Sul Titanic

Coronavirus/ In Svizzera hanno deciso: niente cure per gli anziani

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La Svizzera, sicuramente un Paese civile, subissata dal Covid-19 , a fronte poi di risorse mediche insufficienti, ha deciso scientemente di lasciare morire i propri vecchi a favore delle generazioni giovani. Il testo integrale della direttiva adottava dalla Svizzera

di Nota Diplomatica

Dev’essere una sorta d’inflazione. Ciò che è raro è spesso prezioso, viene valorizzato e protetto mentre il bene troppo comune perde di valore. Ancora a memoria d’uomo, gli anziani – una volta pochi, ma ormai molti -erano stimati e protetti, anche per il loro valore sociale come garanti delle
tradizioni e portatori di saggezza. Nelle piccole comunità comandavano loro, non per la potenza fisica ma perché sapevano meglio di tutti come girava il mondo. Ora la Svizzera, sicuramente un Paese civile, ma subissata dal Covid in proporzione marcatamente più grave dell’Italia e della Germania – a fronte poi di risorse mediche almeno potenzialmente insufficienti – ha deciso scientemente di lasciare morire i propri vecchi a
favore delle generazioni giovani.

Una direttiva emessa dall’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche e dalla Società Svizzera di Medicina Intensiva, dal titolo “Triage dei trattamenti di medicina intensiva in caso di scarsità di risorse”, risponde esplicitamente a una domanda che viene posta in molti ospedali, precisando le tipologie di pazienti destinati a non essere soggetti ad “alcuna rianimazione cardiopolmonare” in caso di scarsità di posti in Terapia Intensiva:

“Età superiore a 85 anni o età superiore a 75 anni se accompagnata
da almeno uno dei seguenti criteri: cirrosi epatica, insufficienza renale cronica stadio III, insufficienza cardiaca di classe NYHA superiore a 1 e sopravvivenza stimata a meno di 24 mesi”.

Pure altre condizioni incurabili, come la “demenza grave”, possono bloccare l’accesso alle cure.

Il triage arriva dalla medicina militare ed è utilizzato come meccanismo per assegnare le priorità ai pazienti sui quali intervenire quando non tutti possono ricevere cure, come appunto in una guerra. In brutale sostanza, in combattimento ciò significa dividere i feriti in tre gruppi: “gli spacciati”, “i feriti minori” e, in mezzo, quelli che si può forse salvare con le risorse disponibili, lasciando gli altri ai rispettivi destini.

Brutto a dirsi, ma di una logica cristallina, senonché le risorse disponibili per salvare un generale rispetto a un soldato semplice potrebbero essere maggiori. I generali sono “più rari”…

Gli anziani oggi sono invece meno rari e meno preziosi, forse perché sono tanti. Può darsi anche che l’ampliamento della categoria attraverso l’accresciuta speranza di vita ne abbia pure minato il livello “qualitativo”. La demenza pare più comune di una volta: si pensa soprattutto perché più gente arriva all’età per soffrirne.

Con il declino della prosperità in Occidente, alle generazioni più giovani i vecchi paiono sempre più un ostacolo, un tappo di bottiglia. L’americano Alexander Rose, dell’influente Long Now Foundation – fondazione dedicata alle previsioni sociali a lungo termine – riassume il concetto quando si preoccupa della prospettiva di un mondo “largamente popolato da anziani che si accaparrano le ricchezze, lavorano poco e non offrono gli enormi contributi creativi dei ventenni”…

L’attuale epidemia – come l’ansia globale che provoca – porta al pettine tanti nodi sociali e politici. Gli svizzeri non hanno colpe solo perché hanno detto le cose chiaramente. Pare però che l’ultimo contributo che possiamo attenderci dall’attuale generazione più anziana sia quello di levarsi di torno, di lasciare lo spazio agli altri, anche nei letti d’ospedale.

