Storia & Controstoria

Quando il filibustiere Garibaldi rapinò il Banco delle Due Sicilie

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Sembra incredibile, ma ancora oggi che delle ‘imprese’ di Garibaldi e dei suoi accoliti in Sicilia, a Napoli e, in generale, nel Sud si conosce quasi tutto – stragi di innocenti e ruberie varie – si continui a conservare il falso mito di questo personaggio dedicandoli via, piazze, scuole, musei e teatri! Che lo facciano a Torino e nel Nord è comprensibile, ma che lo si continui a fare nel Sud e in Sicilia è, appunto, incredibile!

“Il giorno 9 settembre arrivarono a Napoli i Garibaldini. Mai si vide uno spettacolo più disgustoso. Quell’accozzaglia era formata da gente bieca, sudicia, famelica, disordinata, di razze diverse, ignorante e senza religione. Occuparono all’inizio Pizzofalcone, poi nei giorni seguenti si sparsero per la città, tutto depredando, saccheggiando ogni casa. Furono violentate le donne e assassinato chi si opponeva. Furono lordati i monumenti, violati i monasteri, profanate le chiese. Il giorno 11 Garibaldi con un decreto abolì l’ordine dei gesuiti e ne fece confiscare tutti i beni. Furono incarcerati tutti quei nobili, sacerdoti, civili e militari che non volevano aderire al Piemonte, mentre furono liberati tutti i delinquenti comuni. Il palazzo reale fu spogliato di tutto quanto conteneva. Gli arredi e gli oggetti più preziosi furono inviati a Torino nella Reggia dei Savoia. Il filibustiere con un decreto confiscò il capitale personale e tutti i beni privati del Re del Banco delle Due Sicilie, che fu rapinato di tutti i suoi depositi. Napoli in tutta la sua storia non ebbe mai a subire un così grande oltraggio, eppure nessun libro di storia ‘patria’ ne ha mai minimamente accennato”.

Giancarlo Padula, L’Unità d’Italia – Una storia da riscrivere, Global Press Italia, pag. 63.

Foto tratta da Wikipedia

Tratto da Regno delle Due Sicilie.eu 

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