Sul Titanic

Lo squalo? Non sempre è pericoloso. Oggi rischia l’estinzione: viene catturato per esse venduto come pescespada

Condividi
  • Gli squali sono ‘cattivi’ per definizione. In realtà, non sempre è così
  • L’avvistamento di uno squalo nel mare di Ostia
  • Le spiegazioni del naturalista Alessandro De Maddalena sullo squalo bianco 
  • Cambiare paradigma sugli squali

Gli squali sono ‘cattivi’ per definizione. In realtà, non sempre è così

La storia non è mai stata clemente con gli squali. Tra tutti gli abitanti del mare sono considerati tra i più cattivi. Il celebre film Lo squalo di Steven Spielberg, anno 1975, allora registra di appena 28 anni, ha consacrato non certo in termini positivi un pesce che era stato oggetto di osservazione già da Aristotele. La domanda è: l’immagine che abbiamo degli squali è quella corretta? Sul giornale Il Fatto Quotidiano, commentando un fatto di cronaca avvenuto nel mare di Ostia, nel Lazio, il naturalista esperto di squali e docente dell’Università Milano-Bicocca, Alessandro De Maddalena, ha detto: “Fa tristezza vedere costantemente notizie nelle quali questi animali, massacrati a milioni dagli esseri umani, vengono ancora dipinti come dei mostri assetati di sangue umano”. In effetti, la realtà è un po’ più complicata. E se, per l’uomo, trovarsi a tu per tu on un squalo non è sicuramente un’esperienza tranquilla (anche se non mancano gli studiosi che dicono che, di solito, gli squali non attaccano l’uomo), per uno squalo, finire nelle mani dell’uomo – soprattutto di certi uomini che gli danno la caccia non è piacevole. I fatti ci dicono che tanti squali finiscono surgelati e venduti come pescespada, per non parlare della barbara usanza del cosiddetto finning: il taglio delle pinne per preparare una zuppa orientale: taglio delle pinne che provoca la morte degli squali fra atroci sofferenze. L’uomo è capace di tutto (e destra foto tratta da Cinema Bianchini). 

L’avvistamento di uno squalo nel mare di Ostia

Nei giorni scorsi la storia dello squalo avvistato da un pescatore nel mare di Ostia è stata piuttosto ‘gettonata’. Lo squalo è stato descritto in modi diversi: c’è chi parla di un esemplare dal colore marrone-grigiastro, di 4-5 metri di lunghezza, con una pinna dorsale alta e massiccia e chi come una verdesca: sempre sui 4 metri di lunghezza con una pinna lunga almeno un metro e mezzo e di colore bianco sotto e grigiastro sopra. Il professore De Maddalena, sempre su Il Fatto Quotidiano, spiega che “Non c’è alcuna possibilità che si sia trattato di una verdesca. La verdesca è di colore blu intenso, normalmente misura tra 1,5 e 2 metri e solo in casi eccezionali arriva a 3 metri, l’esemplare più grande mai registrato misurava 3,8 metri”. Chi scrive è originario di Sciacca. Ebbene, negli anni ’70 del secolo passato, presso il locale mercato ittico, non era insolito imbattersi nelle verdesche, la cui lunghezza corrisponde a quella descritta dal professore Maddalena. Scartata l’ipotesi verdesca, è probabile, come dice sempre il docente, che si sia trattato di un squalo bianco (Carcharodon carcharias). O di un notidano grigio o capopiatto (Hexanchus griseus), specie entrambe presenti nelle acque italiane”.

Le spiegazioni del naturalista Alessandro De Maddalena sullo squalo bianco 

Le cronache hanno raccontato che lo squalo avvistato dal pescatore di Ostia avrebbe attaccato l’imbarcazione. lo scienziato non sembra molto convinto di tale tesi. E’ molto più probabile che lo squalo abbia urtato la barca. Il racconto di Ostia, sempre a parere del docente universitario, è stato un po’ romanzato. Indubbiamente, con il ‘retaggio’ che ci accompagna quando si parla di squali, il pescatore avrà sicuramente avuto paura. Però, per come si sono svolti i fatti, se lo squalo avesse avuto brutte intenzioni, beh, il pescatore avrebbe avuto qualche problema in più. Dice ancora il professore De Maddalena: “Sebbene lo squalo bianco sia da considerarsi la specie di squalo più pericolosa, in realtà attacca gli esseri umani solo in casi rarissimi e il più delle volte lo fa di sorpresa, senza che la vittima lo veda avvicinarsi. Ma nella stragrande maggioranza dei casi gli squali bianchi non mostrano il minimo interesse per gli esseri umani. Tra l’altro come già detto non si può nemmeno escludere l’ipotesi che l’animale in questione fosse un innocuo capopiatto o notidano grigio”.

Cambiare paradigma sugli squali

Forse il paradigma sugli squali andrebbe cambiato. Se non altro perché l’avvistamento degli squali, in tante parti del mondo, è diventato un evento raro, perché questi grandi pesci vanno scomparendo ovunque, anche in ragione sulle storie di paura tra gli uomini che li accompagna. Insomma, ammazzare uno squalo non è considerato un fatto negativo. Come già ricordato, ancora oggi gli squali vengono pescati e venduti sotto mentite spoglie. “Ogni anno nell’Unione Europea – leggiamo sempre ne Il Fatto Quotidiano – si pescano circa 42mila tonnellate di squalo, di cui 25mila sono verdesche, la cui pesca è ancor oggi consentita, mentre il restante si divide tra altri squali come lo squalo smeriglio e lo squalo mako, catturati illegalmente”.

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DE IL FATTO QUOTIDIANO

Foto tratta di Wired

Pubblicato da