Agricoltura

Il paradosso: l’Ucraina piena di grano che non può esportare e Paesi africani che rischiano di precipitare nella fame

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  • UNA PANORAMICA DEL GRANO NEL MONDO GRAZIE AI REPORT DI META’ SETTIMANA DELL’ANALISTA DEI MERCATI FINANZIARI MONDIALI, SANDRO PUGLISI
  • L’Ucraina non può esportare il grano con le navi perché ha riempito di mine i propri porti in chiave anti-russa
  • La siccità non dà tregua in alcune aree dell’Europa, in testa Francia e Nord Italia
  • Siccità anche negli Stati Uniti d’America
  • Il Brasile esporta mais e soia. Non è che sono OGM?
  • Gli Emirati Arabi Uniti bloccano il grano in entrata dall’India
  • Nonostante i problemi il Canada continua a esportare grano
  • Il Nord Africa cerca grano in India
  • In Russia quest’anno produzione record di grano
  • Accordo India-Indonesia
  • Grande produzione di grano in Australia

L’Ucraina non può esportare il grano con le navi perché ha riempito di mine i propri porti in chiave anti-russa

Nell’Europa occidentale è già iniziata la raccolta del grano. Per indicare l’andamento dei mercati europei l’analista dei mercati finanziari internazionali, Sandro Puglisi, scrive di “fase di esitazione”. Il problema, anche in tante aree granicole del vecchio Continente, è la siccità. Con un anticipo della maturazione. Sullo sfondo si profila una riduzione della disponibilità di grano, perché al di là delle chiacchiere sullo sblocco del grano ucraino, sui treni che dovrebbero trasportare il grano ucraino in alternativa alle navi, il grano ucraino rimane bloccato: e rimane bloccato perché i porti ucraini sono pieni di mine. Non a caso, scrive Puglisi, “i mugnai asiatici aumenteranno gli acquisti di grano dalla Francia e dalla Romania nel nuovo anno di raccolto a partire da Luglio, poiché le forniture dal principale esportatore mondiale, l’Ucraina, rimangono interrotte. Così – aggiunge l’analista dei mercati mondiali – la consueta pressione del raccolto si scontra con la mancanza di disponibilità legata al conflitto nel bacino del Mar Nero”. Anche in in Ucraina – per la precisione nel Sud del Paese – è iniziata la raccolta del grano. Ovviamente ci sono problemi di stoccaggio. E’ il paradosso del nostro tempo: grano bloccato in Ucraina causa i moti riempiti di mine dai militari ucraina e Paesi africani senza grano che rischiano la fame. Lo stesso discorso vale per il mais. Puglisi riprende una dichiarazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha annunciato la costruzione di silos temporanei lungo il confine con l’Ucraina, inclusa la Polonia, “nel tentativo di aiutare ad esportare più grano dal Paese dilaniato dalla guerra e affrontare una crescente crisi alimentare globale”. Puglisi riporta anche una dichiarazione del Ministro dell’Agricoltura ucraino: “La guerra Russia-Ucraina creerà una carenza globale di grano per almeno tre stagioni… spingendo i prezzi a livelli record”. Il Ministro ha affermato che “15 milioni di tonnellate di capacità di stoccaggio del grano sono andate perse, distrutte o inaccessibili per il raccolto 2022-2023. Questo è in aggiunta al grano non spedito/invenduto ancora presente dal raccolto del 2021/2022”. Un dato non esattamente incoraggiante è stato reso noto da un alto funzionario del Governo ucraino, secondo il quale il raccolto di grano in Ucraina, quest’anno, potrebbe scendere a circa 48,5 milioni di tonnellate rispetto agli 86 milioni di tonnellate dell’anno scorso (se le previsioni del Ministro ucraino si materializzeranno Sud e Sicilia avranno una ragione in più per non farsi ‘incaprettare’ con una CUN grano duro che oggi non ha motivo di esistere!).

