Sul Titanic

L’ultimo DPCM di Conte visto da una Milano che prende esempio da Napoli con la rivoluzione ormai dietro l’angolo!

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L’autore di questa riflessione è un ingegnere pugliese che, da decenni, vive e lavora a Milano. Il suo è il racconto di come anche in questa città viene vissuto – male! – l’ultimo DPCM del capo del Governo Conte. Da meridionale che ama Napoli, riconosce alla Città partenopea “con tremila anni di storia” alle spalle l’avvio di una protesta che potrebbe trasformarsi in una rivoluzione che nessuno si sarebbe aspettato!  

di Domenico Iannantuoni

MILANO – Il Dpcm numero 21 chiude il 24 novembre agli italiani che, abbassando alle 18 le saracinesche di bar e ristoranti, descrivono la nostra morte peggiore! Non serve tenere ancora aperti tutti gli altri esercizi commerciali, come quelli di abbigliamento, per i quali resta libertà di apertura e chiusura. Stessa cosa per centri commerciali, che si pensava di chiudere nei weekend e che invece resteranno aperti anche festivi e pre-festivi. Si potrà continuare ad andare anche da barbieri e parrucchieri, che fino all’ultimo hanno temuto la chiusura.

Anche se si preannunciano controlli più serrati per verificare il rispetto delle misure di sicurezza, nulla serve perché noi restiamo morti dentro bar e ristoranti che pure avevano affrontato già sacrifici inenarrabili in termini di sicurezza.

Ingressi sbarrati anche a piscine, palestre e parchi giochi. Così come dovranno aspettare tempi migliori fiere, sagre ed anche i mercatini (800 milioni di fatturato solo quelli natalizi). Altra modalità di morte!

Però gli zombies continuano a poter visitare i Musei con ingressi contingentati.

E cosa dire ancora sui BAR E RISTORANTI? Salvi i pranzi della domenica, ma addio a cene e aperitivi. Addio a cene ed happy hour, alle 18 chiudono i battenti ristoranti, bar, pub, ma anche gelaterie e pasticcerie. Le saracinesche si rialzano solo dalle 5 del mattino. La versione finale del decreto salva pranzi, aperitivi e il rito delle pastarelle la domenica e i festivi, giorni nei quali tutti i servizi di ristorazione rimarranno dunque aperti, sempre fino alle 18 del pomeriggio.

A tavola però ci si potrà sedere al massimo in 4. Numero che può salire, ma solo nel caso i commensali siano tutti conviventi. Resta sempre consentito il servizio di consegna a domicilio e l’asporto fino a mezzanotte, ma con divieto di consumare cibo o bevande sul posto o nelle vicinanze. Nessun limite di orario per consumare un pasto nei ristoranti degli alberghi, ma solo per i clienti che vi alloggiano.

Continuano a funzionare anche mense e catering, purché sia sempre garantita la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Che del resto vale anche per quando ci si siede a tavola al ristorante o al bar.

Aperti infine gli autogrill lungo le autostrade e i servizi bar e di ristorazione negli ospedali e all’interno degli aeroporti. Impossibile già solo a pensarlo!

SMART WORKING – Resta a casa la metà dei dipendenti. anche per i lavoratori del settore privato. L’obiettivo, a cui si punta anche con la riorganizzazione degli orari della scuola, è decongestionare i mezzi di trasporto negli orari di punta.

SCUOLA – Lezioni a distanza alle superiori, campanella mai prima delle 9. Per tre ragazzi su quattro delle scuole secondarie di secondo grado (licei, istituti tecnici e professionali) si torna alla didattica a distanza, che in base al decreto deve essere incrementata «per una quota pari almeno al 75% delle attività». Gli ingressi e gli orari di uscita dovranno inoltre essere scaglionati e la campanella della prima ora non dovrà mai suonare prima delle 9.

La rimodulazione degli orari potrà comportare anche un ritorno ai doppi turni. A decidere turni e applicazione della didattica a distanza saranno le periodiche riunioni di coordinamento regionale e locale previste dal “piano scuola”.

Per i più piccoli di materne, elementari e medie, oltre che per tutti i servizi all’infanzia, l’attività didattica ed educativa continuerà a svolgersi in presenza. Nessuna quota fissa di didattica a distanza è prevista invece per gli studenti delle Università, dove la decisione è demandata ai Comitati universitari regionali di riferimento, che organizzeranno la didattica tenendo conto del quadro pandemico territoriale.

