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Tram di Palermo, l’amministrazione Orlando organizza un convegno ed esclude il Consiglio comunale!

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  • Ormai, a Palermo, con l’attuale Giunta comunale, non abbiamo più cosa vedere. La ‘perla’ delle nuove linee di Tram si va ad aggiungere alla munnizza per le strade, alla pessima gestione del cimitero e a tutto il resto dello spettacolo di una città allo sbando
  • Inopportuna la presenza al convegno del presidente della Commissione tecnica VIA/VAS della Regione siciliana, Aurelio Angelini 
  • Il dissenso di Marianna Caronia: “Il dibattito ‘a oratori chiusi’ organizzato oggi dall’assessore Catania è una vera e propria vergogna istituzionale”
  • Il ricorso alla Corte di Giustizia Europea dopo che il TAR Sicilia non è entrato nel merito
  • Un fiume impressionante di denaro pubblico a ruota libera

Ormai, a Palermo, con l’attuale Giunta comunale, non abbiamo più cosa vedere. La ‘perla’ delle nuove linee di Tram si va ad aggiungere alla munnizza per le strade, alla pessima gestione del cimitero e a tutto il resto dello spettacolo di una città allo sbando

In una Palermo allo sbando, tra immondizia per le strade, bilancio con i ‘buchi’, bare accatastate nel cimitero cittadino in attesa di improbabili inumazioni o di altrettanto improbabili trasferimenti, l’attuale amministrazione comunale tenta di portare a termine l’ultima missione ‘appaltizia’: l’avvio della realizzazione di nuove linee di Tram destinate a “cambiare il voto della città” secondo alcuni, a finire di massacrare la città secondo altri. In verità, i segnali che arrivano dal mondo economico e imprenditoriale della città non sono incoraggianti per i ‘teorici’ dei grandi appalti ferroviari del capoluogo siciliano. Le associazioni dei commercianti sono sul piade di guerra: per ora ‘rumoreggiare’ sono i commercianti ambulanti che, di fatto, dovrebbero essere sfrattati dai luoghi dove lavorano da decenni; per loro il futuro è incerto. Non va meglio per gli esercizi commerciali, se è vero che, fino ad oggi, nelle aree cittadine dove sono arrivati gli appalti ferroviari gli affari sono calati e non mancano certo esercizi commerciali che hanno chiuso i battenti.

Inopportuna la presenza al convegno del presidente della Commissione tecnica VIA/VAS della Regione siciliana, Aurelio Angelini 

In questo scenario nel pomeriggio di oggi il Comune di Palermo ha organizzato un dibattito su “Il Tram a Palermo: tempi, costi, opportunità. Domande e risposte”. Andando a leggere i nomi di chi interverrà salta subito agli occhi un’anomalia. Sono previsti gli interventi del sindaco Leoluca Orlando, dell’assessore alla Mobilità, Giusto Catania, della Soprintendente per i Beni Culturali di Palermo, Selima Giuliano, del Presidente Ordine degli Architetti Pianificatori – Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Palermo, Iano Monco, del Presidente Ordine degli Ingegneri di Palermo, Vincenzo Di Dio, del presidente dell’AMAT Palermo s.p.a., Michele Cimino, del presidente della Commissione tecnica VIA/VAS della Regione siciliana, Aurelio Angelini (presenza quanto meno inopportuna, visto che la Commissione si deve pronunciare o si è già pronunciata sul progetto Tram), del RUP del Nuovo Sistema Tram, Marco Ciralli, del Responsabile U.O. “Progettazione e Pianificazione” del Servizio Mobilità Urbana del Comune di Palermo, Roberto Biondo, del progettista del nuovo sistema Tram, Ruggero Cassata, del collaboratore del gruppo di lavoro progetto Tram, Luigi Costalli, del Gruppo di lavoro del nuovo sistema Tram rappresentato da Giuseppe Genovese e del Direttore dell’Esercizio Tranviario. AMAT Palermo spa, Marco Pellerito). Completamente ignorato il Consiglio comunale di Palermo: come se un progetto che avrà un impatto profondo sulla vita della città non sia argomento di interesse del Consiglio comunale!

Il dissenso di Marianna Caronia: “Il dibattito ‘a oratori chiusi’ organizzato oggi dall’assessore Catania è una vera e propria vergogna istituzionale”

Unica voce in dissenso con quanto sta accadendo: quella di Marianna Caronia, consigliere comunale a Palermo e parlamentare regionale: “Il dibattito ‘a oratori chiusi’ organizzato oggi dall’assessore Catania è una vera e propria vergogna istituzionale, segno del degrado raggiunto da questa amministrazione comunale sempre chiusa a riccio nella propria realtà virtuale. Un incontro, con ben tredici oratori scelti dall’amministrazione, senza nulla togliere a opinioni e competenze specifiche di ciascuno di loro, non può che essere un ‘non dibattito’, senza alcun confronto con la città e con i cittadini. Se non stupisce che l’assessore Catania tema di poter ascoltare qualche voce a lui contraria e abbia paura di veder sbugiardate le proprie granitiche certezze, stupisce che il Sindaco, di solito più attento almeno alle parvenze istituzionali, accetti di partecipare pur essendo stato escluso, certo in modo non casuale, il Consiglio comunale in qualsiasi sua articolazione. Siamo alla frutta di un’Amministrazione che non cura più nemmeno le parvenze, che sulle scelte strategiche che determineranno la vita dei cittadini continua a procedere senza alcun dialogo e confronto, ma che certamente non potrà sfuggire al dibattito e alle scelte che il Consiglio comunale farà anche e soprattutto sul folle progetto del Tram nel centro cittadino”.