QUI DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELLA DIRETTIVA ADOTTATA DALLA SVIZZERA

Pandemia Covid-19: triage dei trattamenti di medicina intensiva in
caso di scarsità di risorse
Indicazioni per l’attuazione del capitolo 9.3 delle direttive dell’ASSM «Provvedimenti
di medicina intensiva» (2013)
I. Situazione
II. Direttive
1. Ambito di applicazione
2. Principi etici fondamentali
3. Criteri per il triage (ricovero e permanenza) nel reparto di terapia intensiva e nei reparti di
Intermediate Care in caso di scarsità di risorse
4. Decisioni a livello di triage
4.1. Fasi
4.2. Inasprimento dei parametri
4.3. Triage iniziale: criteri per il ricovero nei reparti di terapia intensiva
4.4. Triage durante il ricovero in terapia intensiva
5. Processo decisionale
III. Appendice
1. Letteratura
2. Note sull’elaborazione delle presenti direttive
I. Situazione
A causa della rapidità di diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2) si è venuta a creare una
situazione straordinaria1 che determinerà un massiccio afflusso di pazienti negli ospedali per
malattie acute. In una prima fase si può far fronte a questa situazione limitando gli interventi di
elezione2
, trasferendo i pazienti3 nelle unità di cure intermedie, incrementando il numero di
posti letto dotati di respirazione assistita e rinunciando ai trattamenti che richiedono un
considerevole impiego di personale. Se le risorse a disposizione non sono sufficienti, occorre
prendere decisioni di razionamento. In questa situazione il personale medico si trova a gestire
un carico di lavoro enorme, pertanto è assolutamente fondamentale che in tutta la Svizzera
vengano applicati criteri uniformi per il ricovero e la permanenza dei pazienti in terapia
intensiva. Le presenti direttive creano una base di riferimento a tal fine.
Gli editori provvederanno a modificare le direttive qualora dovesse risultare necessario alla luce
dell’esperienza pratica e di nuove conoscenze scientifiche. La versione più aggiornata sarà
sempre disponibile su assm.ch/fr/coronavirus.
1 L’ordinanza 2 sui provvedimenti per combattere il coronavirus (COVID-19) del 13 marzo 2020 (versione del
16 marzo 2020) si basa sull’articolo 7 della legge sulle epidemie, che disciplina la situazione straordinaria.
2 Cfr. ordinanza 2 COVID-19, art. 10a cpv. 2. Le strutture sanitarie quali ospedali e cliniche, studi medici e
dentistici devono rinunciare a interventi medici e terapie non urgenti. 3 Benché nei testi i gruppi di persone menzionati vengano citati solo nella forma maschile, si fa riferimento
sempre a entrambi i sessi.
Indicazioni per l’attuazione del cap. 9.3 delle
direttive «Provvedimenti di medicina intensiva»
2
II. Direttive
1. Ambito di applicazione
Le seguenti direttive trovano applicazione nel momento in cui sussiste una scarsità di risorse
che impone la necessità di prendere decisioni di razionamento e sono valide per tutte le
categorie di pazienti. Le persone affette da Covid-19 e gli altri pazienti che necessitano di cure
intensive vengono trattati in base ai medesimi criteri.
Le presenti direttive integrano le direttive dell’ASSM «Provvedimenti di medicina intensiva» e
riguardano solo una piccola parte dei pazienti affetti da coronavirus, in particolare la categoria
dei pazienti più gravi, che necessitano di trattamenti di terapia intensiva.
2. Principi etici fondamentali4
I quattro classici principi medico-etici (beneficenza, non maleficenza, rispetto dell’autonomia e
giustizia) sono determinanti anche in caso di scarsità di risorse. È importante chiarire
preliminarmente la volontà del paziente riguardo ai trattamenti d’urgenza e di terapia intensiva,
soprattutto se la persona rientra in una categoria a rischio. Le scarse risorse a disposizione non
devono in alcun caso essere utilizzate per curare un paziente che non desidera essere
assistito.
Se le risorse non sono sufficienti per curare tutti i pazienti in maniera ottimale, occorre applicare