La siccità non dà tregua in alcune aree dell’Europa, in testa Francia e Nord Italia

Come scriviamo da settimane, anche in Europa la siccità non dà tregua. Per ora i Paesi europei più colpiti sono Spagna, Portogallo, Francia e Nord Italia. In Italia, secondo la Coldiretti, quest’anno la produzione di grano potrebbe scendere del 15% a causa del deficit idrico e delle alte temperature. La siccità ha creato una situazione nella Pianura Padana, dove si parla della stagione più siccitosa degli ultimi 70 anni.  C’è caldo e non piove. Mentre dalle Alpi, che tradizionalmente sono una fonte di acqua per la Pianura Padana, lo scenario è problematico. Il giornale on line Rivoluzione Anarchica cita una nota del bollettino dell’Autorità di bacino distrettuale fiume Po: “La neve sulle Alpi è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia. Se questo ha aiutato a rimpinguare le portate di Po e affluenti a Maggio, adesso è esaurito il grande serbatoio che di solito fa da cuscinetto nei mesi estivi. Tutte le stazioni di misura di Po, ad eccezione di Piacenza, sono in condizione di severa siccità, con portate ampiamente al di sotto delle medie di periodo. I laghi, a partire dal Lago Maggiore, sono ai minimi storici del periodo (eccetto il Garda)”, mentre le temperature sono circa 2°C sopra la media del periodo”. La produzione di energie elettrica è in stallo mentre le colture sono tutt’ora in sofferenza”. Infine, scrive ancora  “si accentua, con inevitabili danni ambientali a biodiversità e habitat, la risalita del cuneo salino a oltre 10 km dalla Costa Adriatica e con un utilizzo all’80% a 15 km dal mare”. La crisi idrica del Po non penalizza solo l’agricoltura, ma anche oltre 100 città dislocate tra Piemonte e Lombardia.

Siccità anche negli Stati Uniti d’America

Negli Stati Uniti d’America si fanno i conti con il più grande aumento dei tassi di interesse degli ultimi trent’anni per cercare di frenare un’inflazione che si sta ‘mangiando’ i redditi delle famiglie, soprattutto dei ceti medi e medio bassi. Questo scenario, inevitabilmente, influenza anche i mercati agricoli. In più c’è un’ondata di caldo che sta attraversando il Midwest annunciando problemi per la qualità del mais e della soia. I prezzi di mais, semi di soia, olio di soia, farina di soia e grano sono in discesa. L’analista dei mercati internazionali Puglisi scrive di “condizioni calde e secche diffuse per quasi tutti gli Stati Uniti centrali tra il 21 Giugno e il 27 Giugno”. Insomma, la siccità non molla, anche se la situazione – almeno fino a questo momento – sembra migliore rispetto allo scorso anno. Si ipotizzano “rendimenti inferiori alla media”, anche se non mancano aree con grano di buona qualità.

Il Brasile esporta mais e soia. Non è che sono OGM?

In Sudamerica non manca la siccità, sia in Brasile, sia in Argentina. Tuttavia, scrive Puglisi, “le esportazioni di mais brasiliane raggiungeranno 1,79 milioni di tonnellate a Giugno. Questo è il 23,4% in più rispetto alla precedente previsione del gruppo pubblicata una settimana fa. Anec (l’Associazione nazionale degli esportatori ndr) prevede inoltre che le esportazioni di soia del Paese raggiungeranno 10,84 MMT questo mese. Questo è il 15,2% in più rispetto alle previsioni fatte da Anec una settimana fa. Il gruppo prevede inoltre che il Brasile esporterà 2,19 milioni di tonnellate di farina di soia a Giugno”. Domanda: mais e soia n Sudamerica sono per caso OGM?

Gli Emirati Arabi Uniti bloccano il grano in entrata dall’India

Una notizia molto particolare arriva dal Medio Oriente, precisamente dagli Emirati Arabi Uniti (UAE), che hanno ordinato una sospensione di quattro mesi delle esportazioni e riesportazioni di grano e farina di frumento originari dell’India. In pratica, il grano indiano che arriverà negli Emirati Arabi Uniti non potrà essere esportato. “Il Ministero dell’Economia della nazione del Golfo – scrive Puglisi – ha citato le interruzioni dei flussi commerciali globali come motivo della sua mossa, ma ha aggiunto che l’India ha approvato le esportazioni di grano negli Emirati Arabi Uniti per il consumo interno. L’India ha vietato le esportazioni di grano il 14 Maggio, ad eccezione di quelle sostenute da lettere di credito (LC) già emesse e ai Paesi che cercano di garantire la sicurezza alimentare. Da allora ha consentito spedizioni di 469.202 tonnellate di grano. Gli Emirati Arabi Uniti e l’India hanno firmato a febbraio un ampio patto commerciale e di investimento che cerca di tagliare tutte le tariffe sui beni reciproci e mira ad aumentare il loro commercio annuale a $ 100 miliardi entro cinque anni. Il patto, noto come Comprehensive Economic Partnership Trade Agreement (CEPA), è entrato in vigore il 1 Maggio”.

