Che succederà in Sicilia con lo sblocco degli sfratti? Il timore è che tantissime famiglie rimangano in mezzo alla strada. Il problema è complesso. Perché se è vero che un padrone di casa non può continuare a tenere nella propria abitazione un inquilino che non paga l’affitto, continuando a pagare l’IMU, è altrettanto vero che chi non paga l’affitto, di solito, non lo fa per un capriccio, ma perché è privo di reddito. Situazione che è diventata sempre più grande con l’avvento della pandemia e con la crisi economica che si è determinata per i lavoratori autonomi e per chi ha perso il lavoro. E allora che fare? Un’idea – che a noi sembra giusta – è quella lanciata ASIA USB di Catania: “ASIA, l’Associazione Inquilini e Abitanti dell’USB – leggiamo in un comunicato – chiede alla Prefettura e al Comune di Catania di farsi carico dell’acuirsi dell’emergenza abitativa a causa degli sfratti indiscriminati determinati dalla fine del blocco avvenuta l’1 Luglio. ASIA USB Catania chiede di assegnare gli alloggi pubblici sfitti, di aumentare le soluzioni di accoglienza provvisoria e di ridurre i tempi burocratici per le collocazioni”.
“Con l’entrerà in vigore dello sblocco degli sfratti – prosegue il comunicato di ASIA USB – tantissime famiglie si ritroveranno a giorni senza casa e senza che vi sia una soluzione abitativa per loro. In realtà, a Catania non c’è mai stato un piano abitativo. E in seguito alla pandemia non sono stati predisposti da parte del Comune e della stessa Prefettura strumenti per evitare la crisi abitativa una volta entrato in vigore lo sblocco degli sfratti. E non è possibile che sfratti per morosità non colpevole mettano per strada interi nuclei familiari. Anche e soprattutto per questo motivo ASIA USB Catania continua a chiedere un incontro urgente con la Prefettura e con le istituzioni locali, incontri fino ad oggi negati”.
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