questi principi fondamentali in base alle seguenti regole di preferenza:5
Equità: le risorse disponibili devono essere distribuite senza operare discriminazioni, ovvero
senza disparità di trattamento ingiustificate legate a età, sesso, luogo di residenza6
, nazionalità,
confessione religiosa, posizione sociale, situazione assicurativa o invalidità cronica. La
procedura di allocazione deve essere equa, obiettivamente motivata e trasparente. Rispettando
il principio di equità nella suddetta procedura, si evita soprattutto di prendere decisioni
arbitrarie.
Salvare il maggior numero possibile di vite umane: in condizioni di forte scarsità di risorse,
tutte le misure devono rispondere all’obiettivo di ridurre al minimo i casi di decesso. Le decisioni
vanno prese nell’ottica di contenere il più possibile il numero di malati gravi e morti.
Protezione degli specialisti coinvolti: questi soggetti7 sono particolarmente esposti al rischio
di contrarre il coronavirus. Qualora dovessero infettarsi e fossero quindi costretti ad assentarsi
dal lavoro, una forte carenza di personale comporterebbe un numero ancora maggiore di
decessi. Per questo il personale sanitario va protetto il più possibile dai contagi, nonché da un
esaurimento psicofisico. Gli specialisti per cui un possibile contagio da coronavirus comporta
un rischio sanitario particolarmente elevato vanno tutelati con misure specifiche, evitando di
impiegarli nell’assistenza di pazienti affetti da Covid-19.
4 Per informazioni dettagliate sui principi etici fondamentali, cfr. le direttive «Provvedimenti di medicina
intensiva», cap. 2
5 Cfr. anche Piano svizzero per pandemia influenzale, Strategie e misure di preparazione a una pandemia
influenzale, 5ª edizione 2018, cap. 6.1. e in particolare la Parte III del Piano pandemico svizzero 2006
«Questioni etiche», parere della Commissione nazionale d’etica per la medicina NEK-CNE n. 12/2006. 6 I posti letto liberi in terapia intensiva devono essere notificati tramite la piattaforma nazionale SII (Sistema
d’informazione e d’impiego), cfr. www.vtg.admin.ch/de/organisation/astab/san/ksd/mehr-zum-ksd/ueber-denksd.html (in tedesco). 7 Naturalmente vale un principio analogo per tutte le persone che a causa dell’attività professionale che
svolgono sono esposte a un rischio di contagio particolarmente elevato (ad es. addetti alle vendite, personale
delle farmacie e congiunti curanti).
Indicazioni per l’attuazione del cap. 9.3 delle
direttive «Provvedimenti di medicina intensiva»
3
3. Criteri per il triage (ricovero e permanenza) nel reparto di terapia intensiva e nei
reparti di Intermediate Care in caso di scarsità di risorse
Fintanto che le risorse disponibili sono sufficienti, i pazienti che necessitano di un trattamento di
medicina intensiva vengono ricoverati e curati secondo criteri convenzionali. Gli interventi che
richiedono un impegno particolarmente elevato in termini di risorse andrebbero eseguiti solo nei
casi in cui la loro utilità sia chiaramente comprovata. Il ricorso all’ECMO8 andrebbe evitato per i
pazienti affetti da Covid-19.9 In casi motivati e dopo aver attentamente soppesato le risorse
necessarie in termini di personale, si può comunque decidere di effettuare tale trattamento.
È importante chiarire anticipatamente la volontà dei pazienti, se essi sono in grado di
esprimerla, rispetto all’eventualità di complicanze (stato di rianimazione ed entità della terapia
intensiva). Se si rinuncia a provvedimenti di medicina intensiva, si devono garantire cure
palliative adeguate.10
Se a causa di un totale sovraccarico del reparto specializzato si rende necessario respingere
pazienti che necessitano di un trattamento di terapia intensiva, il criterio determinante a livello
di triage è la prognosi a breve termine: vengono accettati in via prioritaria i pazienti che, se
trattati in terapia intensiva, hanno buone probabilità di recupero, ma la cui prognosi11 sarebbe
