Sul Titanic

Italexit: adesso la vertenza Formazione professionale siciliana ce la intestiamo noi!

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  • Video intervista a Costantino Guzzo e Italexit che andrà a scavare sugli affari (e sui ‘misteri’) della Formazione in Sicilia
  • Italexit in Sicilia: dopo cittadini comuni, agricoltori, artigiani e commercianti arriva anche la Formazione
  • Le dichiarazioni di Ludovico Vicino e Santo Musumeci
  • La metafora della caffettiera: Italexit, sui disastri della Formazione, non avrà ‘filtri’
  • Costantino Guzzo: i ‘tavoli’ spariti e l’inghippo degli Enti formativi dichiarati falliti

Video intervista a Costantino Guzzo e Italexit che andrà a scavare sugli affari (e sui ‘misteri’) della Formazione in Sicilia

Ieri abbiamo dato notizia di una video-intervista al segretario regionale del Sifus Confali Formazione professionale della Sicilia, Costantino Guzzo. Una video-intervista molto particolare, perché ha un significato politico preciso: il nuovo soggetto politico di Gianluigi ParagoneItalexit – ha deciso di intestarsi, sotto il profilo politico, la battaglia sociale che, da oltre dieci anni, i dipendenti della Formazione professionale dell’Isola combattono per riavere il proprio posto di lavoro e per avere Giustizia, dal momento che, molti di loro, non hanno nemmeno ricevuto gli ultimi stipendi e il Trattamento di fine rapporto. Il fatto politico è importante, perché Italexit – che è un soggetto politico che si batte per liberare l’Italia dal gioco dell’Unione europea dell’euro – entra da protagonista in una vertenza importante.

Italexit in Sicilia: dopo cittadini comuni, agricoltori, artigiani e commercianti arriva anche la Formazione

Ricordiamo che i circa 8 mila lavoratori della Formazione professionale licenziati – che a distanza di dieci anni sono diventati 5 mila e 900, dal memento che alcuni di loro hanno preso altre strade – aspettano ancora Giustizia e una soluzione dalla politica. Sono stati abbandonati dai sindacati tradizionali (non a caso molti di loro hanno aderito al sindacato Sifus Confali). Sono stati presi per i fondelli dai Governi di centrosinistra e di centrodestra. E sono stati abbandonati anche dai grillini. Ora la battaglia se la sta intestando Italexit, un soggetto politico che in Sicilia sta facendo proseliti tra gli agricoltori, tra gli artigiani, tra i commercianti e tra i comuni cittadini. I dirigenti di Italexit lavorano nel territorio, senza clamore, sui fatti concreti.

Le dichiarazioni di Ludovico Vicino e Santo Musumeci

Ieri abbiamo ascoltato la video intervista. Oltre a Guzzo erano presenti i rappresentanti di Italexit: il coordinatore nazionale Ludovico Vicino e il coordinatore provinciale, Santo Musumeci. Proviamo, per grandi linee, a riassumere quello che è stato detto. Con parole semplici, Vicino ha spiegato che l’Unione europea – che ha tolto la sovranità monetaria ai 27 Paesi che hanno aderito alla stessa Ue – lavora per mantenere alta la disoccupazione. Come? Facendo circolare poca moneta. Il tanto celebrato Quantitative easing voluto dalla Banca Centrale Europea – questa è una nostra considerazione – ha favorito in massima parte le banche e solo in minima parte imprese e famiglie. La pandemia non ha fatto altro che aggravare uno scenario di crisi economica già esistente da anni. Un punto importante segnalato da Vicino – e questo è ancora più importante nel Sud Italia e in Sicilia – è che la carenza di moneta circolante, alla fine, dà spazio alla criminalità organizzata, con buona pace delle tante chiacchiere sulla lotta alla mafia e bla bla bla. L’Unione europea – ha rimarcato Vicino – punta alla distruzione del lavoro a favore della speculazione finanziaria. Vicino ha ricordato una cosa alla quale, in effetti, non si fa molto caso: la natura dei fondi europei. “L’Italia – ha detto il coordinatore di Italexit – contribuisce, con propri fondi, alla vita dell’Unione europea. I fondi europei che la Ue eroga all’Italia sono una minima frazione rispetto a quanto l’Italia paga per stare nell’Unione europea. Insomma, i cosiddetti fondi europei sono già nostri!

