Storia & Controstoria

L’invasione dei Savoia in Sicilia e la rivolta di Castellammare del Golfo contro la coscrizione militare

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  • Per la cronaca, la coscrizione obbligatoria – ovvero il servizio militare che i Savoia imponevano ai giovani del Sud e della Sicilia – durava sette anni. Per sette anni i giovani del Sud e della Sicilia venivano strappati alle proprie famiglie e all’economia, che allora era l’agricoltura. Da qui la legittima rivolta contro gli invasori piemontesi

I giovani del Sud e della Sicilia avevano ragione a non volere andare a servire da militari un paese straniero e nemico

Turbolenze gravissime segnano il 1^ giorno di gennajo in Castellammare del golfo (Sicilia) a causa del nuovo peso della coscrizione militare. Il popolo in armi insorge, gira il paese a colpi di fucile, gridando ABBASSO LA LEVA, morte a piemontesi, viva la repubblica, afferra, e minaccia di massacrare il Delegato di Pubblica Sicurezza, il costui figlio e il Sindaco: i carabinieri sardi, e il giudice mandamentale nella fuga ricevono dietro una scarica di fucilate, è aggredito, ed ucciso con la figlia, il Borusco comandante della guardia nazionale; è incendiata la casa, e gli abitanti della famiglia Asaro; quella del medico Calandra, ed ucciso un Antonino di tal cognome; bruciate tutte le officine delle pubbliche amministrazioni. Accorso ad Alcamo (capo distretto) il comandante Varvaro de’ militi a cavallo, è ucciso con sette de’ suoi. Di quest’agitazione cominciano a risentire gli altri paesi vicini (foto tratta da Infoaut). I piemontesi si risolvono ad un colpo disperato: da Palermo, e da tutti i punti di Sicilia concentrano per mare e per terra le loro forze contro il paese insorto, il quale si difende con ardore, ed uccide nell’assalto il capitano Mazzetti, piemontese, un sergente de’ bersaglieri, e varii altri militari restano feriti. Accorrono nuove truppe, e fanno uno sbarco numerosissimo. Ecco come si esprime il Diritto a Torino de’ 5 gennaio: “Oltre di tante truppe corse in Castellammare in Sicilia, vi sono spedite nella notte stessa… due compagnie di bersaglieri; e questa fregata non può accostarsi alla spiaggia, ove son collocati due obici degl’insorti, che per due ore la fanno stare lontana: bisogna far venire da Trapani la bombardiera l’Ardita, che fa tacere i due obici della spiaggia, e così si accinge allo sbarco; ma appena approda il primo battello, una scarica degl’insorti fa cadere il capitano della compagnia, e vari soldati; allora la fregata comincia a lanciare granate a giusto tiro, e costringe gl’insorti a cambiare posizione; la truppa riesce a sbarcare; esegue vari arresti, fucila sette individui sul momento (di tre de’ quali non si cura neanche, di liquidare nome e cognome); ne manda 27 legati, a Palermo; il nucleo degli insorti si getta su’ monti… Da ciò si vede, che la massa del popolo in Sicilia è malcontenta; sia per non aver guadagnato nulla dopo la rivoluzione, sia per odio verso la leva; sia per timore di nuovi dazii”.

Francesco Durelli Colpo d’occhio su le condizioni del reame delle Due Sicilie nel corso dell’anno 1862, Ripostes Edizioni, pag. 30.

Foto di prima pagina tratta da Antudo

Testo tratto da Regno delle Due Sicilie.eu

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