Sul Titanic

Sicilia, la vecchia politica è in affanno, ma non si intravede ancora un partito siciliano in stile Catalogna indipendente

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  • Il Governo Musumeci vittima delle proprie scelte ‘buoniste’ verso Roma
  • Il tramonto dei grillini, Gianfranco Miccichè che ‘gioca’ su due tavoli e il lavoro sottotraccia degli Autonomisti di Di Mauro
  • L’attivismo di Equità territoriale Sicilia
  • Siciliani Liberi
  • Una novità potrebbe essere rappresentata da Italexit di Paragone

Il Governo Musumeci vittima delle proprie scelte ‘buoniste’ verso Roma

La tradizionale politica siciliana non dà risposte. Il Governo di centrodestra di Nello Musumeci è partito malissimo, non contestando il secondo ‘Patto scellerato’ siglato nel 2016 tra Stato e Regione (Governo nazionale di Matteo Renzi e Governo regionale di Rosario Crocetta) e ne sta pagando le conseguenze. Anche in ragione del fatto che lo stesso attuale esecutivo regionale non è riuscito a stabilire un rapporto, come dire?, sereno con la Corte dei Conti per la Sicilia. Il risultato non è tanto che la legge regionale 2021 non è stata ancora approvata, quanto che questa legge nasce azzoppata, perché alcuni capitoli di spesa dovrebbero essere finanziati con fondi europei ancora da riprogrammare. Il grande limite del Governo Musumeci sta nel fatto di avere combattuto con Roma una battaglia ‘giuridica’, che si è rivelata perdente su tutta la linea (si potevano almeno evitare le incomprensioni con la citata magistratura contabile: ma l’attuale esecutivo non si è ‘risparmiato’ nemmeno questo). Ci sarebbe voluta una battaglia ‘politica’, contestando tutto l’operato del Governo Crocetta sul piano finanziario. Ma Musumeci, non riusciamo a capire se per indole o per qualcosa che ci sfugge, ha preferito trattare con Governi nazionali che, dal 2014 ad oggi, ininterrottamente, penalizzano la Sicilia.

Il tramonto dei grillini, Gianfranco Miccichè che ‘gioca’ su due tavoli e il lavoro sottotraccia degli Autonomisti di Di Mauro

In questo contesto servirebbe un’alternativa alla vecchia politica, anche perché il Movimento 5 Stelle è ormai in disfacimento (il Ministro delle Politiche agricole grillino che avalla il tentativo di scippo di risorse finanziarie alle Regioni del Sud dà la misura della fine di questa esperienza politica), mentre il centrosinistra dell’Isola non ha molta credibilità, a cominciare da Palermo, dove l’amministrazione comunale di Leoluca Orlando è ormai lontana anni luce dalle esigenza dei cittadini. Si è determinato un vuoto politico che nessuno, in questo momento, è in grado di occupare. Lo scenario è sempre il solito: il centrodestra che vive di rendita, sfruttando la tradizione moderata dell’elettorato siciliano che ancora vota (ormai meno del 50 per cento), mentre il centrosinistra prova la via giudiziaria: “dimissioni di questo”, “dimissioni di quello” e bla bla bla, nella speranza – a nostro avviso vana – di intercettare i voti in libera uscita di un Movimento 5 Stelle in caduta libera. L’unico soggetto politico ‘vivo’, nella vecchia politica siciliana, è rappresentata dagli autonomisti di Roberto Di Mauro, che lavorano ora in modo visibile – vedi l’accordo organico con la Lega – ora sottotraccia. ‘Fumo’ politico è invece il via vai di parlamentari che ruotano attorno al coordinatore di Forza Italia in Sicilia, il presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè, che ‘gioca’ sia sul tavolo del centrodestra, sia sul tavolo del centrosinistra (non ci stupirebbe se, tra un anno e mezzo, Miccichè tornasse a schierarsi con il centrosinistra: cosa che ha già fatto nel 2008 e poi di nuovo nel 2013, determinando l’elezione di Crocetta a Palazzo d’Orleans: però non sappiamo in quanto lo seguirebbero per la terza volta per garantirgli – perché alla fine di questo si tratterebbe – la rielezione alla presidenza del Parlamento dell’Isola). Un punto interrogativo è Totò Cuffaro. L’ex presidente della Regione lavora alla rinascita della DC: e qualche sorpresa, tra un anno e mezzo, non la escludiamo: ricordiamoci che è molto abile.

