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Che succederà in Sicilia con la cessione di Mps a UniCredit? Chiuderanno altri sportelli bancari?/ MATTINALE 489

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  • In Sicilia – come denunciato dalla FABI – ci sono già oltre 100 Comuni senza sportelli bancari. Diremo addio anche agli sportelli bancari del Monte dei Paschi di Siena?   
  • Il post su Facebook di Alessandro Di Battista, unico politico italiano che sta seguendo per filo e per segno le tragiche avventure di MPS
  • Ha fatto tutto – e continua a fare tutto – Carlo Padoan, già Ministro dell’Economia del Governo di Matteo Renzi…
  • Che fine faranno i 95 sporteli bancari della Sicilia di MPS? E che fine faranno i circa mille dipendenti MPS della Sicilia? Che fine faranno sportelli e lavoratori MPS del Sud?  

In Sicilia – come denunciato dalla FABI – ci sono già oltre 100 Comuni senza sportelli bancari. Diremo addio anche agli sportelli bancari del Monte dei Paschi di Siena?   

Oggi il MATTINALE si occupa di un argomento che in Sicilia, tradizionalmente, non fa molti lettori: le banche. Nella nostra Isola i posti di lavoro li creano i politici con i precari e, ultimamente, con il Reddito di cittadinanza trasformato in un Reddito a vita per non fare una mazza o, in alternativa, per lavorare nei Comuni in attesa di acquisire lo status di precari in attesa della stabilizzazione. In uno scenario del genere le banche che non sostengono  le imprese o che chiudono gli sportelli lasciando oltre 100 Comuni senza servizi bancari non sono grandi notizie. Tecnicamente, non gliene frega niente a nessuno, a parte la FABI, il più grande sindacato di lavoratori bancari che in Sicilia cerca di difendere quello che può. Al massimo il problema è degli anziani che si ritrovano a vivere in un Comune senza una banca e se hanno un problema – carta di credito, bancomat – sono fatti loro. In Sicilia, o meglio nel Sud e in Sicilia, le banche sono state ‘cannibalizzate’ dalla Banca d’Italia per salvare le banche del Nord. Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Sicilcassa sono servite a questo. In queste settimane si discute nell’ennesimo salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, la banca italiana molto cara a una certa politica che negli anni ne ha fatto quello che ha voluto. Tanto per cambiare MPS – questa la sigla del Monte dei Paschi, la più antica banca italiana – è di nuovo in difficoltà. Questa volta non si potrà salvare. Verrà ceduta a UniCredit. Non tutta, però: UniCredit si prenderà gli sportelli del Nord, mentre gli sportelli del Sud e della Sicilia non si sa che fine faranno. La sensazione è che, dopo un passaggio ad Invitalia – la società finanziaria dello Stato – gli sportelli MPS di Sud e Sicilia o verranno chiusi, o verranno ceduti a banche locali. La sensazione è che buona parte degli sportelli MPS di Sud e Sicilia spariranno.

Il post su Facebook di Alessandro Di Battista, unico politico italiano che sta seguendo per filo e per segno le tragiche avventure di MPS

Oggi proviamo a raccontare le ‘avventure’ di MPS. E lo facciamo riprendendo con un post su Facebook dell’unico politico italiano che segua con attenzione questa vicenda: Alessandro Di Battista, l’ultimo vero grillino rimasto. “Dopo le elezioni suppletive di Siena (si candida Letta nel collegio dove nel 2018 venne eletto l’ex-ministro) – scrive Di Battista – il governo italiano realizzerà un piano osceno: regalerà la parte buona del Monte dei Paschi ad UniCredit dopo aver fatto un aumento di capitale (miliardi di euro delle nostre tasse). Inoltre sarà lo Stato a farsi carico delle migliaia di esuberi (sono i dipendenti di MPS che Unicredit non vuole). Inoltre un serie di sportelli di MPS che Unicredit non vuole (pare siano oltre 140) probabilmente verranno rilevati dal Medio Credito Centrale (MCC), un istituto bancario pubblico gestito da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti che, a sua volta, è partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ovvero il Ministero che sta trattando con UniCredit la cessione di MPS”. Rispetto a quello che abbiamo già scritto, Di Battista ci racconta un passaggio fondamentale: la candidatura del segretario nazionale del PD, Enrico Letta, nelle elezioni suppletive del collegio di Siena, la città della Toscana che perderà una banca che la rappresenta da poco meno di 800 anni! (per la cronaca, la banca Monte dei Paschi di Siena è stata fondata nel 1472). Sì, Siena perderà la sua banca. E il partito, che dagli anni del vecchio Pci fino ad arrivare all’attuale PD è sempre stato al vertice di questo Comune, con un’influenza fondamentale nelle ‘avventure’ di questa banca, candida il suo segretario. Una prova di forza, quella del PD: iena perderà la sua banca, ma noi del PD restiamo al vertice della città ed eleggiamo il nostro segretario!