Nonostante i problemi il Canada continua a esportare grano

Nel Canada occidentale, ad eccezione di alcune aree della Provincia di Manitoba, la semina del grano primaverile è sostanzialmente terminata. Idem per la semina del grano duro. Il Canada, lo scorso anno, causa cambiamenti climatici, ha subito la perdita di quasi il 50% ella produzione di grano. Ma siccome di grano – tenero e duro – il Canada ne produce tanto, non è mancato il grano da esportare. Puglisi segnala che, dall’inizio di quest’anno, il Canada ha esportato 9,7 milioni di tonnellate di grano, il 43% in meno rispetto allo scorso anno. “Le esportazioni di grano duro per la settimana 44 – scrive Puglisi – sono state migliorate di 73.000 tonnellate, per un totale da inizio anno di 2,2 milioni di tonnellate, rispetto ai 5,4 milioni di tonnellate dell’anno precedente. Questo è ora il 59% in meno rispetto al ritmo dell’anno scorso.

Il Nord Africa cerca grano in India

A proposito del Nord Africa, area del mondo penalizzato dal mancato arrivo di grano dall’Ucraina, Puglisi riprende una dichiarazione che il Ministro egiziano delle Finanze, Dal Nord Africa, Mohamed Maait, ha rilasciato  alla CNBC: “I prezzi elevati del grano a livelli record, insieme alle pressioni sulla sterlina egiziana, dovrebbero costare all’Egitto 3 miliardi di dollari in oneri aggiuntivi. ll costo aggiuntivo previsto includerà 1,5 miliardi di dollari di oneri per il bilancio generale, mentre 1,5 miliardi di dollari saranno sostenuti dal settore privato”. Lo scorso 2 Giugno, scrive sempre Puglisi – il Ministro dell’approvvigionamento e del commercio interno Ali Moselhi ha rivelato che il governo egiziano è in trattative con l’India su un potenziale accordo di scambio, in base al quale potrebbe importare grano dal Paese dell’Asia meridionale in cambio di esportazioni di fertilizzanti”.

In Russia quest’anno produzione record di grano

Che fino ad ora nn ha avuto problemi con i cambiamenti climatici è la Russia. Buona la previsione di produzione di mais e orzo, “al di sopra del livello medio annuo per 5 anni! – scrive Puglisi -. La previsione della produzione totale di grano nel 2022 è di 133,4 milioni di tonnellate”. Nel Distretto Federale Meridionale e nel Distretto Federale del Caucaso Settentrionale si raccoglieranno 50,6 milioni di tonnellate di grano, superando il record del 2017 pari a 49,1 milioni di tonnellate. Problemi di siccità, invece, in Siberia, a causa della siccità. Anche se non si esclude che la situazione possa migliorare grazie a un calo delle temperature e da piogge moderate.

Accordo India-Indonesia

Scambio alla pari tra India e Indonesia: l’India fornirà il grano all’Indonesia e l’Indonesia fornirà all’India olio di palma. Ricordiamo che l’Indonesia, che aveva interrotto le esportazioni di olio di palma per tagliare le gambe agli speculatori, ha ripreso a esportare lo stesso olio di palma.

Grande produzione di grano in Australia

Un altro Paese grande produttore di grano dove, fino ad oggi, non ci sono stati problemi con i cambiamenti climatici è l’Australia. Il grano in Australia si raccoglie ad Aprile e a Dicembre. I Paesi che hanno importato grano australiano, ci informa Puglisi, sono Giappone (è stato il principale cliente del mese, con 156.621 t), il Belgio (con 147.145 t) e la Germania (con 126.961 t). “L’Australia – scrive Puglisi – che quest’anno è emersa come il secondo esportatore mondiale di grano dopo un raccolto record, ha aumentato le vendite per far fronte alla carenza globale dall’inizio del 2022. L’Australia continuerà a spedire grandi volumi di grano, anche dopo Luglio, che non è la sua stagione di punta della commercializzazione.

Foto tratta da Libero Quotidiano 

 

 

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