Il ricorso alla Corte di Giustizia Europea dopo che il TAR Sicilia non è entrato nel merito

Sul Tram di Palermo noi abbiamo scritto centinaia di articoli. A nostro avviso, non è un’opera che serve alla città, ma solo a chi la deve realizzare e, naturalmente, alla politica che la sponsorizza, supponiamo per motivazioni ‘cultuali’ (ora li chiamano così…). Su quest’opera – che evidentemente gode di appoggi ‘formidabili’ – sono stati presentati vari ricorsi. L’ultimo ricorso al TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale) è avuto un esito che definire singolare è poco: è stato respinto “per difetto d’interesse”, con i giudici che, elegantemente, non sono entrati nel merito della vicenda! Su questo pronunciamento noi abbiamo scritto riportando le dichiarazioni degli avvocati Nadia Spallitta e Carlo Pezzino Rao: “Il TAR non analizza nessuno dei predetti motivi, ma ritiene inammissibile il ricorso in quanto i cittadini avevano, nella sostanza (così sembra desumersi dalla motivazione) l’onere di impugnare anche una serie di delibere la cui adozione ed inoppugnabilità aveva consolidato “la volontà” del Comune di realizzare il Tram (?). In particolare, il TAR rinvia ad una pluralità di atti – ancorché in buona parte non prodotti nel giudizio, ma semplicemente nel corpo di altri atti – quali ad es. : la delibera di presa d’atto delle indicazioni del Laboratorio sociale cittadino; la delibera 2016 di approvazione del Patto per il SUD; lo Schema di massima del nuovo PRG ; il Programma triennale OOPP 2016 /2018 e 2017/2019 ; la delibera 2017 di approvazione del PON Metro etc. Tali provvedimenti erano divenuti inoppugnabili, per cui ‘essendosi di fatto consolidata la volontà del Comune di procedere alla costruzione delle linee di Tram il ricorso doveva ritenersi inammissibile ‘per difetto di interesse’. Invero – precisano i due legali – l’oggetto del ricorso è ben altro e non si intendeva contestare la ‘volontà’ politica dell’Amministrazione comunale di realizzare il Tram. I ricorrenti non hanno inteso presentare una contestazione sulle scelte politiche del Comune, bensì un ricorso giurisdizionale sull’illegittimità delle procedure seguite. Per questo aspetto, a nostro avviso, in effetti è irrilevante che i precedenti provvedimenti di programmazione amministrativa (i cui contenuti peraltro non sono noti) già contenessero la volontà di realizzare linee tranviarie a Palermo. Non si tratta neanche di atti presupposti e propedeutici al Programma triennale, la cui obbligatoria adozione prescinde sicuramente dal laboratorio sociale, dal Patto per il Sud, dal PON metro, etc . L’intervento tra l’altro non è neanche previsto nell’elenco annuale (che in effetti potrebbe presupporre alcuni atti propedeutici ). Quegli atti, tra l’altro, ben avrebbero potuto essere del tutto legittimi. E i ricorrenti non avevano nessun interesse (e probabilmente nessuna legittimazione ad impugnarli, anche alla luce della loro genericità). Non è legittima, invece, a nostro avviso per i motivi sopra sintetizzati – ma su questo il TAR non si pronuncia – la delibera impugnata, nella parte in cui approva, in modo atipico ed irrituale, e nell’ambito di un Programma triennale, il progetto preliminare del sistema Tram, senza le procedure di partecipazione cittadina e di tutela della salute e dell’ambiente, tanto più necessarie in costanza di un intervento così rilevante. Riteniamo quindi che sussistano gli elementi per un ricorso in appello ed un eventuale coinvolgimento della Corte di Giustizia Europea”. Da qui il ricorso presso la Corte di Giustizia Europea.

Un fiume impressionante di denaro pubblico

La vicenda del Tram di Palermo è strana: è tutta strana. Sono strane le tre linee di Tram operanti, che sono costate una barca di soldi (320 milioni di euro per 15 Km di Tram cittadino senza gallerie!). E che, ogni anno, costano una barca di soldi costano una barca di soldi, con le carrozze che girano per molte ore del giorno quasi vuote. E lì bisognerebbe capire qual è stato il ruolo della Regione e, segnatamente, del Dipartimento Programmazione. Poi il progetto per le nuove linea di Tram che l’attuale amministrazione comunale ‘di sinistra’ 8o quasi…) ha ‘infilato’ dentro il Programma triennale delle opere pubbliche “senza le procedure di partecipazione cittadina e di tutela della salute e dell’ambiente, tanto più necessarie in costanza di un intervento così rilevante” (‘democratici’ e soprattutto ‘trasparenti’ gli attuali amministratori comunali della città, sempre ‘di sinistra’ con Rifondazione comunista…). Poi i ricorsi e il particolare pronunciamento del TAR Sicilia che non entra nel merito del ricorso. Una bella storia, non c’è che dire. Sulla quale ora si attende i pronunciamento della corte di Giustizia Europea che, in verità, qualche ‘boccone di bocca’ alla appaltisti di Sicilia l’ha già tolto. Speriamo bene, nel nome della verità che, qualche volta, esiste anche in Sicilia.

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