Ha fatto tutto – e continua a fare tutto – Carlo Padoan, già Ministro dell’Economia del Governo di Matteo Renzi…

“Il Monte dei Paschi è stato, di fatto, nazionalizzato da Padoan quando Padoan era Ministro dell’Economia – scrive sempre Di Battista -. Poi, anche grazie al salvataggio di MPS con denaro pubblico, Padoan si è fatto candidare dal PD nel collegio di Siena. E’ stato eletto e poi ha lasciato la Camera quando è arrivata una bella proposta da parte di UniCredit (a proposito quanto guadagna come Presidente?). Unicredit adesso tratta con il Ministero dell’Economia e delle Finanze l’acquisto di MPS. E chi tratta per conto del MEF? Alessandro Rivera, Direttore Generale del Tesoro, uomo legatissimo a Padoan da quando era responsabile della direzione Sistema bancario e finanziario proprio al Ministero dell’Economia. Non solo. Unicredit per prendere MPS chiederà (ed otterrà) una serie di aiuti di Stato… Il Fatto Quotidiano ha calcolato che spenderemo 10 miliardi di euro per questa ‘operazioncina’ tanto cara ad UniCredit. 10 miliardi che vanno sommati a tutto quel che abbiamo già speso per coprire le devastazioni fatte dalla politica nel Monte dei Paschi. La guerra in Afghanistan ci è costata molto meno del disastro MPS. Suggerisco di prestare attenzione anche ai ‘talebani’ con i colletti bianchi…”. Per la cronaca, Padoan era il Ministro dell’Economia del Governo di Matteo Renzi, toscano come il Monte dei Paschi di Siena.

Che fine faranno i 95 sportelli bancari della Sicilia di MPS? E che fine faranno i circa mille dipendenti MPS della Sicilia? Che fine faranno sportelli e lavoratori MPS del Sud?  

Noi, in questa vicenda UniCredit, vogliamo capire che fine faranno gli sportelli bancari del Sud e della Sicilia. Sappiamo benissimo che lo Stato e il mondo bancario (Fondo esuberi) hanno le risorse per non licenziare nessuno e che ci saranno prepensionamenti. Il problema è che la Sicilia e il Sud perderanno altri sportelli bancari. O questo non è un problema, visto che il problema è dei cittadini del Sud e della Sicilia che usufruiranno di servizi bancari ancora più carenti degli attuali? Poiché ci fidiamo della FABI siciliana e del suo leader storico, Carmelo Raffa, lo chiediamo proprio a questo sindacato che sta succedendo e che succederà. Siccome riprendiamo sempre gli interventi della FABI siciliana, chiediamo ai vertici di questo sindacato – che, lo ricordiamo, ha più volte denunciato la presenza, in Sicilia, di oltre 100 Comuni senza sportelli bancari -: che fine faranno gli sportelli bancari di MPS che, lo ricordiamo, sono presenti in tutt’e nove le province siciliane? Assisteremo a nuove chiusure di sportelli bancari a a nuove perdite di posti di lavoro che non sono mai stati ripristinati? E’ vero che gli sportelli siciliani di MPS, dopo un passaggio veloce da Invitalia-Gruppo MedioCredito centrale finiranno sotto l’egida di banche pugliesi? E’ vero che UniCredit, per disfarsi degli sportelli PPS della Sicilia si richiamerà all’Antitrust? Insomma, che fine faranno le 95 Agenzie MPS della Sicilia e i circa mille dipendenti?

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