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L’Unione europea si sta ‘rimangiando’ sia l’embargo al petrolio russo sia lo stop al gas russo

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  • Senza offesa per nessuno, ma l’attuale Unione europea è “cosa i mannalla a cogghiri luppini…”
  • Intanto cala il prezzo del petrolio

Senza offesa per nessuno, ma l’attuale Unione europea è “cosa ‘i mannalla a cogghiri luppini…”

Com’era prevedibile, l’embargo del petrolio russo, da parte dell’Unione europea, sta finendo a barzelletta. Annunciata dalla Commissione europea, l’iniziativa è stato già affondata. In realtà, all’inizio lo stop al petrolio russo in Europa sembrava una cosa seria. Tant’è vero che i prezzi del petrolio sono aumentati. Ma è stata una bolla di sapone. Prima l’Ungheria e poi altri Paesi europei hanno lasciato intendere di avere i cabbasisi pieni delle sanzioni alla Russia che sono totalmente inefficaci per la Russia e che invece, come si usa dire in Sicilia, “vanno in culo” ai Paesi europei. Per non fare perdere la faccia alla Commissione europea è stato deciso di “ritardare” la decisione. Sandro Puglisi, analista dei mercati internazionali, a proposito delle sanzioni sul petrolio russo scrive: “È probabile che una nuova versione, attualmente in fase di stesura, annulli il divieto alle petroliere dell’UE che trasportano petrolio russo, dopo le pressioni di Grecia, Cipro e Malta”. Morale: non ci sarà alcun embargo di petrolio russo, anche perché ci sono già quattro o cinque Paesi pronti a prendersi il petrolio russo che oggi finisce in Europa. Titoli di coda, immagini della Commissione europea in dissolvenza, fine della sceneggiata ‘europeista’  dell’embargo del petrolio russo. E lo stop al gas russo? Un’altra stupidaggine dell’Unione europea. Scrive ancora Puglisi: “Un arresto delle forniture di gas russo alla Germania innescherebbe una profonda recessione e costerebbe mezzo milione di posti di lavoro”. Titoli di coda, immagini della Commissione europea in dissolvenza, fine della sceneggiata ‘europeista’ su fronte del demenziale stop al gas russo. A palermo la Commissione europea sarebbe stata già mandata a cogghiri luppini…

Intanto cala il prezzo del petrolio 

Ci sono cose più serie da sapere sul fronte del mercato energetico internazionale? Puglisi ci dice che oggi, Martedì 10 Maggio, “i prezzi del petrolio sono scesi di oltre l’1%, prolungando i forti ribassi del giorno precedente. I blocchi del Coronavirus in Cina, un dollaro forte e i crescenti rischi di recessione hanno alimentato le preoccupazioni per le prospettive della domanda globale. Gli ultimi dati hanno mostrato che la crescita delle esportazioni cinesi è rallentata a una cifra, la più debole in quasi due anni”. In Cina, com’è noto, prendono sul serio la presenza delle varianti del virus SARS-COV-2 e stanno adottando quello che si  sempre fatto in presenza di pandemie: bloccare la circolazione del virus riducendo al minimo i contatti tra le persone (l’esatto contrario di quello che si sta facendo in Italia, dove le mascherine sono di fatto sparite e dove ormai ognuno fa quello che vuole). Ora, se la Cina rallenta, si riduce la domanda di petrolio; e siccome la Cina è un colosso economico, se la Cina acquista meno petrolio il prezzo diminuisce. A questa si aggiungono altre motivazioni: “Il dollaro – scrive Puglisi – ha tenuto vicino ai massimi di 20 anni, rendendo il petrolio più costoso per i detentori di altre valute. Gli investitori stanno perdendo attività più rischiose a causa delle preoccupazioni per l’aumento dei tassi di interesse e il conseguente impatto sulla crescita economica. Pertanto, il greggio Brent è sceso di $ 1,19, o dell’1,1%, a $ 104,75 al barile alle 06:07 GMT dopo essere sceso a un minimo di $ 103,19. Il greggio US West Texas Intermediate è sceso di $ 1,07, o dell’1%, a $ 102,02 al barile dopo aver toccato un minimo intraday di $ 100,44. Lunedì, entrambi i benchmark hanno registrato i loro maggiori cali giornalieri da marzo, scendendo dal 5% al ​​6%”.

Foto tratta da InsideOver

 

 

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