sfavorevole se non ricevessero il trattamento in questione; in altri termini, la precedenza viene
data ai pazienti che possono trarre il massimo beneficio dal ricovero in terapia intensiva.
L’età in sé e per sé non è un criterio decisionale applicabile, in quanto attribuisce agli anziani
un valore inferiore rispetto ai giovani e vìola in tal modo il principio costituzionale del divieto di
discriminazione. Essa, tuttavia, viene considerata indirettamente nell’ambito del criterio
principale «prognosi a breve termine», in quanto gli anziani presentano più frequentemente
situazioni di comorbidità. Nelle persone affette da Covid-19, peraltro, l’età rappresenta un
fattore di rischio a livello di mortalità, occorre quindi tenerne conto.
Valutazione di ulteriori criteri. In letteratura12 si discute circa l’opportunità di applicare ulteriori
criteri quali l’estrazione a sorte, il principio «first come, first served», la priorità a persone con
un elevato valore sociale ecc. Tali criteri non vanno presi in considerazione.
8 ExtraCorporeal Membrane Oxygenation (in italiano «ossigenazione extracorporea a membrana»).
9 Cfr. MacLaren G, Fisher D, Brodie D. Preparing for the Most Critically Ill Patients With COVID-19. The
Potential Role of Extracorporeal Membrane Oxygenation. Jama, pubblicato il 19 febbraio 2020.
10 Cfr. le linee guida di palliative.ch: Mesures thérapeutiques chez les patients atteints de COVID-19 avec
pronostic défavorable attendu (www.palliative.ch). 11 Cfr. per maggiori dettagli il cap. 5.1 (Prognosi) delle direttive «Provvedimenti di medicina intensiva». 12 Cfr. ad es. Persad G, Wertheimer A, Emanuel EJ. Principles for allocation of scarce medical interventions.
Lancet 2009; 373: 423-31.
Indicazioni per l’attuazione del cap. 9.3 delle
direttive «Provvedimenti di medicina intensiva»
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4. Decisioni a livello di triage
4.1. Fasi
– Al momento del ricovero: entità e durata della terapia, determinazione del percorso del
paziente (ad es. trattamento in terapia intensiva, Intermediate Care, cure palliative).
– Dopo 2-3 giorni: prosecuzione del trattamento, limitazione dell’intensità o della durata del
trattamento, cambiamento dell’obiettivo terapeutico e cure palliative.
4.2. Inasprimento dei parametri
Se le risorse del reparto e i letti ubicati fuori reparto non sono più sufficienti per accogliere tutti i
pazienti che necessitano di un trattamento di terapia intensiva, il primo provvedimento da
adottare è l’inasprimento del parametro della prognosi a breve termine. L’obiettivo è quello
di massimizzare l’utilità per il singolo paziente e per la totalità dei pazienti, ossia decidere in
modo tale da salvare il maggior numero possibile di vite. In questo contesto, il criterio della
prognosi favorevole a breve termine acquisisce un’importanza (ancora) maggiore.
In una situazione di afflusso di massa, vengono ricoverati in base ai criteri di seguito descritti
solo i pazienti che necessitano di ventilazione meccanica (o di un altro trattamento specifico di
terapia intensiva, come ad es. supporto emodinamico con vasoattivi o terapia sostitutiva renale
continuativa).
In tale situazione non è raccomandabile la rianimazione in caso di arresto cardiocircolatorio.13
In funzione dell’evolversi della situazione di sovraccarico nelle strutture sanitarie e dell’entità
dell’afflusso di pazienti, si distinguono due livelli di criteri decisionali per il triage:
Livello A: letti in terapia intensiva disponibili, ma risorse limitate
à triage per il ricovero / gestione delle risorse mediante decisioni circa l’interruzione
dei trattamenti
Livello B: indisponibilità di letti in terapia intensiva
à triage per il ricovero / gestione delle risorse mediante decisioni circa l’interruzione
dei trattamenti
Al livello B non andrebbe effettuata alcuna rianimazione cardiopolmonare. Fanno eccezione
