Sul Titanic

Scuola, la Ministra Azzonina contraria alla didattica a distanza. Ma…

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… ma a giudicare da quello che abbiamo ascoltato ieri nel corso di una trasmissione su Radio Cusano Campus dedicata alla scuola la didattica a distanza, di fatto, è molto gettonata per una serie di motivi che illustriamo in questo articolo 

Da un po’ di tempo ascoltiamo spesso una trasmissione sulla scuola che va in onda dalle 15,00 alle 16,00 su Radio Cusano Campus. Ascoltiamo con piacere questa trasmissione radiofonica perché ogni giorno ospita addetti ai lavori – direttori di giornali specializzati nel campo della scuola, presidi, docenti, sindacalisti – che raccontano la realtà della scuola italiana con un linguaggio chiaro, in un momento molto delicato a causa del Coronavirus.

Ieri si è parlato dei dati diffusi dal Ministro della Pubblica Istruzione, Lucia Azzolina, che in questi giorni ha minimizzato sul numero dei contagi da Coronavirus nelle scuole.

Abbiamo così appreso che i calcoli ufficiali non sono stati fatti bene, perché non hanno tenuto conto delle scuole che hanno aperto con ritardo.

A fronte dei dati ‘tranquillizzanti’ forniti dalla Ministra Azzolina gli ospiti non hanno potuto rispondere con i ‘numeri’, perché non ne erano in possesso. Ma hanno precisato che la loro sensazione è che le classi poste in quarantena dopo meno di tre settimane dall’inizio delle lezioni a scuola a loro sembrano tante.

Le sensazioni non sono notizie e, fino a prova contraria, dobbiamo credere alla Ministra Azzolina.

La notizia che ci ha colpiti riguarda la cosiddetta Didattica a distanza. E questa volta non sono sensazioni, ma dati oggettivi. Gli ospiti della trasmissione hanno spiegato che non è vero che in questo momento non c’è didattica a distanza, ovvero le lezioni che gli studenti seguono da casa.

I casi di didattica a distanza – è stato più volte ribadito nel corso della trasmissione – sono invece tantissimi e sono legati al fatto che in molte scuole mancano le aule per assicurare il giusto distanziamento tra gli studenti in ogni classe.

Abbiamo appreso, inoltre, un notizia che ci era sfuggita. A quanto pare, molti genitori, davanti alla prospettiva del dimezzamento di una classe, considerata troppo numerosa, si sono rifiutati di accettarla, con molta probabilità perché non erano d’accordo sul fatto che i propri figli avrebbero dovuto cambiare i docenti. Così, piuttosto che smembrare una classe, hanno preferito – d’accordo con la scuola – che i figli continuino a seguire le lezioni da casa ma con gli stessi docenti.

Altra notizia interessante: le scuole sono sicure – è stato detto durante la trasmissione – perché i presidi e il personale sono bravissimi a sanificare le aule e, in generale, tutto il plesso scolastico.

Ma il problema – è stato osservato – non è quello che succede dentro la scuola, ma fuori la scuola. E, in particolare, è stato posto l’accento sui mezzi di trasporto pubblico per recarsi a scuola, che spesso sono affollati e predispongono gli studenti al contagio.

Quello dei trasporti pubblici è un problema che in questi giorni è al centro del dibattito politico. Anche noi, a Palermo, ci è stato segnalato l’affollamento nei bus del 101 dell’AMAT.

Poi ci sarebbero le questioni legate agli assembramenti che si formano all’orario di entrata e durante la ricreazione.

Di tutti questi problemi non troviamo traccia in un’intervista alla Ministra Azzolina che stamattina leggiamo sul quotidiano La Sicilia:

I contagi, dice la Ministra, «non avvengono dentro le scuole», i ragazzi «sono felici di essere tornati in classe. E ci devono rimanere».

Ha in parte ragione: i contagi possono avvenire fuori dalla scuola, nei mezzi di trasporto pubblico: ma poi ‘entrano’ a scuola con gli studenti che si sono eventualmente contagiato. O no?

Ancora: gli studenti eventualmente contagiati possono contagiare altri studenti durante la ricreazione, quando è normale che i ragazzi si rilassino un po’?

“La ministra Lucia Azzolina tiene il punto – leggiamo su La Sicilia -. Non si tornerà alla didattica a distanza. E oggi parlando con l’ANSA sostiene che «anche per gli studenti più grandi la didattica in presenza è fondamentale perché garantisce formazione ma anche socialità, che altrimenti i giovani andrebbero a cercare altrove».

Che la didattica in presenza sia fondamentale non ci sono dubbi. Ma ieri, su Radio Cusano Campus, abbiamo ascoltato di tanti casi di didattica a distanza, ai quali si sommano le classi a didattica a distanza delle classi poste in quarantena…

 

 

Non sappiamo come andrà a finire con le scuole aperte. Noi ribadiamo la nostra tesi: sarebbe stato molto più razionale valorizzare la didattica a distanza, riaprendo le scuole quando le condizioni generali l’avrebbero consentito, evitando di far coincidere l’apertura delle scuola con la ripresa dei contagi in tutta l’Italia.

QUI L’ARTICOLO DE LA SICILIA 

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