L’attivismo di Equità territoriale Sicilia

Dovrebbe essere questo, volendo, il momento di un soggetto politico sicilianista, magari ispirato dagli Indipendentisti della Catalogna: ma su tale fronte c’è ben poca cosa. Il Movimento di Unità siciliana Le Api non si avverte, se non in qualche raro comunicato e in qualche – altrettanto raro – post su Facebook: ma nell’agone politico siciliano questo movimento si avverte poco. Si sta muovendo bene, invece, Equità Territoriale con i suo coordinatore siciliano, Franco Calderone, uno dei pochi che cerca di portare avanti l’unica cosa da fare a un anno e mezzo dalle elezioni regionali siciliane: raggruppare in una federazione tutti i movimenti autonomisti, sicilianisti e indipendentisti: e già qualcosa è venuta fuori, come l’accordo con Identità siciliana. La speranza – almeno dal nostro punto di vista – è che, se non tutti, almeno la maggioranza di questi movimenti trovino una sintesi politica prima delle elezioni regionali.

Siciliani Liberi

Un altro Movimento che si muove bene è Siciliani Liberi di Ciro Lomonte che, di recente, ha partecipato alla seconda assemblea generale di Autonomia e Ambiente. Per la cronaca, Autonomia e Ambiente (acronimo AeA) AeA attualmente è composta da dieci movimenti: Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia – ALPE Valle d’Aosta (connessa con Alliance Valdôtaine) – Comitato Libertà Toscana (CLT) – Movimento Siciliani Liberi – Patrie Furlane – Patto per l’Autonomia Veneto – Pro Lombardia Indipendenza – Slovenska Skupnost SSk – Liberi Elettori Piemonte – Movimento Autonomia Romagna (MAR). Insomma, c’è un buon collegamento con le realtà italiane che si battono contro il centralismo dell’Unione europea, per la tutela dei popoli senza Stato, delle minoranze linguistiche e dei territori. In questa fase non siamo in grado di sapere se Siciliani Liberi – partiti politico indipendentista – avrà voglia di partecipare a una federazione di soggetti politici siciliani autonomisti, sicilianisti e indipendentisti. Poi ci sono altri movimenti di stampo sicilianista e indipendentista che potrebbero essere interessati: ma non sappiamo se ne avranno voglia.

Una novità potrebbe essere rappresentata da Italexit di Paragone

Una novità politica – questa sì – che potrebbe raccogliere un po’ di voti in libera uscita dal Movimento 5 Stelle è Italexit di Gianluigi Paragone. Ricordiamoci che i grillini, in una fase della loro storia politica, sono stati contro l’Unione europea e contro l’euro. Non che in Sicilia questi temi siano stati centrali nell’esperienza dei grillini, ma i fallimenti dell’Unione europea (clamoroso il flop nella gestione della pandemia) hanno rafforzato, in tanti siciliani, l’idea di chiamarsi fuori dalla Ue. Gli agricoltori siciliani, per esempio, non hanno molti motivi per andare ancora dietro ai partiti politici tradizionali e, soprattutto, hanno capito sulla loro pelle che l’Unione europea lavora scientificamente per distruggere le agricolture dell’Europa mediterranea e, quindi, anche l’agricoltura del Sud Italia e della Sicilia. Insomma, gli agricoltori siciliani potrebbero orientarsi, almeno in parte (ci saranno sempre quelli attratti dalle ‘sirene’ della vecchia politica), sia verso Equità Territoriale, sia verso Italexit. Tra l’altro, il partito di Paragone si sta strutturando bene n tutta la Sicilia e può contare su personale di qualità. Ci piacerebbe vedere all’opera, tra un anno e mezzo, anche una lista – con un candidato alla presidenza della Regione – di Potere al Popolo, forse l’ultima esperienza di sinistra presente in Italia. Riusciranno a fare una lista? Vedremo.

Foto tratta da Startmag

 

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