misure di rianimazione molto brevi qualora insorga un arresto cardiocircolatorio nell’ambito di
un intervento medico (ad es. asistolia in caso di anestesia spinale).
13 Cfr. anche le raccomandazioni della Società Svizzera di Medicina d’Urgenza e di Salvataggio SSMUS
«Prähospitale Triage und Versorgung bei Ressourcenknappheit im Hospitalbereich (spez. Intensivmedizin)
während der COVID-19-Pandemie» (Triage preospedaliero e assistenza in caso di scarsità di risorse in
ambito ospedaliero (specialmente in medicina intensiva) durante la pandemia COVID-19),
www.sgnor.ch/home/covid-19
Indicazioni per l’attuazione del cap. 9.3 delle
direttive «Provvedimenti di medicina intensiva»
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4.3. Triage iniziale: criteri per il ricovero nei reparti di terapia intensiva14
Fase 1:
Il paziente presenta uno dei seguenti criteri a favore del ricovero?
– Necessità di ventilazione meccanica invasiva
– Necessità di supporto emodinamico con vasoattivi
(dose equivalente di noradrenalina >0,1 μg/kg/min)
Se sussiste un criterio per il ricovero à fase 2
Fase 2:
Il paziente presenta uno dei seguenti criteri a sfavore del ricovero?
Livello A (cfr. box sopra)
– Volontà del paziente (direttive del paziente ecc.)
– Arresto cardiocircolatorio non osservato, arresto cardiocircolatorio ricorrente, arresto
cardiocircolatorio senza ROSC
– Malattia oncologica con un’aspettativa di vita < 12 mesi – Malattia neurodegenerativa allo stadio finale – Danno neurologico centrale grave e irreversibile – Malattia cronica: – insufficienza cardiaca di classe NYHA IV – COPD GOLD 4 (D) – cirrosi epatica con stadio Child-Pugh > 8
– demenza grave
– Grave insufficienza circolatoria resistente alle terapie nonostante l’aumento dei vasoattivi
(ipotensione e/o persistenza di perfusione organica insufficiente).
– Sopravvivenza stimata < 12 mesi Livello B (cfr. box sopra) È prevista l’applicazione dei seguenti criteri supplementari: – Trauma grave – Ustioni diffuse (BSA > 40%) con inalazione
– Gravi deficit cerebrali in seguito a ictus
– Malattia cronica:
– insufficienza cardiaca di classe NYHA III o IV
– COPD GOLD 4 (D) o COPD A-D con: FEV1 < 25% o cuore polmonare o ossigenoterapia domiciliare (LOT) – cirrosi epatica con ascite refrattaria o encefalopatia > stadio I
– insufficienza renale cronica stadio V (KDIGO)
– demenza medio-grave comprovata
– Età15 > 85 anni
– Età > 75 anni e presenza di almeno uno dei seguenti criteri:
– cirrosi epatica
– insufficienza renale cronica stadio III (KDIGO)
– insufficienza cardiaca di classe NYHA > I
– Sopravvivenza stimata < 24 mesi
In presenza di uno dei criteri a sfavore del ricovero, il paziente non viene accettato nel reparto
di terapia intensiva.
14 Cfr. Christian MD, Hawryluck L, Wax RS, et al. Development of a triage protocol for critical care during an
influenza pandemic. CMAJ 2006; 175: 1377–81. 15 Secondo i dati di cui si dispone, l’età è un indicatore per la prognosi, cfr. Zhou F. et. al. Clinical course and
risk factors for mortality of adult inpatients with COVID-19 in Wuhan, China: a retrospective cohort study.
Lancet 2020 Mar 11. pii: S0140-6736(20)30566-3. doi: 10.1016/S0140-6736(20)30566-3.
Indicazioni per l’attuazione del cap. 9.3 delle
direttive «Provvedimenti di medicina intensiva»
6
4.4. Triage durante il ricovero in terapia intensiva
I criteri di seguito specificati sono rilevanti per decidere in merito al prosieguo del trattamento in
terapia intensiva.
La valutazione dei pazienti ricoverati in reparto deve essere effettuata con cadenza regolare
(almeno ogni 48 ore) e a livello interprofessionale. Qualora lo stato di salute non migliori o
subentri un peggioramento, occorre decidere se proseguire il trattamento o modificare
l’obiettivo terapeutico e passare a cure palliative. Ciò vale anche per tutti gli altri pazienti (non
affetti da Covid-19) ricoverati in terapia intensiva in una situazione di totale esaurimento delle
