Sul Titanic

Il no di Franco Calderone (ET) all’energia solare nei fondi agricoli e al mega campo eolico al largo delle Egadi

Condividi
  • Il coordinatore di Equità Territoriale in Sicilia a ruota libera contro chi specula sulle energie alternative
  • Campo eolico al largo delle isole Egadi: “Non si possono privatizzare 18 milioni di metri cubi di mare”

Il coordinatore di Equità Territoriale in Sicilia a ruota libera contro chi specula sulle energie alternative

“Noi siamo favorevoli allo sviluppo delle energie alternative. Ma ci piacerebbe capire se queste energie alternative vanno realizzate nel territorio in modo diffuso – per esempio, sui tetti delle abitazioni e sui tetti dei capannoni industriali, artigianali e agricoli nel caso di energia fotovoltaica – o se invece, sempre per restare nel campo dell’energia solare – si punta ai grandi impianti, magari togliendo terreni all’agricoltura, per creare dei grandi monopoli privati. E se, magari – è il caso del più grande campo di pale eoliche che vorrebbero realizzare nel Mediterraneo, al largo delle Egadi – si punta regalare ai privati 18 milioni di metri quadrati di mare, privati che poi venderebbero l’energia ai cittadini, creando anche un monopolio sulla produzione di energia eolica”. Lo dice Franco Calderone, coordinatore di Equità Territoriale (ET) in Sicilia.

Campo eolico al largo delle isole Egadi: “Non si possono privatizzare 18 milioni di metri cubi di mare”

“Cominciamo col dire – aggiunge Calderone – che vanno combattute le vendite e gli affitti dei terreni agricoli della Sicilia a quei soggetti che si presentano come salvatori della patria puntando a sostituire le colture con i pannelli fotovoltaici. Non è questa la soluzione per i problemi dell’agricoltura siciliana. Argomento che affronteremo tra qualche giorno con un comunicato a parte. In questa fase ribadiamo la nostra contrarietà agli impianti fotovoltaici al posto dell’agricoltura. Così come siamo contrari al mega campo eolico marino che vorrebbero realizzare al largo delle Egadi. Ribadisco: nulla contro l’eolico, ma non si possono privatizzare 18 milioni di metri cubi di mare! Un conto è la gestione pubblica di un impianto eolico marino così esteso, altra e ben diversa cosa è dare il mare a un privato. Con l’energia prodotta che, magari, finirebbe chissà dove, ignorando la Sicilia. Alle spalle abbiamo l’esperienza dei metanodotti che passano dalla Sicilia. Negli anni ’70 del secolo passato si diceva che una quota del metano algerino sarebbe rimasta in Sicilia a prezzi scontati per famiglie e imprese siciliane. Ancora aspettiamo queste agevolazioni. E poi, sempre a proposito delle pale eoliche in mare, vorremmo capire se esiste uno studio archeologico nell’area marina dove dovrebbe sorgere questo mega impianto eolico. La competenza è dello Stato, ma in Sicilia c’è la Soprintendenza del mare. Un grande conoscitore dei fondali marini del Mediterraneo del calibro di Domenico Macaluso ha già lanciato l’allarme sulla possibile presenza di importanti beni archeologici nel tratto di mare dove dovrebbe sorgere il mega campo eolico. In Sicilia si sta facendo qualcosa?”.

Pubblicato da