Sul Titanic

Elezioni regionali siciliane: al via le primarie del centrosinistra ma la testa rimane fissa su un’operazione milazziana anti-Musumeci

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  • L’unico modo per battere il presidente uscente, Nello Musumeci, è un’ammucchiata milazziana. Ma la prospettiva appare piena di ostacoli
  • La strategia di Miccichè, Autonomisti di Lombardo e Lega di Salvini
  • Perché Cento Passi di Claudio Fava e i grillini di Giuseppe Conte non dovrebbero aderire all’ammucchiata milazziana 
  • E’ probabile che il sornione Ignazio la Russa seguirà la strategia che ha seguito alle elezioni al Comune di Palermo: li lascerà correre fino a quando non si stancheranno… 

L’unico modo per battere il presidente uscente, Nello Musumeci, è un’ammucchiata milazziana. Ma la prospettiva appare piena di ostacoli

Un fatto è certo: dopo le polemiche sollevate dal centrosinistra sull’appoggio al candidato Sindaco del centrodestra di Palermo, Roberto Lagalla, da parte di Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri, lo spazio per un inciucio tra Forza Italia di Gianfranco Miccichè e gli Autonomisti di Raffaele Lombardo da una parte, e il centrosinistra con in testa il PD dall’altra parte si è assottigliato. Gianfranco Miccichè, infatti, è stato per anni il braccio destro di Marcello Dell’Utri e un eventuale accordo tra Forza Italia ‘targata’ Miccichè e il PD darebbe adito a polemiche. Anche se, in verità, l’operazione che hanno in testa di realizzare Miccichè, gli Autonomisti di Lombardo e la Lega di Matteo Salvini, come scriviamo da tempo, potrebbe essere una sorta di ammucchiata dal sapore milazziano che dovrebbe mettere insieme tutti i partiti e movimenti contrari al presidente uscente, Nello Musumeci. Quando utilizziamo il termine ‘milazziano’ ci riferiamo ai Governi regionali di fine anni ’50-primi anni ’60 che videro insieme partiti di estrazione politica diversa, da destra a sinistra. E la stessa cosa potrebbe succedere a Novembre, quando si voterà per eleggere il nuovo presidente della regione e la nuova Assemblea regionale siciliana. I fatti raccontano che si sta andando verso questa prospettiva elettorale. Proviamo a illustrare perché e come.

La strategia di Miccichè, Autonomisti di Lombardo e Lega di Salvini

Il perché è semplice. Il centrosinistra siciliano, a fronte di un centrodestra unito, è perdente. Anche se si dovessero mettere insieme PD, Cento Passi di Claudio Fava, Movimento 5 Stelle e ‘cespugli’ vari non arriverebbero mai al 50%. Con il centrodestra siciliano diviso – come avvenuto nel 2013 – il centrosinistra potrebbe vincere. Per ora il centrodestra siciliano è diviso, ma ci sembra improbabile che Miccichè, Autonomisti e Lega presenteranno un proprio candidato. In questo caso, infatti, ci sarebbero almeno quattro candidati alla presidenza della Regione: l’uscente Musumeci (che si candiderà in ogni caso); il candidato di PD, Centro passi, grillini e ‘cespugli’ vari; il candidato di Forza Italia di Miccichè, Autonomisti e Lega, l’ex sindaco di Messina Cateno De Luca; e qualche altro candidato. In questo ipotetico scenario si vincerebbe con il 28-30% dei voti (le elezioni regionali siciliane non prevedono ballottaggio) e potrebbe vincere senza problemi l’uscente Musumeci che, senza ‘inciuci’, è il candidato più forte. E’ chiaro che Miccichè, gli Autonomisti di Lombardo e la Lega non hanno ‘armato una turilla’ contro la ricandidatura di Musumeci per poi farlo vincere! E’ chiaro che questi signori hanno qualcosa in testa, come scriviamo da mesi.

Perché Cento Passi di Claudio Fava e i grillini di Giuseppe Conte non dovrebbero aderire all’ammucchiata milazziana 

Cosa? Lo ribadiamo: hanno in testa un’operazione politica ed elettorale milazziana. Ma allora, qualcuno si chiederà, perché in queste ore i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico, di Cento Passi di Fava e i vari ‘cespugli’ (Psi, Articolo 1, Verdi e Sinistra Italiana) hanno fissato la data delle primarie del centrosinistra per eleggere il candidato alla presidenza della Regione tra il 16 e il 24 Luglio? La risposta è semplice: l’ammucchiata milazziana anti-Musumeci dovrebbe risultare vincente se tutti vi prenderanno parte. Ma nel PD sanno che Fava e una parte del Movimento 5 Stelle non sono d’accordo e potrebbero chiamarsi fuori, magari presentando come candidato lo stesso Fava. Le primarie del centrosinistra servono, intanto per battere Fava e poi per provare a convincere lo stesso Fava e i grillini riottosi agli inciuci a partecipare all’ammucchiata milazziana, magari appoggiando tutti Cateno De Luca che è già da Gennaio in campagna elettorale ed è molto lanciato. Ci riusciranno? A nostro avviso no, per almeno due motivi. In primo luogo perché Fava non ci sembra il tipo che va a concludere la sua carriera politica ‘inciuciandosi’ con Miccichè, Autonomisti, Lega e magari Cateno De Luca. In secondo luogo perché il Movimento 5 Stelle che Giuseppe Conte sta provando a rilanciare non avrebbe alcuna convenienza politica a sputtanarsi, alla fine – perché di questo si tratterebbe – per consegnare la Regione siciliana al PD e la presidenza dell’Assemblea regionale a Miccichè. L’interesse di Conte, in questo momento, è quello di stabilizzare il Movimento 5 Stelle in Sicilia in vista delle elezioni politiche nazionali del Marzo del prossimo anno.

E’ probabile che il sornione Ignazio la Russa seguirà la strategia che ha seguito alle elezioni al Comune di Palermo: li lascerà correre fino a quando non si stancheranno…

Ecco perché, a nostro modesto avviso, lo scenario politico in vista delle elezioni regionali siciliane di Novembre resta confuso. Come abbiamo visto a Palermo, all’inizio la candidatura a Sindaco di Roberto Lagalla sembrava difficile, come difficile sembra oggi la ricandidatura di Musumeci. A Palermo non c’ è stato spazio né per inciuci, né per candidature del centrodestra alternative. Ebbene, non è da escludere che la strategia tenuta a Palermo dal centrodestra ufficiale, con in testa Ignazio La Russa, venga riproposta alla Regione. Come a Palermo, dove il  candidato del centrodestra – dopo il ritiro della candidata di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi – è sempre stato Lagalla, che alla fine è passato, è probabile che, anche alla Regione, la strategia di La Russa sia la stessa: il nostro candidato è Musumeci, poi se i vari Miccichè, Autonomisti e Lega vogliono fare altre cose, beh, che le facciano. Ma siccome – come abbiamo provato a descrivere le ‘altre cose’ sono complicate e non priva di ostacoli, non resta che aspettare…

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