Storia & Controstoria

Il ruolo della Massoneria nella rivoluzione russa

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Così come oggi la Cina usa il capitalismo, i rivoluzionari russi, Lenin in testa, si servirono della Massoneria per i propri scopi. Tra il 1918 e il 1922, Lenin avrebbe dato alla banca Kuhn, Loeb & Co. 600 milioni di rubli-oro e la Standard Oil of New Jersey di Rockefeller si sarebbe impossessata del 50% dei campi petroliferi del Caucaso (ufficialmente di proprietà statale) 

Anche la Rivoluzione russa sarebbe stata organizzata in ambiti massonici, finanziata da grandi banchieri massoni. In questa rivoluzione ebbero un ruolo importante il B’Nai B’rith, l’O.T.O. e il Grande Oriente dei popoli di Russia. Quest’ultimo fu organizzato pochi anni prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, fra il 1909 e il 1913. Prima della Rivoluzione, c’erano in Russia circa 40 logge e 400 adepti. Dietro alle organizzazioni massoniche che ebbero un ruolo attivo all’interno della Rivoluzione, c’erano banchieri, come Jakob Schiff (membro del B’Nai B’rith), che finanziarono la rivoluzione. Oltre a Schiff, c’era anche uno dei fondatori della Federal Reserve, Felix Warburg, e Otto Kahn, Mortimer Schiff e Max Breitung, tutti appartenenti al B’Nai B’rith. I banchieri che finanziarono la Rivoluzione ottennero in cambio diversi vantaggi: impedire una vera lotta del popolo e incassare parecchio oro e risorse russe. Secondo il giornalista e scrittore Jacques Bordiot, nel periodo 1918 – 1922, Lenin avrebbe dato alla banca Kuhn, Loeb & Co. 600 milioni di rubli – oro e la Standard Oil of New Jersey di Rockefeller si sarebbe impossessata del 50% dei campi petroliferi del Caucaso (ufficialmente di proprietà statale).

Le logge si muovevano a favore del vertice di potere, che finanziava gli eventi storici che in apparenza sembravano frutto del libero movimento popolare.

Antonella Randazzo Dissimulazioni massoniche, Espavo Edizioni, pag. 43.

Foto tratta da IIS Merloni Miliani

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