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Mentre nel mondo si demoliscono orribili falansteri, in Sicilia si pensa a nuovi incubi urbanistici/ Architettura e dintorni 1

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  • Le città del nostro futuro dovrebbero prendere spunto dai codici mediterranei e dal rispetto dell’affascinante territorio  

di Ciro Lomonte

In tutto il mondo si demoliscono orribili falansteri, frutto di ideologie da incubo. Vengono sostituiti con borghi a misura d’uomo, ideali anche dal punto di vista dell’igiene oltre che belli. L’attuale Governo regionale della Sicilia, come i precedenti, non è stato in grado di aggiornare la Legge Urbanistica del 1978, nata dall’impegno ferreo di Piersanti Mattarella. La rigenerazione urbana e il recupero dei borghi rurali dovrebbero essere fra le priorità. Le città del nostro futuro dovrebbero prendere spunto dai codici mediterranei e dal rispetto dell’affascinante territorio. Le metropoli devono trasformarsi in città di città. Ogni area deve essere autosufficiente, evitando di congestionare i centri storici. Questi ultimi devono riprendere ad essere un cuore pulsante in cui recuperare le attività artigianali e offrire un turismo esperienzale di qualità. Inutile farsi illusioni. Fino a quando avremo Governi di collaborazionisti e Siciliani Liberi non sarà entrato nel Parlamento Siciliano, non riusciremo a cambiare la rotta. Nel frattempo però possiamo promuovere interventi di rigenerazione urbana in tutta l’Isola, dando consulenza agli imprenditori edili – ce ne sono di ottimi fra i nostri iscritti – per utilizzare al meglio i fondi tuttora cospicui a disposizione.

Foto tratta da archivio fotografico dell’architetto Francesco Graffeo 

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