Sul Titanic

Una donna disabile, priva di discernimento, fa sesso per bisogno di ‘affetto’? Ma dicono vero? /SERALE

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Già quello che è successo nell’Oasi di Troina è incredibile: una donna disabile stuprata da un operatore sanitario che l’ha messa incinta. Ma ancora più incredibili sono le giustificazioni ovviamente criticate gli esponenti dello sportello Antiviolenza Diana Enna!

Di solito non ci occupiamo di cronaca, ma quello che è successo a Troina, in provincia di Enna, soprattutto dopo le dichiarazioni di un avvocato, ci lascia basiti. E hanno mille volte, centomila volte, un miliardo di volte ragione gli esponenti dello sportello Antiviolenza Diana Enna, dell’Associazione CO.TU.LE.VI, che condannano “con forza le gravi dichiarazioni rese questa mattina, durante la trasmissione televisiva “Mattino 5” dall’Avv. Eliana Maccarrone, difensore dell’indagato coinvolto nella vicenda della violenza sessuale ai danni della ragazza disabile ospite dell’Oasi Maria SS di Troina”.

La storia è nota. La giovane vittima è una disabile, affetta da una rara patologia genetica. Lo stupratore è un operatore sociosanitario che avrebbe dovuto proteggerla. E che si occupava da tempo della ragazza. I fatti sono avvenuti nell’istituto specializzato dell’Oasi di Troina, in provincia di Enna, dichiarata zona rossa nel periodo più critico dell’emergenza Coronavirus.

La donna è rimasta incinta. E l’uomo di 39 anni è accusato di violenza sessuale. Una violenza sessuale aggravata dal fatto che è stata commessa ai danni di una disabile.

La violenza sarebbe stata consumata ad Aprile, nel periodo in cui l’Oasi di Troina doveva fronteggiare una serie di contagi del Coronavirus: la stessa ragazza disabile, quando è stata messa incinta, era positiva al virus.

Sposato e padre di un bimbo, l’uomo ha confessato ha confessato e ora si trova in carcere. I vertici dell’Oasi di Troina hanno già annunciato che si costituiranno parte civile.

Insomma, il clima è già da processo penale. Da qui le dichiarazioni del legale che stanno facendo discutere.

“E’ inaudito – leggiamo sempre nella nota dello sportello Antiviolenza – che si possa giustificare l’immane violenza compiuta in nome della ‘provocazione’, concetto già inaccettabile di per sé ed ancor più in questo caso che vede come vittima una ragazza affetta da grave disabilità psichica. E’, inoltre, scandaloso affermare che i disabili avendo bisogno di ‘affetto’, anche se privi della minima capacità di discernimento, possano acconsentire ad un qualsivoglia rapporto sessuale”.

“Quanto accaduto – leggiamo ancora nel comunicato dello sportello Antiviolenza Diana Ennanella – danneggia l’immagine dell’Avvocatura tutta, impegnata, quale parte della società civile, nella difesa dei diritti, sempre nel rispetto dei principi della dignità e del decoro professionale. Si segnala infine, che l’attività di indagine è scaturita dalla denuncia presentata da un Avvocato alla Squadra Mobile della Questura di Enna”.

Credeteci: ci viene difficile commentare certe affermazioni!

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