risorse su cui può contare il reparto. I criteri di seguito specificati vengono applicati in maniera
tanto più restrittiva quanto più scarsa è la disponibilità di risorse.
Fase 1
Presenza di un criterio per la dimissione dal reparto:
– paziente estubato o in condizioni di respirazione spontanea (o parziale supporto
respiratorio) in seguito a tracheotomia à il paziente lascia il reparto
Fase 2
Presenza dei due criteri seguenti:
– stabilizzazione o miglioramento di ossigenazione e ventilazione, o della disfunzione
d’organo soggiacente
– stabilizzazione o miglioramento delle condizioni emodinamiche
Entrambi i criteri sono necessari per la prosecuzione del trattamento in terapia intensiva.
Fase 3
Presenza di uno dei seguenti criteri che indicano l’assenza di prospettive in relazione al
trattamento di terapia intensiva:
Livello A (cfr. box sopra)
– insorgenza di un arresto cardiocircolatorio durante la permanenza in reparto, a meno che
la rianimazione mediante defibrillazione abbia successo
– persistenza o sviluppo di una significativa disfunzione di tre organi
Livello B (cfr. box sopra)
– nessun miglioramento delle condizioni respiratorie o emodinamiche o della disfunzione
d’organo soggiacente
– insorgenza di un arresto cardiaco durante la permanenza in reparto
– persistenza o sviluppo di una significativa disfunzione di due organi
La presenza di uno dei criteri porta a stabilire che la prosecuzione del trattamento di medicina
intensiva non è più indicata, pertanto il paziente viene assistito con cure palliative.
5. Processo decisionale
Quando si prendono decisioni di triage, la fiducia va preservata anche nelle situazioni più gravi.
Per questo è importante applicare sempre in modo trasparente criteri di razionamento e
processi ispirati a principi di equità. Le motivazioni per la concessione o la mancata
concessione di determinate priorità devono essere documentate descrivendole con chiarezza,
nonché aggiornate man mano che la situazione evolve. Lo stesso vale per i processi tramite i
quali vengono prese tali decisioni. Ogni singola decisione deve essere verificabile, ovvero
documentata per iscritto indicando la motivazione e il nome di chi è stato chiamato a decidere.
Qualsiasi deroga dai criteri stabiliti deve essere documentata in maniera analoga. Inoltre, è
opportuno prevedere meccanismi per gestire eventuali conflitti a posteriori.
Indicazioni per l’attuazione del cap. 9.3 delle
direttive «Provvedimenti di medicina intensiva»
7
Il processo decisionale deve essere diretto da persone esperte. Nei limiti del possibile, le
decisioni vanno sempre prese all’interno di équipe interprofessionali. In ultima istanza, tuttavia,
ne risponde direttamente la persona in loco più in alto nella gerarchia. Gli organi (ad es.
supporto etico, équipe multiprofessionale) che affiancano le équipe curanti possono fornire un
valido aiuto. Ciò nonostante, il reparto di terapia intensiva deve essere in grado in ogni
momento di decidere autonomamente e in tempi rapidi riguardo ai pazienti da ricoverare e da
trasferire. Vanno rispettate le prescrizioni di legge16 relative all’obbligo di notificare
regolarmente il numero totale e l’occupazione dei posti letto ospedalieri di cure intense.
III. Appendice
1. Letteratura
Bouadma L, Lescure F, Lucet J. et al.
Severe SARS-CoV-2 infections: practical considerations and management strategy for
intensivists. Intensive Care Med (2020).
https://doi.org/10.1007/s00134-020-05967-x
Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP)
Piano svizzero per pandemia influenzale. Strategie e misure di preparazione a una pandemia
influenzale, 5ª edizione 2018, cap. 6.1. e in particolare la Parte III del Piano pandemico svizzero
2006 «Questioni etiche», parere della Commissione nazionale d’etica per la medicina NEK-CNE n.
12/2006.
www.bag.admin.ch/dam/bag/de/dokumente/mt/k-und-i/hygiene-pandemiefall/influenzapandemieplan-ch.pdf.download.pdf/bag-pandemieplan-influenza-ch.pdf
