comuni costituito da tutti gli asset naturali, i manufatti e i servizi pubblici, nonché composto da tutti i cittadini che ne sono fruitori e proprietari nei vari territori. Oggi questo settore è assente nella macro-economia ed è proprio questo il terreno sul quale intende lavorare FUTURO MERIDIANO. Il FUTURO è oggi, perché qualcosa sta cambiando e noi siamo questo cambiamento. Il FUTURO oggi è FUTURO MERIDIANO.

 

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