Il Governo regionale siciliano di Nello Musumeci si deciderà fa finalmente una cosa giusta, bloccando il folle progetto di realizzare un nuovo cimitero nel verde di Ciaculli a Palermo. Tale iniziativa, senza né capo né coda, era stata prevista da un atto della Commissione Bilancio e Finanze dell’Assemblea regionale siciliana, che nelle scorse settimane, senza alcuna programmazione, ha stanziato 15 milioni di euro per realizzare un contestatissimo nuovo cimitero i una delle pochissime aree di Palermo sfuggite miracolosamente alla ‘cementificazione’ del ‘Sacco di Palermo’ degli anni ’50, ’60 e ’70 targati, per lo più, Vito Ciancimino, ma anche alla ‘cementificazione’ dell’ultimo ventennio realizzata nel nome della ‘legalità’ per perfino dell’antimafia. Purtroppo, una delle caratteristiche del capoluogo siciliano e della sua pessima classe politica è la memoria corta. Del nuovo cimitero in contrada Ciaculli – dove si coltiva ancora oggi una delle varietà di mandarino più famosa d’Italia e del mondo – il Mandarino tardivo di Ciaculli – si parla da almeno due decenni. Il progetto stato sempre osteggiato dagli ambientalisti che solo degli ultimi anni, su questo progetto, hanno abbassato la guardia, forse perché al Comune di Palermo governa la ‘finta sinistra’ alla quale sono piuttosto sensibili. Per fortuna il Governo regionale, come già accennato, ha fatto una cosa giusta, bloccando il finanziamento di 15 milioni di euro che avrebbe dato il via alla ‘cementificazione’ del verde di contrada Ciaculli.
Per la cronaca, in contrada Ciaculli un cimiteri esiste già: è un cimitero storico, bellissimo, e non c’è affatto bisogno di realizzarne un altro. I consiglieri comunali leghisti di Palermo – che sono arrivati ora e che, a quanto pare, della storia della città sanno poco o nulla – che in queste ore si stracciano le vesti per il corretto taglio di questo folle finanziamento dovrebbero guardare alla realtà per quella che è, finendola di fare da ‘sponda’ al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. In questa storia – come in tante, troppo storie dei grandi appalti di Palermo – è in corso una mistificazione: e, cioè, che con il nuovo cimiteri di Ciaculli si risolverebbe il problema delle oltre mille bare accatastate nel cimitero monumentale di Santa Maria dei Rotoli. Niente di più falso. Del nuovo cimitero di contrada Ciaculli esiste solo un’idea ‘insana’; ammesso che si approvi il progetto per realizzarlo, volendo essere molto ottimisti, non passerebbero men di tre-quattro anni; mentre l’emergenza al cimitero del Rotoli di Palermo va affrontata subito, non con un folle progetto campato in aria da realizzare chissà quando!
Diciamo le cose per come stanno: l’attuale amministrazione comunale di Palermo, che amministra la città dalla Primavera del 2012, ha lasciato incancrenire un problema che, oggi, non ha molte soluzioni. Anche la storia di trasferire le bare nel cimitero di sant’Orsola è solo una soluzione scriteriata che avrebbe, come effetto, quello di incasinare anche un secondo cimitero. Nel capoluogo dell’Isola, in questo momento, serve una soluzione razionale che non è facile trovare, perché l’attuale amministrazione ha dimostrato un’incapacità che ha creato un problema enorme. I decessi aumentano di giorno in giorno e non si capisce cosa fare. In questa fase l’unica possibilità è il trasferimento delle bare, ma non si sa dove sistemarle. Ribadiamo: non è facile trovare una soluzione, perché c’è da affrontare la questione tenendo conto della sensibilità dei parenti dei deceduti. Qualcuno ha parlato di far arrivare in tempi strettissimi un paio di forni crematori. La cremazione potrebbe essere una soluzione, da attuare con il consenso dei parenti. Non è bello affrontare argomenti che urtano la sensibilità delle persone, costrette a confrontarsi con una città rimasta priva, in buona parte – di fatto è così – di servizi cimiteriali. Ma sono purtroppo gli effetti di un’amministrazione comunale scadente che, come già ricordato, non ha saputo affrontare un problema diventato gravissimo.
La soluzione non è dietro l’angolo, anche perché c’è anche un problema sanitario, se è vero che, causa il caldo, alcune bare si sono aperte. Problemi e drammi senza fine. La prima cosa da fare sarebbe quella di commissariare il Comune di Palermo, ma la politica siciliana non ne vuole sentir parlare. Che fare? Come già accennato, i morti aumentano di giorno in giorno e una soluzione – anche se non piacevole – va trovata. Oltre ai forni crematori (assurdo che la quinta città d’Italia ne sia sprovvista: e di questo dovrebbe rispondere il Comune), si potrebbe ipotizzare il momentaneo trasferimento delle bare – sempre con il consenso dei familiari – nei cimiteri dei centri del circondario, con l’impegno di trasferire le bare nel nuovo cimitero cittadino, da realizzare nel giro di tre-quattro anni. Quanto al nuovo cimitero – o ai nuovi cimiteri, perché se ne potrebbero realizzare due o tre piccoli in varie aree della città abbandonate – va esclusa l’area di Ciaculli, che deve restare a disposizione dell’agricoltura. Palermo è una città nella quale esistono tante aree degradate. Potrebbe essere l’occasione – possibilmente utilizzando l’arte degli architetti – per riqualificare alcune di queste aree, con collegamenti e servizi efficienti, lasciando in pace una degli ultimi lembi di verde rimasto.