Sul Titanic

USB di Catania sulla liberazione dei pescatori di Mazara: “Festeggiamo, ma non abbassiamo la guardia”

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L’analisi della Federazione USB di Catania sulla vicenda dei 18 pescatori di Mazara del vallo, liberati ieri dopo 108 giorni di prigionia, ci sembra molto interessante. La proponiamo ai nostri lettori perché ricca di spunti sui quali vale la pena di riflettere 

Tra i tanti commenti che abbiamo letto sulla liberazione dei 18 pescatori questo ci è sembrato il più interessante. Porta la firma della Federazione del Sociale USB Catania:

“LIBERI, DOPO 108 GIORNI DI PRIGIONIA A BENGASI.
Ma non abbassiamo la guardia: nel Mediterraneo militarizzato tutti i pescatori sono in pericolo”.

E ancora:

“Sono stati liberati i 18 pescatori di Mazara del Vallo, dopo 108 giorni di prigionia in Libia, a Bengasi, nelle mani dei miliziani di Haftar. 108 giorni di prigionia scanditi dalla solidarietà da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, in modo particolare da quelli del comparto della pesca. Fino a ieri, dal porto di Crotone e dal porto di Acitrezza, i pescatori hanno espresso la loro solidarietà aderendo alla nostra campagna ‘una foto con il cartello che chiede la liberazione dei 18 pescatori'”.

“LA SOLIDARIETÀ È UN’ARMA – prosegue la nota dell’USB di Catania -. Al momento non sono note le modalità che hanno permesso la liberazione dei 18 lavoratori. Una cosa è nota però ed è certa: i Trattati italo-libici che portano la firma di MINNITI (marco Minniti, ex Ministro degli Interni ndr), gli intrallazzi dell’UE con Tripoli e Bengasi, gli affari delle multinazionali, gli interessi espansionistici degli imperialismi presenti sotto varie forme nel Mediterraneo sono gli elementi che hanno dato la possibilità ad un inqualificabile personaggio come Haftar di fare assaltare dalle sue motovedette militari (donate dall’Italia alla Libia!) dei pescherecci e di catturare 18 lavoratori e trattenerli per 108 giorni”.

“FESTEGGIAMO LA LIBERAZIONE DEI 18 PESCATORI – conclude la nota dell’USB di Catania – MA NON ABBASSIAMO LA GUARDIA. NEL MEDITERRANEO MILITARIZZATO TUTTI I PESCATORI SONO IN PERICOLO”.

 

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