L’ultimo scippo romano è di queste ore: oltre 420 milioni di euro per progetti irrigui da finanziare con il PNRR tolti alla Sicilia. va da sé che il bando è stato ‘confezionato’ in modo tale da escludere la Sicilia. Da manuale.
Centinaia e centinaia di milioni di euro scippati alla Sicilia e ad altre Regioni del Sud con la manovra sul FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale). Con la possibilità che lo scippo si riproponga negli anni a venire.
Legge sull’Agroecologia approvata dal Parlamento siciliano impugnata.
Legge sulla CUN grano duro (Commissione Unica Nazionale) bloccata dal 2016.
Tentativo – in atto – di immettere sul mercato il grano duro antico varietà Perciasacchi con un altro nome.
‘Privatizzazione’ della varietà di grano duro Senatore Cappelli da parte di una società del Nord Italia. Il grano duro Senatore Cappelli non è un grano antico come pensano certi ‘intellettuali’ del Nord Italia: è una varietà di grano duro selezionata nei primi del ‘900 che è stata rilanciata nell’ultimo decennio per via dell’alta qualità e perché è più competitiva delle malerbe e si presta benissimo alla coltivazione in biologico. Ma siccome nel Nord fanno il cazzo che vogliono e trattano Sud e Sicilia come colonie hanno deciso di prendersi questa varietà di grano duro.
E’ in atto un’azione sistematica per penalizzare l’agricoltura siciliana. Sulla rete – a proposito del nuovo scippo dei fondi per i progetti irrigui – qualche politico si chiede che cosa sta succedendo e annuncia accertamenti. A questi politici siciliani ‘distratti’ – che non hanno detto una parola quando il Ministro grillino e nordista, Stefano Patuanelli, ha ‘saccheggiato’ il FEASR di Sud e Sicilia- diciamo che non c’è nulla da accertare, perché è tutto chiaro da tempo. In più, gli ‘amici’ del Nord adesso sono ‘incaniati’ perché sono costretti ad acquistare il grano duro dal Sud Italia e dalla Sicilia, visto che i loro fornitori esteri – Canada in testa – sono alle prese con un crollo produttivo storico, provocato dai cambiamenti climatici. La manovra in atto sembra chiarissima. I cambiamenti climatici stanno provocando enormi problemi alle colture del grano e ad altre piantagioni, a cominciare dall’olivo. E siccome la Sicilia non sembra fino ad oggi particolarmente colpita, ecco che ci sono soggetti che hanno gettato gli occhi sulle coltivazioni di grano e di olivo. Ma per rilevarli bisogna prima fare fallire le aziende agricole siciliane. Anche se grano e olivi (in buona parte) non vengono irrigati significa poco. L’attacco all’agricoltura siciliana si sta sviluppando su più fronti, dagli scippi del FEASR all’Agroecologia, dal blocco della CUN al tentativo di prendersi i grani antichi. Se a questo si aggiunge il blocco dell’irrigazione va in crisi tutto il settore agricolo siciliano.
Questo spiega il perché il bando per i progetti irrigui a valere sui fondi del PNRR è stato ‘confezionato’ in modo tale da escludere la Sicilia. Non c’è bisogno di essere ‘scienziati’ per capire che, senz’acqua, è difficile fare agricoltura. Non finanziando i progetti irrigui si assesta un colpo durissimo all’agricoltura siciliana. Specie se chi dovrebbe distribuire l’acqua – i Consorzi di Bonifica – sono indebitati causa errate gestioni del passato. Già ci sono veneti che acquistano vigneti da vino siciliani (prosecco docet…). Ora si vogliono impossessare dei seminativi e degli oliveti. Tra l’altro, per concludere sui fondi del PNRR, chi ha seguito il dibattito sa benissimo che i 40 miliardi di euro destinati a Sud e Sicilia (che avrebbero dovuto ricevere il 67% dei 193 miliardi del PNRR!) verranno dimezzati, per l’appunto, con il giochetto dei bandi su misura. Hanno solo cominciato. La cosa incredibile è che ci sono esponenti siciliani di partiti politici nazionali che, invece di contrastare il Governo Draghi che governa oggettivamente contro la Sicilia, lo difendono! I siciliani che oggi votano ancora per i partiti nazionali votano contro se stessi. Gli agricoltori siciliani che oggi votano ancora per i partiti nazionali votano contro se stessi. La Sicilia, dentro l’attuale Italia, non ha alcuna speranza.