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Rinviato al 2023 il taglio dei contributi ai giornali: altro impegno ‘mantenuto’ dai grillini…

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  • Alessandro Di Battista: “Quotidiani che appartengono a politici e che fanno politica… continuano a ricevere denaro pubblico”
  • Ennesima vittoria della vecchia politica, Berlusconi in testa

Alessandro Di Battista: “Quotidiani che appartengono a politici e che fanno politica… continuano a ricevere denaro pubblico”

Nel silenzio quasi generale – e questa è una vera contraddizione, visto che si parla di informazione e di giornali – cade, anzi, scade nella farsa un’altra battaglia grillini: il taglio dei fondi, anzi dei contributi all’editoria. Noi ci siamo occupati di questo argomento con vari articoli. Nel Dicembre del 2018 abbiamo pubblicato l’elenco completo dei mezzo d’informazione che ricevono dallo Stato contributi. Fino a qualche tempo fa il parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, diceva che nessuno aveva intenzione di bloccare il taglio dei contributi all’editoria. Ora apprendiamo che anche questa battaglia grillina è rinviata. “Pochi giorni fa, nel silenzio generale (salvo rare e meritevoli eccezioni) – scrive Alessandro Di Battista sulla propria pagina Facebook – il governo dell’assembramento letale ha posticipato al 2023 l’entrata in vigore dei tagli ai contributi pubblici all’editoria. Sia chiaro, ci sono realtà editoriali che fanno cultura (poche ma ci sono). Ma qui siamo alla follia. Quotidiani che appartengono a politici e che fanno politica diffamando ed insultando, continuano a ricevere denaro pubblico”.

Ennesima vittoria della vecchia politica, Berlusconi in testa

In effetti, almeno in alcuni casi, Di Battista non ha tutti i torti: “Nel 2019 – scrive – oltre 5 milioni di euro, sono finiti nelle casse di Libero, un giornale che appartiene ad Antonio Angelucci, attuale deputato di Forza Italia, partito di governo. Ovviamente i giornalisti ed i lavoratori del settore, come tutti, hanno diritto agli ammortizzatori sociali in tempo di crisi. Ma perché continuare a pagare per mentire? Come era prevedibile esponenti del PD come la Serracchiani (Debora Serracchiani, parlamentare nazionale del PD ndr) hanno già esultato. Nel frattempo Berlusconi ha piazzato un suo uomo, Giuseppe Moles, sottosegretario all’editoria nel Governo Draghi. In pratica colui che si occuperà del finanziamento pubblico ai giornali è collega di partito di colui il quale grazie ai finanziamenti campa. Tu chiamala se vuoi…restaurazione…”.

 

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