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Mancanza di gas? Problema serio nel Sud e in Sicilia. Con oltre 50 gradi, senza energia per rinfrescare l’ambiente grandi pericoli…

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  • Qualcuno dovrebbe spiegare alla Commissione Ue e ai governanti italiani, preoccupati per la mancanza di gas in Inverno, che in Estate nell’Europa mediterranea di caldo si può pure morire! 
  • Gli ‘avvertimenti’ del professore universitario Marco Trapanese

Qualcuno dovrebbe spiegare alla Commissione Ue e ai governanti italiani, preoccupati per la mancanza di gas in Inverno, che in Estate nell’Europa mediterranea di caldo si può pure morire! 

In queste ore si guarda con grande preoccupazione al taglio del gas russo all’Unione europea. In realtà, il presidente della Russia, Putin, è stato molto paziente. Ha sopportato in silenzio l’attacco beni russi in Italia, le continua forniture di armi all’Ucraina e le sanzioni della Ue alla Russia fino ad oggi tutte rigorosamente demenziali. Il leader russo ha fatto finta di non vedere fino a quando i suoi più stretti collaboratori hanno cominciato a fare pressioni. A fare imbufalire gli stretti collaboratori di Putin, ma anche tanti cittadini non sono tanto le sanzioni – che fanno sorridere e che penalizzano proprio l’Unione europea che le commina, quanto le armi con le quali i soldati ucraini uccidono soldati russi. E questo in Russia non può più essere tollerato. Da qui l’inizio del taglio del gas russo all’Unione europea e supponiamo, a breve, anche il taglio del petrolio russo all’Europa. E siamo arrivati al punto della questione. L’Unione europea ragiona in termini ‘nord-Europa-centrici: ovvero sono preoccupati che il prossimo Inverno i Paesi ella Ue potrebbe non avere a disposizione l’energia per riscaldare gli ambienti. In questa analisi – che coinvolge anche i Paesi dell’Europa Mediterranea – si ignora che ci sono state già temperature superiori a 40 gradi e che lo scorso anno, in alcune aree della Sicilia, la temperatura ha sfiorato i 50 gradi! La Sicilia, per la cronaca, è stata la Regione europea che, tra Luglio e Agosto del 2021, ha registrato le più alte temperature.

Gli ‘avvertimenti’ del professore universitario Marco Trapanese

Cosa stiamo cercando di dire? Che il Governo di Mario Draghi e i suoi Ministri dovrebbero mettere nel conto che il problema, nell’Europa mediterranea, potrebbero essere provocati dalle alte temperature. Abbiamo affrontato questo argomento con  Marco Trapanese, professore universitario di Ingegneria dell’energia elettrica a Palermo. “Non lo so se la prossima Estate farà caldo, non si riescono a fare previsioni così a lungo termine – ci diceva il professore Trapanese lo scorso Gennaio -. Ma la tendenza generale degli ultimi anni è di avere Estati sempre più calde. La Sicilia l’anno scorso ha fatto il record europeo di temperatura più calda, in provincia di Siracusa (superiore a 50°), un paio di gradi in più e si muore. Se dovesse succedere di arrivare a 54/55 in zone urbane saranno problemi serissimi sociali, sanitari ed economici. Il Coronavirus sembrerà un’esperienza da dilettanti”. Ancora: “Ora, la Sicilia ha una buona produzione elettrica ma una rete di distribuzione arretrata. Si sono spesi fondi ingenti per la connessione sottomarina tra la Sicilia e la Calabria, ma da noi è ancora un problema connettere alla rete un piccolo fotovoltaico o avere una potenza adeguata per un caseificio. La produzione elettrica è diversa dalla sua distribuzione. Le isole che stanno attorno alla Sicilia – i nostri diamanti turistici – hanno ancora i gruppi diesel nei porti di attracco dei turisti per generare l’energia elettrica. Da noi la rete è concepita più per trasmettere l’energia in Continente che per distribuirla ai nostri territori… Per autorizzare gli impianti elettrici in Sicilia si usa ancora un Regio Decreto del 1933. Né lo Stato, né la Regione hanno legiferato in materia di impianti elettrici di distribuzione. Le conseguenze sono e saranno: energia elettrica più cara in Sicilia (per assenza di mercato concorrenziale), maggiori black out, black out nei momenti più critici (ad esempio con alte temperature), difficoltà a produrre energia da fonti rinnovabili con impianti distribuiti, mentre i grandi impianti saranno invece facilitati;  e maggiore dipendenza dai combustibili tradizionali. Insomma, in una battuta quando ci sarà caldissimo e avremo bisogno di acqua per irrigazione e condizionatori, non ci sarà l’energia per irrigare i campi e per rinfrescarci perché la nostra rete di bassa e media tensione non è moderna; ma quando ci sarà freddo al Nord, allora saremo in grado di fornire energia allo stesso Nord, perché si sono spese diverse centinaia di milioni per i collegamenti sottomarini che, allo stato attuale della rete di media tensione, servono solo per veicolare l’energia verso il Nord”. Finale: “Guardi, se si dovesse verificare un black out prolungato mentre la Sicilia subisce un’ondata di calore con temperature vicine o superiori a 50°, credo che il numero dei morti potrebbe essere più alto del numero dei morti provocati dalla pandemia da Covid 19. Morirebbero in poche ore tanti anziani e tanti bambini. Il nocciolo della questione è ciò che ho detto prima: la nostra rete è debole e asservita per lo più a fornire energia al Nord Italia”. Tutto chiaro? (qui per esteso l’intervista al professore marco Trapanese).

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