Agricoltura

Gli acquisti di grano da parte di alcuni Paesi africani e dall’Iran fanno crescere il prezzo. Bene Russia e Ucraina

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  • I timori degli agricoltori siciliani secondo i quali il prezzo del grano, il prossimo anno, potrebbe andare giù non sempre sono giustificati 
  • A prescindere dall’andamento climatico, in alcuni Paesi del Nord Africa gli acquisti di grano nel mercato internazionale crescono di anno in anno 
  • I cambiamenti climatici non hanno toccato l’Ucraina, dove la produzione di grano è aumentata
  • In Russia le cose non stanno andando poi così male: vero è che c’è stata una riduzione della produzione, ma i prezzo del grano elevati hanno aumentato il valore delle esportazioni del 15%

I timori degli agricoltori siciliani secondo i quali il prezzo del grano, il prossimo anno, potrebbe andare giù non sempre sono giustificati 

Tanti agricoltori siciliani sono sì contenti per l’aumento del prezzo del grano duro, ma temono che possa trattarsi del fuoco di paglia di un anno. Tra l’altro, l’inflazione in atto – nascosta dai vertici dell’Unione europea – è già alle stelle e non risparmia certi i fattori della produzione in agricoltura, dai costi crescenti di energia e carburanti all’esplosione dei prezzi dei fertilizzanti. Ma le cose stanno proprio così? sull’inflazione possiamo fare poco: la gestione fallimentare della Banca Centrale Europea e, in generale, della Ue sono fatti oggettivi che il passare del tempo rende sempre più evidenti. Né si può pensare che i cambiamenti climatici ridurranno ogni anno la produzione di grano nel mondo (anche se è del tutto evidente che il clima si manifesta con eventi sempre più estremi e che è in corso, in tante aree del Pianeta, un processo di desertificazione). Però c’è un elemento, segnalato da Mario Pagliaro, chimico del Cnr e appassionato di climatologia e di agricoltura, sul quale vale la pena di riflettere: la presenza sempre più evidente, nel mercato mondiale del grano, di Cina e Africa. E questo significa aumento della domanda di grano che porta all’insù il prezzo di questo cereale, a meno che non aumenti contestualmente l’offerta. La tesi di Pagliaro è suffragata da una notizia che leggiamo su SWB: “Dal Nord Africa, a causa delle piogge insufficienti, la produzione cerealicola algerina nel 2021/22 è diminuita del 38%. Di conseguenza, si prevede che le importazioni di cereali aumenteranno. Mentre l’Algeria fa affidamento principalmente sul grano europeo, il grano tedesco sta guadagnando a scapito del grano francese. Inoltre, l’Algeria ha recentemente importato grano russo per la prima volta in cinque anni, a causa dei cambiamenti nelle specifiche di importazione dell’Algeria. Le importazioni di grano dall’Algeria 2021/22 sono state viste a 8 milioni di tonnellate”.

A prescindere dall’andamento climatico, in alcuni Paesi del Nord Africa gli acquisti di grano nel mercato internazionale crescono di anno in anno 

Attenzione: già da anni alcuni Paesi del Nord Africa acquistano grano duro siciliano e pugliese. Quattro anni fa abbiamo documentato che mentre i porti siciliani e pugliesi erano letteralmente invasi da grano duro  estero – grano duro canadese in testa – alcuni Paesi del Nord Africa rifiutavano il grano duro canadese e acquistavano grano duro italiano, pugliese e siciliano in particolare. Così abbiamo scoperto che i governi dei Paesi del Nord Africa sono molto più attenti e molto più lungimiranti dei governanti italiani e siciliani, Anche perché non sono sottomessi alle ‘operazioni’ dell’Unione europea non certo favorevoli agricoltura mediterranea, dalla ‘invasione’ dell’olio d’oliva tunisino a dazio zero all’innalzamento dei limiti di glifosato e micotossine nel grano per consentire al Canada di esportare grano in Europa. Per dirla in breve, nei Paesi del Nord Africa, ormai da anni, il cus cus si prepara con il grano duro siciliano e pugliese. La novità segnalata da Pagliaro è che, vuoi perché il consumo interno di grano in questi Paesi è in crescita, vuoi perché loro di grano non possono coltivarne in grande quantità, vuoi perché, sempre più spesso, ci si mette pure il clima, hanno cominciato a importare sempre più grano.

I cambiamenti climatici non hanno toccato l’Ucraina, dove la produzione di grano è aumentata

Ma se negli Stati Uniti, in Canada, in Russia e nel Nord Europa il clima ha decimato le coltura del grano, non altrettanto può dirsi dell’Ucraina – altro grande produttore di cereale – dove invece l’annata è stata più che buona. “Dal bacino del Mar Nero – leggiamo sempre su SWB –  le fattorie ucraine hanno raccolto 52 milioni di tonnellate di grano da quasi il 73% della sua superficie di semina, con una resa media di 4,48 tonnellate per ettaro… Il volume comprende 32,3 milioni di tonnellate di grano, 9,6 milioni di tonnellate di orzo, 6,9 milioni di tonnellate di mais e piccoli volumi di altri cereali… Il clima favorevole potrebbe aiutare l’Ucraina a raccogliere la cifra record di 80,3 milioni di tonnellate di grano quest’anno. In questo contesto, il Ministero dell’Agricoltura ucraino e i suoi maggiori commercianti di cereali hanno concordato di aumentare la quota di esportazione di grano a 25,3 milioni di tonnellate per la stagione 2021/22 da 17,5 milioni nel 2020/21”.

In Russia le cose non stanno andando poi così male: vero è che c’è stata una riduzione della produzione, ma i prezzoi del grano elevati hanno aumentato il valore delle esportazioni del 15%

Diamo anche qualche notizia sulla produzione e sull’andamento del mercato di grano in Russia. Scopriamo che le esportazioni di grano della Russia hanno raggiunto quasi 20 milioni di tonnellate. Con una riduzione rispetto all’export dello scorso anno. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, come si usa dire. Se anche in Russia le cattive condizioni meteorologiche hanno ridotto la produzione di grano, i prezzi di vendita sono stati più elevati rispetto allo scorso anno, tanto che il valore delle esportazioni di quest’anno è aumentato del 15%. L’Iran, per esempio, quest’anno ha acquistato dalla Russia 3,7 milioni di tonnellate di grano. Questa e altre richieste di grano russo spiega perché prezzi del grano ucraino e russo sono in salita, soprattutto per le consegne ravvicinate. La Russia, forse presagendo tempi non belli, continua ad aumentare la tassa di esportazione del grano. E infatti le esportazioni di grano russo sono diminuite del 26% dall’inizio della stagione di commercializzazione 2021/22. “… secondo il Sovecon – leggiamo ancora su SWB –  la superficie totale seminata a frumento invernale della Russia potrebbe diminuire quest’autunno di 0,8-1,2 milioni di ettari rispetto a un anno fa”. Abbiamo già scritto dell’aumento della domanda di grano che arriva dall’Africa. Ebbene, c’è un altro riscontro a questa tesi: “Demetra, uno dei maggiori commercianti di cereali in Russia, ha fornito 60.000 tonnellate di grano all’Algeria. Demetra Trading fa parte di una holding con lo stesso nome, in cui VTB ha consolidato partecipazioni in diversi terminal russi per l’esportazione di cereali del Mar Nero e il più grande proprietario di vagoni ferroviari per cereali Rustranscom”.

Foto tratta da Lettera da Mosca

 

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