La metafora della caffettiera: Italexit, sui disastri della Formazione, non avrà ‘filtri’

Santo Musumeci ha iniziato il proprio intervento con un gesto metaforico forte: ha esibito una caffettiera tradizionale, ha estratto il filtro e ha detto: “Nella caffettiera il filtro va bene, noi, invece, in questa storia della Formazione professionale siciliana e in altre vicende non useremo filtri. Questa storia della Formazione è vergognosa. La seguo da cittadino da un decennio e, adesso, la seguirò da dirigente di un partito politico. In questa vicenda circa diecimila famiglie, da un giorno all’altro, sono state lasciate senza mezzi di sostentamento. E, da anni, la politica prende in giro questi lavoratori. Avvertiamo sin da ora tutti i protagonisti di questa ingiustizia – tutti, nessuno escluso – che daremo battaglia su tutta la linea”.

Costantino Guzzo: i ‘tavoli’ spariti e l’inghippo degli Enti formativi dichiarati falliti

Costantino Guzzo ha ricordato che, oggi, i dipendenti della Formazione professionale siciliana senza lavoro sono 5 mila e 900. Per loro si poteva intervenire negli anni passati e si potrebbe intervenire oggi. “Ma – ha detto – a parte le promesse del passato rimaste tali non è stato fatto nulla. Hanno applicato una legge regionale per gli ‘unti dal Signore’, cioè per alcuni sindacalisti, e non hanno applicato la stessa legge ai lavoratori disoccupati. In questo momento ci sono 10 milioni di euro per l’emergenza Covid, ma per i lavoratori della Formazione disoccupati non c’è nulla”. Hanno chiesto a Guzzo quale Governo regionale – tra i Governi Lombardo, Crocetta e l’attuale Governo Musumeci – ha fatto più danni ai lavoratori. “Ho difficoltà a rispondere a tale domanda – ha risposto Guzzo – perché tutt’e tre, a turno, hanno danneggiato i lavoratori. Ma ancora più scorretti sono stati i sindacati tradizionali che hanno abbandonato noi lavoratori disoccupati, non prima di aver sistemato i propri affari”. Guzzo ha anche ricordato i ‘tavoli’ nazionali e regionali sulla vertenza Formazione professionale siciliana. Emblematici i casi dell’allora vice presidente del Consiglio, il grillino Luigi Di Maio – era il tempo del Governo nazionale tra grillini e leghisti – che ha preso degli impegni a Roma, nel corso di un incontro con i lavoratori, per poi lasciare cadere tutto nel dimenticatoio. La stessa cosa ha fatto l’attuale Ministra per il Lavoro, la grillina Nunzia Catalfo, che fino ad oggi, ha ricordato Guzzo, a parte le promesse, non ha fatto nulla. Del resto, cosa c’è da aspettarsi dai grillini, veri e propri professionisti nell’assumere impegni con gli elettori per poi non mantenerli? Gli esempi sono tanti: TAV, TAP, ILVA di Taranto, Sud, agricoltura e via continuando. E la Formazione professionale siciliana, naturalmente. Guzzo ha ricordato, inoltre, le strane operazioni ‘pilotate’ da alcuni enti che – contemporaneamente – usufruivano di fondi regionali e della Cassa integrazione! Il che è quanto meno singolare! Per non parlare del fallimento di alcuni Enti formativi storici. “Gli Enti formativi – ha ricordato Guzzo – non vendono questo o quell’articolo, lavorano con i fondi pubblici. Come può un soggetto che opera con i fondi pubblici fallire'”. E una domanda che si sono posti anche i vertici di Italexit che hanno deciso di approfondire la questione sul piano giuridico.

 

 

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