Storia & Controstoria

Francesco Crispi: suo il primo saccheggio di 5 milioni di ducati dal Banco di Sicilia

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  • Un siciliano che ha tradito la Sicilia aprendo la strada agli ‘ascari’

Un siciliano che ha tradito la Sicilia aprendo la strada agli ‘ascari’

Da repubblicano a monarchico, da fervente sostenitore delle lotte dei contadini a nemico e oppressore degli stessi contadini siciliani. Durante la campagna garibaldina, nella Sicilia del 1860 – la ‘famigerata impresa dei Mille – scriveva decreti per assegnare le terre ai contadini per poi passare dalla parte della borghesia reazionaria. Sua la repressione dei Fasci Siciliani dei lavoratori quando decretò lo stato di assedio in Sicilia. Ed a proposito dell’impresa dei Mille, il primo giugno 1860 fu, lui, segretario di Stato e teorico del governo garibaldino, che si rese protagonista, assieme a Domenico Peranni, allora ministro delle Finanze dello stesso governo, del saccheggio del Regio Banco di Sicilia. Fu allora che presero in consegna le somme custodite nel Palazzo delle finanze di Palermo: 5 milioni di ducati (l’equivalente di 82 milioni di euro dei nostri giorni ). Soldi trasferiti in Piemonte per rimpinguare le esangui e dissestate ‘casse’ del Regno di Sardegna. Si può dire che questo fu il primo atto di saccheggio e di spoliazione del Sud e della Sicilia ridotta a colonia. Una condizione che dura sino ai nostri giorni ed a cui il futuro Presidente del Consiglio del Regno d’Italia e della monarchia sabauda, Francesco Crispi, diede allora con quell’iniziale appropriazione indebita il suo peculiare contributo.

Ignazio Coppola Francesco Crispi, lo ‘statista’ double face che represse nel sangue i Fasci siciliani dei lavoratori

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