Restano sospesi viaggi di istruzione, iniziative di scambio o gemellaggio, visite guidate e uscite didattiche in genere.

Mentre per i TRASPORTI che di fatto languono, più lavoro agile per svuotare autobus e treni, la percentuale di passeggeri resta all’80% Scienziati ed esperti del Comitato tecnico scientifico lo hanno sottolineato più volte: l’affollamento dei mezzi di trasporto pubblico nelle ore di punta è uno dei grandi fattori di rischio!

CONGRESSI E FIERE – Il solito Giro di vite ed anche su sagre e fiere di qualsiasi genere e «altri analoghi eventi», che vengono tutti vietati dal nuovo decreto che non salva più nemmeno quelli di interesse nazionale e internazionale, com’era stato inizialmente ipotizzato. Il divieto sembra interessare anche mercati e mercatini, che hanno un giro d’affari di oltre 2 miliardi l’anno.

SPOSTAMENTI – Viene «fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute» e per situazioni di necessità. Si potrà andare anche a fare una passeggiata o a correre nei parchi, ma rispettando sempre distanze di sicurezza e divieto di assembramento.

Non si potrà più andare a feste al chiuso e all’aperto, comprese quelle dopo cerimonie civile e religiose. Il vecchio decreto fissava un limite di 30 partecipanti, il nuovo le vieta del tutto. E quando ci si reca a casa di amici e parenti non conviventi è «fortemente raccomandato» l’uso della mascherina.

Resta il divieto di spostamenti da Paesi extraeuropei salvo che per comprovate esigenze lavorative, di salute o di ricongiungimento, ma con obbligo di quarantena, fatta eccezione che per alcuni Paesi, come l’Australia, a basso rischio. Libera circolazione tra i Paesi Schengen, ma per alcuni, come Francia, Gran Bretagna e Spagna con obbligo di tampone all’ingresso.

CINEMA, TEATRI E SPETTACOLI? La cultura chiude nonostante gli appelli di Riccardo Muti, grande musicista.

Stop alle sale da gioco e alle discoteche.

Cala il sipario su cinema, teatri e concerti, sia al chiuso sia all’aperto.

SPORTO – E lo Sport? No palestra, calcio a porte chiuse. Via libera solo alla corsa all’aperto. Da ora oggi fino al 24 Novembre non sarà più possibile andare in palestra o in piscina. Chiusi anche gli impianti sciistici, che potranno essere utilizzati solo da atleti professionisti e non per allenarsi alle competizioni riconosciute di interesse nazionale dal Coni. Chiusi anche centri natatori, benessere e terme.

Si potrà continuare a correre all’aperto, ma non in gruppo e rispettando la distanza di sicurezza di almeno due metri! Restano sospesi calcio, calcetto, basket, volley e tutti gli sport di contatto in genere a livello amatoriale e questa volta anche dilettantistico di base. Campionato di calcio e in genere le competizioni sportive, sia professionistiche che a livello dilettanti proseguiranno ma solo se di livello nazionale.

Stop quindi a tutti i tornei regionali che negli sport di contatto dilettantistico si traducono in circa un milione di gare l’anno. Negli stadi e nei palazzetti dello sport si torna a giocare completamente a porte chiuse, senza nemmeno il tifo dei mille spettatori consentiti oggi all’aperto e dei 200 al chiuso.

Intanto Napoli ha risposto a questo dicktat con fermezza e con indotta cattiveria. A Napoli la sola chiusura dei ristoranti alle ore 18 vuol dire condannare a morte la città e tutti lo sanno: sia i fortunati lavoratori in regola, sia chi opera in nero. A che serve: a nulla!

Giuseppe Conte e il suo Governo hanno sbagliato: e come dirglielo se non con una manifestazione che già dopo le prime ore si mostra ben amplificata e reale. Tutte le città italiane a poco a poco stanno seguendo l’esempi di Napoli.

Napoli, Città delle Città, con tremila anni di storia vera da raccontare a tutto il mondo dice che il DPCM di Conte, l’ultimo, è sbagliato! Intanto contro di esso si stanno preparando Milano, Torino, Trieste, Roma, Palermo, Catania…noi di città ne abbiamo tante! E la rivoluzione che nessuno si sarebbe aspettato è già dietro l’angolo!

Foto tratta da MeteoWeb

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