Agricoltura

Nonostante la guerra in Ucraina e l’inflazione (in crescita soprattutto negli USA e in Europa) la Russia aumenta le esportazioni di grano

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  • La Russia sta dando una lezione di stile a chi continua a mettere in giro notizie infondate
  • Sono gli americani che lavorano per ‘incasinare’ i mercati mondiali e hanno le loro ragioni: così facendo difendono l’area del dollaro da chi cerca di rendere fragile la moneta statunitense sostituendola con altre divise negli scambi internazionali 

La Russia sta dando una lezione di stile a chi continua a mettere in giro notizie infondate

Esportazioni di grano in netto aumento per la Russia. La guerra con l’Ucraina non ha frenato l’export di grano russo. Questo è un bene per i tanti Paesi del mondo che fanno affidamento sul grano del Paese di Putin, considerato che la Russia è il più grande produttore di grano del mondo. E’ anche una questione di responsabilità, soprattutto in un momento storico in cui i cambiamenti climatici stanno riducendo la produzione di cereali e di altre colture in tante aree del mondo. “Secondo l’IKAR – scrive l’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi – i prezzi per il grano con il 12,5% di contenuto proteico e per la fornitura dai porti del Mar Nero a Giugno sono aumentati di $ 15 a $ 425 gratis a bordo (FOB) alla fine della scorsa settimana. La Russia – scrive sempre Puglisi – ha esportato 620.000 tonnellate di cereali la scorsa settimana rispetto alle 360.000 tonnellate della settimana prima. La società di consulenza Sevecom ha aumentato le previsioni per le esportazioni di grano dalla Russia nella nuova stagione di commercializzazione di Luglio-Giugno di 1,3 milioni di tonnellate, raggiungendo un record di 42,3 milioni di tonnellate”. La Russia aumenta le tasse per l’esportazione di cereali e, contemporaneamente, aumenta l’esportazione degli stessi cereali. Ciò significa che le cose, in Russia, sotto il profilo economico-agronomico, non vanno male. Anzi.

Sono gli americani che lavorano per ‘incasinare’ i mercati mondiali e hanno le loro ragioni: così facendo difendono l’area del dollaro da chi cerca di rendere fragile la moneta statunitense sostituendola con altre divise negli scambi internazionali 

Come si può notare, la Russia, pur in un momento difficilissimo, non si sta tirando indietro rispetto ai problemi legati alle forniture di grano in tante aree del Pianeta. Non vanno avanti, invece, le trattative per riaprire i porti ucraini. Contrariamente a quanto raccontano fonti certamente non disinteressate, la Russia non ha motivo di bloccare le attività commerciali. I problemi li sta creando il Governo dell’Ucraina che ha riempito di mine i porti. E’ l’Ucraina che deve ‘ripulire’ il mare dalle mine, senza questo lavoro le navi cariche di grano ucraino non potranno navigare. Sotto questo profilo, fino ad ora la mediazione della Turchia non sta sortendo effetti positivi. La verità è che la trattativa è bloccata, sia perché l’Ucraina non elimina le mine, sia perché si continua con le sanzioni alla Russia. Sanzioni che per la Russia sono un problema fino a un certo punto, tant’è vero che l’export di grano russo è raddoppiato in una settimana. Ma è chiaro che le sanzioni e le dichiarazioni del presidente ucraino Zelensky non migliorano la situazione. Lo scenario è sempre quello che noi illustriamo da alcune settimane: non sono Cina e Russia a bloccare il commercio internazionale, sono gli americani interessati a generare caos. Gli statunitensi hanno anche le loro ragioni: così facendo – ovvero generando caos nelle attività commerciali di mezzo mondo – impediscono a Cina e Paesi alleati di indebolire l’area del dollaro. E’ questo il motivo per il quale la guerra in Ucraina continuerà. E non è da escludere che esplodano altre tensioni un altre parti del mondo.

 

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