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“Sono in un sanatorio della Conca d’oro…”: così scriveva Gesualdo Bufalino a un amico nel 1946

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  • Impossibile non restare ammaliati dalla prosa e dai pensieri del grande scrittore siciliano 

Le mirabili descrizioni di Gesualdo Bufalino

“Sono in un sanatorio della Conca d’oro… alle spalle ho i monti, dinanzi il golfo, bellissimo. Tutto è molto grande e pulito e silenzioso. Una felicità di chiostro mi attende… Qui dove ti scrivo, già da molti giorni il tempo è d’Estate, entro un cielo d’oro e di veloci bufere; non resiste un rimorso a questo sole calmo del golfo, sulle verande chiare anche i malati, se, per parlarsi adagio, accostano le sedie a ruote, è come inventassero i modi di una liturgia innocente, sono teneri e gai, somigliano a chi recita la prima volta”.

Lettera di Gesualdo Bufalino ad Angelo Romanò, Giugno 1946

Tratto da “Aspetta: urlerò il mio nome contro tutti gli specchi, per provocarli”. Gesualdo Bufalino (Pangea rivista avventuriera di cultura e idee)

Foto tratta da Malgrado Tutto

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