Cheung W K, Myburgh J. et al.
A multicentre evaluation of two intensive care unit triage protocols for use in an influenza
pandemic. Med J Aust. 2012;197(3):178–81.
Christian MD, Hawryluck L, Wax RS, et al.
Development of a triage protocol for critical care during an influenza pandemic. CMAJ 2006; 175:
1377–81.
The Hastings Center
Ethical Framework for Health Care Institutions Responding to Novel Coronavirus SARS-CoV-2
(COVID-19). Guidelines for Institutional Ethics Services Responding to COVID-19. Managing
Uncertainty, Safeguarding Communities, Guiding Practice. March 16, 2020.
www.thehastingscenter.org/wp-content/uploads/HastingsCenterCovidFramework2020.pdf
Liao X, Wang B, Kang Y.
Novel coronavirus infection during the 2019–2020 epidemic: preparing intensive care units—the
experience in Sichuan Province, China. Intensive Care Med 46, 357–360 (2020).
https://doi.org/10.1007/s00134-020-05954-2
MacLaren G, Fisher D, Brodie D.
Preparing for the Most Critically Ill Patients With COVID-19. The Potential Role of Extracorporeal
Membrane Oxygenation. Jama, pubblicato il 19 febbraio 2020.
Murthy S, Gomersall C D, Fowler R A.
Care for Critically Ill Patients With COVID-19. Jama, pubblicato online l’11 marzo 2020.
https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2762996
Ñamendys-Silva S A.
Respiratory support for patients with COVID-19 infection. The Lancet, pubblicato online il 5 marzo
2020.
https://doi.org/10.1016/S2213-2600(20)30110-7
16 Cfr. ordinanza 2 sui provvedimenti per combattere il coronavirus (COVID-19) del 13 marzo 2020 (versione
del 16 marzo 2020).
Indicazioni per l’attuazione del cap. 9.3 delle
direttive «Provvedimenti di medicina intensiva»
8
Österreichische Gesellschaft für Anaesthesiologie, Reanimation und Intensivmedizin
(ÖGARI)
Allokation intensivmedizinischer Ressourcen aus Anlass der Covid-19-Pandemie. Klinisch-ethische
Empfehlungen für Beginn, Durchführung und Beendigung von Intensivtherapie bei Covid-19-
PatientInnen. Statement der Arbeitsgruppe Ethik der ÖGARI vom 17.03.2020.
www.oegari.at/web_files/cms_daten/covid-19_ressourcenallokation_garistatement_v1.7_final_2020-03-17.pdf
Persad G, Wertheimer A, Emanuel E J.
Principles for allocation of scarce medical interventions. Lancet 2009;373(9661):423–31.
https://doi.org/10.1016/S0140-6736(09)60137-9
Yang X et al.
Clinical course and outcomes of critically ill patients with SARS-CoV-2 pneumonia in Wuhan, China:
a single-centered, retrospective, observational study. Lancet Respir Med 2020, pubblicato il 24
febbraio 2020.
https://doi.org/10.1016/S2213-2600(20)30079-5
Wu et al.
Risk Factors Associated With Acute Respiratory Distress Syndrome and Death in Patients With
Coronavirus Disease 2019 Pneumonia in Wuhan, China. JAMA Intern Med.
https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/fullarticle/2763184
Zhou F. et. al.
Clinical course and risk factors for mortality of adult inpatients with COVID-19 in Wuhan, China: a
retrospective cohort study. Lancet 2020 Mar 11. pii: S0140-6736(20)30566-3.
La Società svizzera di medicina intensiva (SSMI) mette a disposizione sul proprio sito le
pubblicazioni più aggiornate sul SARS-CoV-2:
www.sgi-ssmi.ch
2. Note sull’elaborazione delle presenti direttive
Autori
Prof. Daniel Scheidegger, presidente dell’ASSM
Prof. Thierry Fumeaux, presidente SSMI
Prof. Samia Hurst, Université de Genève
lic. iur. Michelle Salathé, ASSM
Esperti interpellati
L’ASSM e la SSMI ringraziano i numerosi esperti che in pochissimo tempo hanno preso
posizione in merito alle presenti direttive nonché fornito indicazioni e suggerimenti importanti.
Approvazione
Le direttive sono approvate dalla Commissione centrale di etica, dal comitato direttivo
dell’ASSM e dal Consiglio direttivo della Società svizzera di medicina intensiva (SSMI) ed
entrano in vigore il 20 marzo 2020.

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