Cronaca

Cinque morti sul lavoro in 24 ore, un’emorragia che deve essere fermata

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Cinque incidenti sul lavoro, cinque morti in 24 ore. Una lunga scia di morte che deve essere fermata visto che sembra una strage silenziosa che non sembra avere fine. Solo nella giornata d’ieri sono cinque i lavoratori che hanno perso la vita in tutta Italia.

Una scia di morte inarrestabile

Ieri mattina nel seminterrato del campus ricerca dell’ospedale Humanitas di Rozzano, nel milanese, dove Emanuele Zanin, bresciano di 46 anni, e Jagdeep Singh, indiano di 42, operai specializzati in trasporti criogenici stavano rifornendo il serbatoio di azoto dalla loro autocisterna. Li hanno ritrovati a terra privi di vita, forse investiti da una perdita di azoto.

Due cadute fatali

Un altro incidente mortale è accaduto a Nichelino, nell’hinterland torinese. Qui il titolare di un’officina, Leonardo Perna di 72 anni, è caduto da una struttura alta due metri battendo violentemente la testa. Un’altra caduta fatale anche a Loreggia, in provincia di Padova, per Valerio Bottero, un imbianchino di 52 anni che si è schiantato dall’impalcatura di cinque metri mentre stava rifacendo la facciata di un’azienda.

La tragedia di Capaci

Aveva finito le operazioni di carico e scarico della merce a Capaci Giuseppe Costantino, 52 anni. È andato nella parte posteriore del Tir per alcune verifiche. Ma il mezzo si è messo in movimento e lo ha travolto uccidendolo.
E sempre questa mattina la tragica notizia della morte cerebrale di Saverio Guerra, un operaio di 46 anni residente a Nova Milanese rimasto schiacciato una decina di giorni fa da un’imballatrice di un’impresa che produce copri-ventole di motori elettrici a Inverigo, in provincia di Como.

Un’emorragia che deve essere fermata

“Una scia di sangue che scorre silenziosa che impregna di morte il lavoro – lo dice Chiara Braga del Pd – Un’emorragia che deve essere fermata. Le decisioni assunte proprio ieri durante il vertice tra Governo e sindacati, che ha fatto dell’emergenza delle morti sul lavoro uno dei punti di discussione, vanno in questa direzione: definizione del piano sicurezza sui posti di lavoro, l’istituzione di una banca dati unica per gli infortuni, la responsabilizzazione delle Regioni per il potenziamento delle Asl, sanzioni più tempestive per chi viola le norme.
E’ fondamentale mettere in campo tutti gli strumenti materiali e culturali per fermare questa piaga, per evitare che il prossimo domani sia come oggi”.

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